Nuovo Guercino per “In Principio”
NOVARA - Un nuovo Guercino per la mostra “In Principio”. Dalla Galleria Sabauda di Torino arriva l’opera “Padre eterno” grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Da oggi, martedì 3 marzo, prende il posto di “Atlante” (proveniente dai Musei Civici Fiorentini – Museo Stefano Bardini), pronto a partire per un tour internazionale in Giappone.
Ci sarà una nuova presenza nella sezione 1 della grande mostra allestita nell’Arengo del Broletto, un viaggio nel tempo e nello spazio, per far dialogare scienza e arte. Per stupirsi davanti al mito della Medusa. Per interrogarsi ammirando le lune di Galileo. Per emozionarsi contemplando le meraviglie della struttura più complessa dell’universo: il cervello. La mostra-evento “In Principio. Dalla nascita dell'Universo all'origine dell'arte”, prodotta da Fondazione Teatro Coccia Onlus in partnership con Codice. Idee per la Cultura, è promossa da Comune di Novara e Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte nell’ambito del Sistema Culturale Integrato Novarese con il sostegno di importanti sponsor pubblici e privati: fino al 6 aprile accoglie i visitatori nelle sue sette sezioni che, come un filo rosso, seguono i grandi interrogativi dell’uomo, quelli che da sempre accompagnano lo sviluppo dell’umanità. Ideata da Sergio Risaliti, è curata da Silvia Bencivelli, Stefano Papi e Sergio Risaliti. Ed è Risaliti a inquadrare il nuovo arrivo: «Del “Padre eterno” esistono diverse versioni: in quella conservata alla Galleria Sabauda, dal 3 marzo in mostra a Novara, il Creatore dell’universo allarga le braccia a contenere tutto il creato, ma non tiene vicino a sé un globo terrestre, come nelle altre redazioni. La tavolozza è quella più tipica del pittore di Cento: i nimbi argentati dialogano con lo sfondo giallo oro e con le stoffe risolte con rosso vermiglio e rosa pallido. La figura a mezzo busto dell’anziano Artefice, con la fronte alta e stempiata e la folta barba, avanza dal centro verso lo spettatore, sovrastando lo spazio infinito; un’invenzione, questa, che serve a far immaginare la sovranità di Dio e l’immensa vastità della sua opera». Il commento del biblista don Silvio Barbaglia, vice presidente della Fondazione Teatro Coccia. «Padre eterno, due parole, un sostantivo e un aggettivo. Così lontane tra loro, quasi in un’opposizione polare, come gli estremi del globo. “Padre”. Nulla di così vicino, connaturale a ciascuna creatura. “Di lui siamo stirpe”, dicevano gli antichi filosofi. “Eterno”. Nulla di così inarrivabile, impensabile, indicibile. L’eterno sta al tempo, come l’immenso sta allo spazio. Ciò che è eterno, invisibile, inarrivabile, irraggiungibile è stato consegnato nelle braccia dell’umanità, come la cosa più intima di tutte».
Nella prima sezione “Atlante” era contrapposto all’opera di Alberto Di Fabio, “Big Bang”. «La filosofia e l’uomo della strada – sono parole di Stefano Papi, uno dei curatori della mostra - rispondevano alle grandi domande attraverso il mito e le credenze religiose, l’antropomorfizzazione dell’elemento naturale: serviva per trovare delle certezze, per rassicurarsi, per capire quello che c’è fuori. Invece l’approccio scientifico degli scienziati di oggi, che con il Big Bang rispondono in modo moderno a quelle domande, non si rivolge più al mito, ma alla ricerca vera e propria». Ora nelle sale del Broletto arriva un nuovo Guercino.
Eleonora Groppetti
NOVARA - Un nuovo Guercino per la mostra “In Principio”. Dalla Galleria Sabauda di Torino arriva l’opera “Padre eterno” grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte. Da oggi, martedì 3 marzo, prende il posto di “Atlante” (proveniente dai Musei Civici Fiorentini – Museo Stefano Bardini), pronto a partire per un tour internazionale in Giappone.
Ci sarà una nuova presenza nella sezione 1 della grande mostra allestita nell’Arengo del Broletto, un viaggio nel tempo e nello spazio, per far dialogare scienza e arte. Per stupirsi davanti al mito della Medusa. Per interrogarsi ammirando le lune di Galileo. Per emozionarsi contemplando le meraviglie della struttura più complessa dell’universo: il cervello. La mostra-evento “In Principio. Dalla nascita dell'Universo all'origine dell'arte”, prodotta da Fondazione Teatro Coccia Onlus in partnership con Codice. Idee per la Cultura, è promossa da Comune di Novara e Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte nell’ambito del Sistema Culturale Integrato Novarese con il sostegno di importanti sponsor pubblici e privati: fino al 6 aprile accoglie i visitatori nelle sue sette sezioni che, come un filo rosso, seguono i grandi interrogativi dell’uomo, quelli che da sempre accompagnano lo sviluppo dell’umanità. Ideata da Sergio Risaliti, è curata da Silvia Bencivelli, Stefano Papi e Sergio Risaliti. Ed è Risaliti a inquadrare il nuovo arrivo: «Del “Padre eterno” esistono diverse versioni: in quella conservata alla Galleria Sabauda, dal 3 marzo in mostra a Novara, il Creatore dell’universo allarga le braccia a contenere tutto il creato, ma non tiene vicino a sé un globo terrestre, come nelle altre redazioni. La tavolozza è quella più tipica del pittore di Cento: i nimbi argentati dialogano con lo sfondo giallo oro e con le stoffe risolte con rosso vermiglio e rosa pallido. La figura a mezzo busto dell’anziano Artefice, con la fronte alta e stempiata e la folta barba, avanza dal centro verso lo spettatore, sovrastando lo spazio infinito; un’invenzione, questa, che serve a far immaginare la sovranità di Dio e l’immensa vastità della sua opera». Il commento del biblista don Silvio Barbaglia, vice presidente della Fondazione Teatro Coccia. «Padre eterno, due parole, un sostantivo e un aggettivo. Così lontane tra loro, quasi in un’opposizione polare, come gli estremi del globo. “Padre”. Nulla di così vicino, connaturale a ciascuna creatura. “Di lui siamo stirpe”, dicevano gli antichi filosofi. “Eterno”. Nulla di così inarrivabile, impensabile, indicibile. L’eterno sta al tempo, come l’immenso sta allo spazio. Ciò che è eterno, invisibile, inarrivabile, irraggiungibile è stato consegnato nelle braccia dell’umanità, come la cosa più intima di tutte».
Nella prima sezione “Atlante” era contrapposto all’opera di Alberto Di Fabio, “Big Bang”. «La filosofia e l’uomo della strada – sono parole di Stefano Papi, uno dei curatori della mostra - rispondevano alle grandi domande attraverso il mito e le credenze religiose, l’antropomorfizzazione dell’elemento naturale: serviva per trovare delle certezze, per rassicurarsi, per capire quello che c’è fuori. Invece l’approccio scientifico degli scienziati di oggi, che con il Big Bang rispondono in modo moderno a quelle domande, non si rivolge più al mito, ma alla ricerca vera e propria». Ora nelle sale del Broletto arriva un nuovo Guercino.
Eleonora Groppetti