Omegna, sfrattato il commissariato

Omegna, sfrattato il commissariato
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OMEGNA - Adesso è ufficiale.  La questura di Verbania ha confermato  la voce che, informalmente, circolava da giorni. Il commissariato di Omegna ha ricevuto l’ingiunzione di sfratto dalla società immobiliare proprietaria dello stabile. Il vicequestore Mauro Patera e i suoi sottoposti devono traslocare entro 180 giorni dalla notifica dello sfratto. 
L’ingiunzione, presumibilmente, è la prima conseguenza pratica della revoca della delibera di concessione alla Polizia di stato della ex-sede del Giudice di pace adottata dalla giunta guidata da Paolo Marchioni. Fino a quando il trasloco era dato per scontato, probabilmente, le parti s’erano tacitamente accordate per un epilogo amichevole. 

OMEGNA - Adesso è ufficiale.  La questura di Verbania ha confermato  la voce che, informalmente, circolava da giorni. Il commissariato di Omegna ha ricevuto l’ingiunzione di sfratto dalla società immobiliare proprietaria dello stabile. Il vicequestore Mauro Patera e i suoi sottoposti devono traslocare entro 180 giorni dalla notifica dello sfratto. 
L’ingiunzione, presumibilmente, è la prima conseguenza pratica della revoca della delibera di concessione alla Polizia di stato della ex-sede del Giudice di pace adottata dalla giunta guidata da Paolo Marchioni. Fino a quando il trasloco era dato per scontato, probabilmente, le parti s’erano tacitamente accordate per un epilogo amichevole. 
Già prima dello sfratto, era circolata l’ipotesi – che il questore Salvatore Campagnolo aveva evitato di commentare – di una suddivisione degli uomini in servizio a Omegna tra Verbania e Domodossola in attesa di una soluzione nel Cusio ma non più ad Omegna. 
Nella vicenda s’era inserito il sindaco di Gravellona, Giovanni Morandi, proponendo a mezzo stampa l’edificio che, al piano terra, già ospita la polizia municipale. I locali al primo piano sarebbero immediatamente disponibili e la proprietà avrebbe dato il suo assenso. 
I 180 giorni entro i quali il commissariato è obbligato a lasciar liberi i locali di via Comoli rendono ardue entrambe le alternative individuate da Marchioni. L’ex-scuola elementare di Crusinallo, occupata fino al 31 dicembre dal centro d’accoglienza per richiedenti asilo gestito dalla cooperativa Versoprobo, e la ex-sede degli uffici Lagostina. Soluzioni dai costi molto superiori agli 80 mila euro accantonati in bilancio dall’amministrazione Mellano, peraltro giudicati insufficienti da Marchioni secondo il quale adeguare i locali alle esigenze della Polizia richiederebbe un investimento di 120 mila euro. Per Crusinallo ne occorrerebbero 800 mila, per gli ex-uffici Lagostina non si sa. La terza ipotesi, gli uffici comunali in via De Angeli destinati a trasferirsi proprio all’ex-sede del Giudice di pace, non è più fra le opzioni possibili. 
Il Pd non s’è lasciato sfuggire l’occasione per presentare un’interpellanza. Ma Marchioni non intende tornare sulle sue decisioni.

Mauro Rampinini

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