Novara dice no al terrorismo
NOVARA – Due giorni di lutto cittadino, giovedì e ieri (con bandiere a mezz’asta e un minuto di raccoglimento allo scoccare del mezzogiorno in tutti gli uffici), per ricordare e stringersi alla famiglia di Francesco Caldara, il pensionato novarese morto nell’attentato terroristico di Tunisi. Ma la risposta migliore Novara l’ha data nella serata di giovedì, con una “fiaccolata silenziosa”, un suggestivo e toccante momento di raccoglimento e di desiderio di pace. Già in mattinata si era tenuto un informale sit-in davanti al Municipio nel corso del quale il sindaco Andrea Ballaré aveva partecipato la vicinanza sua, dell’Amministrazione, ma soprattutto «di tutta la comunità, con i nostri valori e il nostro modo di vivere, mettendo da parte tutte le divisioni». Poche le parole, una sola scritta: “Novara dice no al terrorismo”. Così si poteva leggere su uno striscione che ha accompagnato la fiaccolata serale partita da via Fratelli Rosselli. Tanti volti noti, di tutti gli schieramenti politici, poi quello commosso di Giacomo Caldera, fratello della vittima, ma anche numerosi novaresi e parecchi immigrati. Una presenza significativa riassunta nell’intervento, quando il corteo ha per un momento sostato in piazza Duomo, di Naouress Silini, una giovane di origine tunisina.
NOVARA – Due giorni di lutto cittadino, giovedì e ieri (con bandiere a mezz’asta e un minuto di raccoglimento allo scoccare del mezzogiorno in tutti gli uffici), per ricordare e stringersi alla famiglia di Francesco Caldara, il pensionato novarese morto nell’attentato terroristico di Tunisi. Ma la risposta migliore Novara l’ha data nella serata di giovedì, con una “fiaccolata silenziosa”, un suggestivo e toccante momento di raccoglimento e di desiderio di pace. Già in mattinata si era tenuto un informale sit-in davanti al Municipio nel corso del quale il sindaco Andrea Ballaré aveva partecipato la vicinanza sua, dell’Amministrazione, ma soprattutto «di tutta la comunità, con i nostri valori e il nostro modo di vivere, mettendo da parte tutte le divisioni». Poche le parole, una sola scritta: “Novara dice no al terrorismo”. Così si poteva leggere su uno striscione che ha accompagnato la fiaccolata serale partita da via Fratelli Rosselli. Tanti volti noti, di tutti gli schieramenti politici, poi quello commosso di Giacomo Caldera, fratello della vittima, ma anche numerosi novaresi e parecchi immigrati. Una presenza significativa riassunta nell’intervento, quando il corteo ha per un momento sostato in piazza Duomo, di Naouress Silini, una giovane di origine tunisina.
«Siamo tutti qui per ricordare il nostro fratello Francesco – ha detto la giovane – Il terrorismo non ha religione. Ha attaccato me da tre punti di vista: come novarese, perché ha ucciso un mio concittadino; come tunisina, perché ora la mia famiglia ha paura a uscire di casa; come musulmana, perché il terrorismo viene associato all’Islam. Il terrorismo è opera di gente che vuole incutere terrore nei confronti di tutti, ma può essere sconfitto attraverso l’unione, per raggiungere lo scopo di tutti, quello della pace».
«Due considerazioni – così il sindaco Ballaré – che completano la frase che abbiamo voluto utilizzare per questa serata. Vogliamo lanciare un messaggio forte, un messaggio di pace, come lo sono queste luci, ma anche di forza, di non rassegnazione, di determinazione, di assoluta volontà di difendere i nostri valori e la libertà di religione. Questi sono atti di guerra vera e propria, ai quali noi dobbiamo rispondere con queste luci, con il silenzio, con la forza della democrazia».
Hanno poi preso la parola anche il consigliere provinciale Tino Zampogna e, in rappresentanza del vescovo, il vicario della Diocesi don Fausto Cossalter. Poi il corteo ha ripreso la sua lenta marcia, percorrendo il centro cittadino, per concludersi in piazza Matteotti, dove un minuto di silenzio e un applauso hanno voluto ricordare Francesco Caldara e le altre vittime dell’attentato.
Luca Mattioli