Novaresi al concerto di Vasco: «E’ stato bello, unico e irripetibile»

Novaresi al concerto di Vasco: «E’ stato bello, unico e irripetibile»
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Sono stati davvero tanti i novaresi  che hanno deciso di prendere parte a quello che sarà ricordato come il concerto evento più grande mai tenuto: «Oggi Modena è la capitale mondiale del rock», ha detto Vasco in più occasioni. Una folla di 220mila, un concerto contro la paura, dove l’organizzazione ha tenuto e la volontà a trasformare il momento in un’occasione bella, unica e irripetibile è stata ampiamente soddisfatta e condivisa da tutti, ognuno con la propria storia, il proprio ricordo, la propria emozione. Una carrellata lunga 40 anni con canzoni che hanno accompagnato i fan ormai con i capelli grigi e anche quelli che sono nati negli anni ‘80, quando Vasco era  già... Vasco.

Tra i novaresi al Modena Park anche il noto cantautore Francesco Farina, al suo 60° concerto: «Siamo partiti giovedì per vedere le prove aperte ai Fan club - racconta - Ma eravamo in pochini, solo 15 mila, più alcuni invitati fatti direttamente da Vasco e circa 500 residenti di Modena a cui è stato regalato l’ingresso per chiedere “scusa” del disagio causato dall’evento. Una spettacolo meraviglioso, ma nulla a che vedere con quello che poi sarebbe stato il concerto. E’ stato davvero impagabile». Come detto, Francesco e altri amici, erano partiti giovedì, «poi però siamo rientrati in nottata e sabato mattina siamo ripartiti.  Questa volta siamo andati in macchina fino a Reggio Emilia e poi da lì abbiamo preso il treno, perchè l’invito era proprio quello di arrivare a Modena in treno. Certo è che, però, un consiglio, dato a 220mila persone, equivale ad un “non consiglio”, perchè la maggior parte l’ha ascoltato e quindi poi al rientro è stato davvero faticoso raggiungere di nuovo Reggio Emilia. Avendo amici che hanno scelto la macchina, abbiamo poi saputo che per loro il rientro è stato molto meno impegnativo. Comunque, questo è proprio solo una pagliuzza. Tutto si è svolto con grande organizzazione». Essendo al suo 60° concerto di esperienza ne ha davvero tanta: «Siamo entrati intorno alle 13 e tutti venivano giustamente controllati, temevamo delle lunghe code e invece non è stato così. Poi grazie al braccialetto che ognuno aveva relativo alla propria area concerto si poteva circolare liberamente andando anche all’ombra degli alberi. C’erano bagni chimici ovunque e questo è un aspetto molto importante quando si fanno concerti di grandi dimensioni. Bagni chimici che, peraltro, erano presenti anche lungo il tragitto dalla stazione al parco». Possibile che non ci sia stato neppure un intoppo? «In effetti, per due ore è mancata l’acqua nel senso che tutti i punti di distribuzione l’avevano finita. Per me, che ho come detto una certa esperienza dei concerti di Vasco non è stato un problema perchè ne avevo portata parecchia , ma per altri stare senza acqua, insomma... Il tutto, comunque si è risolto, in poco meno di due opre e quindi direi che anche sotto quest’aspetto di gestire eventuali emergenze in corsa, l’organizzazione ha risposto più che bene». ultima chicca: «Nel nostro stesso albergo a Reggio Emilia c’era Dino Vitola, manager di molti artisti. Fu proprio lui a portare Vasco a San Remo».

Ed è stato un ossolano, Emanuele Zappia, a varcare per primo i cancelli del Modena Park. Una passione viscerale quella del ventiduenne domese per Vasco, come si evince anche dal suo profilo Facebook, zeppo di frasi e scritte inneggianti il  “Komandante”. Ed infatti è stato proprio lui il primo ad arrivare sotto il palco, 24 ore prima del concerto, dopo ore d’attesa e infine una corsa a perdifiato non appena hanno aperto il varco al Pit. “E questa estate invece di andare al mare, vado in transenna al Modena park, altro che al mare. Ci vediamo tra poco vecchio Vasco” aveva scritto su Fb prima di postare con soddisfazione la foto del suo obiettivo raggiunto, facendosi immortalare con il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli: venerdì sera, precisamente alle 21,20, quando sono stati aperti i cancelli, il domese è stato il primo ad entrare e ad arrivare sotto il palco tra i 220 mila fans accorsi da ogni dove per il concertone di Vasco Rossi. 

Clarissa Brusati 
Marco De Ambrosis

Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 3 luglio 2017

 

Sono stati davvero tanti i novaresi  che hanno deciso di prendere parte a quello che sarà ricordato come il concerto evento più grande mai tenuto: «Oggi Modena è la capitale mondiale del rock», ha detto Vasco in più occasioni. Una folla di 220mila, un concerto contro la paura, dove l’organizzazione ha tenuto e la volontà a trasformare il momento in un’occasione bella, unica e irripetibile è stata ampiamente soddisfatta e condivisa da tutti, ognuno con la propria storia, il proprio ricordo, la propria emozione. Una carrellata lunga 40 anni con canzoni che hanno accompagnato i fan ormai con i capelli grigi e anche quelli che sono nati negli anni ‘80, quando Vasco era  già... Vasco.

Tra i novaresi al Modena Park anche il noto cantautore Francesco Farina, al suo 60° concerto: «Siamo partiti giovedì per vedere le prove aperte ai Fan club - racconta - Ma eravamo in pochini, solo 15 mila, più alcuni invitati fatti direttamente da Vasco e circa 500 residenti di Modena a cui è stato regalato l’ingresso per chiedere “scusa” del disagio causato dall’evento. Una spettacolo meraviglioso, ma nulla a che vedere con quello che poi sarebbe stato il concerto. E’ stato davvero impagabile». Come detto, Francesco e altri amici, erano partiti giovedì, «poi però siamo rientrati in nottata e sabato mattina siamo ripartiti.  Questa volta siamo andati in macchina fino a Reggio Emilia e poi da lì abbiamo preso il treno, perchè l’invito era proprio quello di arrivare a Modena in treno. Certo è che, però, un consiglio, dato a 220mila persone, equivale ad un “non consiglio”, perchè la maggior parte l’ha ascoltato e quindi poi al rientro è stato davvero faticoso raggiungere di nuovo Reggio Emilia. Avendo amici che hanno scelto la macchina, abbiamo poi saputo che per loro il rientro è stato molto meno impegnativo. Comunque, questo è proprio solo una pagliuzza. Tutto si è svolto con grande organizzazione». Essendo al suo 60° concerto di esperienza ne ha davvero tanta: «Siamo entrati intorno alle 13 e tutti venivano giustamente controllati, temevamo delle lunghe code e invece non è stato così. Poi grazie al braccialetto che ognuno aveva relativo alla propria area concerto si poteva circolare liberamente andando anche all’ombra degli alberi. C’erano bagni chimici ovunque e questo è un aspetto molto importante quando si fanno concerti di grandi dimensioni. Bagni chimici che, peraltro, erano presenti anche lungo il tragitto dalla stazione al parco». Possibile che non ci sia stato neppure un intoppo? «In effetti, per due ore è mancata l’acqua nel senso che tutti i punti di distribuzione l’avevano finita. Per me, che ho come detto una certa esperienza dei concerti di Vasco non è stato un problema perchè ne avevo portata parecchia , ma per altri stare senza acqua, insomma... Il tutto, comunque si è risolto, in poco meno di due opre e quindi direi che anche sotto quest’aspetto di gestire eventuali emergenze in corsa, l’organizzazione ha risposto più che bene». ultima chicca: «Nel nostro stesso albergo a Reggio Emilia c’era Dino Vitola, manager di molti artisti. Fu proprio lui a portare Vasco a San Remo».

Ed è stato un ossolano, Emanuele Zappia, a varcare per primo i cancelli del Modena Park. Una passione viscerale quella del ventiduenne domese per Vasco, come si evince anche dal suo profilo Facebook, zeppo di frasi e scritte inneggianti il  “Komandante”. Ed infatti è stato proprio lui il primo ad arrivare sotto il palco, 24 ore prima del concerto, dopo ore d’attesa e infine una corsa a perdifiato non appena hanno aperto il varco al Pit. “E questa estate invece di andare al mare, vado in transenna al Modena park, altro che al mare. Ci vediamo tra poco vecchio Vasco” aveva scritto su Fb prima di postare con soddisfazione la foto del suo obiettivo raggiunto, facendosi immortalare con il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli: venerdì sera, precisamente alle 21,20, quando sono stati aperti i cancelli, il domese è stato il primo ad entrare e ad arrivare sotto il palco tra i 220 mila fans accorsi da ogni dove per il concertone di Vasco Rossi. 

 
Clarissa Brusati 
Marco De Ambrosis

Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 3 luglio 2017

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