No Tav, No F 35, No Pedemontana...
NOVARA – In bicicletta dalla Valle di Susa a Bagnara Arsa, la località in provincia di Udine che dal 17 al 19 luglio ospiterà la quinta edizione del “Forum contro le grandi opere inutili e imposte”. Un appuntamento annuale che torna nel nostro Paese dopo l’evento inaugurale del 2011, quando fu proprio la Val di Susa ad accogliere manifestanti giunti un po’ da tutta Europa, mentre gli “happening” successivi si sono tenuti in Francia, a Nôtre Dame de Lande, nella tedesca Stoccarda e nella Transilvania romena, a Rosia Montana.
NOVARA – In bicicletta dalla Valle di Susa a Bagnara Arsa, la località in provincia di Udine che dal 17 al 19 luglio ospiterà la quinta edizione del “Forum contro le grandi opere inutili e imposte”. Un appuntamento annuale che torna nel nostro Paese dopo l’evento inaugurale del 2011, quando fu proprio la Val di Susa ad accogliere manifestanti giunti un po’ da tutta Europa, mentre gli “happening” successivi si sono tenuti in Francia, a Nôtre Dame de Lande, nella tedesca Stoccarda e nella Transilvania romena, a Rosia Montana.
Ventun ciclisti (nella foto all’arrivo) del “Movimento No Tav” (tra i quali quattro donne) di tutte le età (14 anni il più giovane, 74 il più anziano) hanno iniziato mercoledì la loro fatica partendo proprio dalla cittadina torinese.
Giovedì hanno poi sostenuto la seconda tappa, poco meno di un centinaio di chilometri, partendo da Torrazza Piemonte e arrivando a Novara, presentandosi in piazza delle Erbe (con tanto di auto “ammiraglia” al seguito, come una corsa… vera, anche se affrontata per stessa ammissione dei partecipanti con andatura cicloturistica) nel pomeriggio, con un leggero (ma più che comprensibile) ritardo sulla tabella di marcia.
Una sosta ristoratrice, grazie al contributo offerto dal locale movimento “No F35”, prima di partire alla volta di Cameri, dove la “carovana” ha avuto modo di effettuare un simbolico “passaggio” davanti all’aeroporto dove vengono assemblati i contestati cacciabombardieri, per poi raggiungere Oleggio, dove il gruppo ha pernottato.
«Domani (ieri per chi legge, ndr) – hanno spiegato – raggiungeremo Monza, dove prenderemo contatto con un gruppo organizzato che si batte contro la “Pedemontana”; poi sarà la volta del Bresciano, Vicenza, Caorle, sino alla meta finale. Ogni tappa è simbolica, perché ci consente di prendere e stabilire contatti con analoghi movimenti al nostro, da sempre in prima linea contro la realizzazione di opere che consideriamo inutili, che da un lato deturpano l’ambiente e dall’altro rappresentano uno spreco di risorse pubbliche. Non vogliamo questa nuova ferrovia perché una linea internazionale c’è già: è quella “storica”, fortemente sottoutilizzata rispetto alle sue reali potenzialità».
In piazza era presente anche il consigliere regionale del “Movimento 5 Stelle” Gian Paolo Andrissi: «Questa manifestazione mette insieme due movimenti. Il Piemonte rappresenta la cartina di tornasole rispetto a quello che sta succedendo in Europa e in Italia in particolare. Politiche neoliberiste – ha sostenuto – grandi opere per grandi gruppi bancari, che non producono occupazione. Per Cameri l’ex presidente della Regione Cota aveva parlato di 10 mila posti di lavoro, poi scesi a 6 mila. Oggi sono 650, inclusi quelli provenienti da Caselle».
Luca Mattioli