Per la Paffoni un bagno di umiltà

Per la Paffoni un bagno di umiltà
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La Paffoni torna con un salutare bagno di umiltà dalla vicina trasferta di Varese. La Fulgor, troppo presuntuosa e narcisista nei suoi atteggiamenti, paga dazio al Campus, lasciando per strada i primi due punti stagionali. Fa  festa la squadra di Vescovi, che cancella lo 0 in classifica. Al Campus d’altronde sembra di essere al PalaBattisti: sono quasi 200 i tifosi rossoverdi al seguito, per la gioia del cassiere che si gode un incasso da categoria superiore. La partenza sembra far pensare ad una passeggiata: subito 5-0 e 7-2, con un Dagnello ispiratissimo. Varese fa una fatica tremenda in attacco, ma ha il merito di non farsi spazzare via, anche perché la Fulgor sbaglia troppi tiri aperti, sia sul perimetro che da sotto. Santambrogio segna dall’arco ed in penetrazione e la Robur è viva: Simoncelli prova a ricacciarla indietro, ma Castelletta risponde con la stessa moneta e così al 10’ la Paffoni guida ma Varese è in scia: 14-16. Il secondo quarto è quello dei rimpianti per i cusiani: come scritto in precedenza, Omegna si accontenta di giocare al gatto con il topo, forte di una presunta superiorità. La Fulgor amministra, il suo margine oscilla tra i 3 ed i 7 punti, ma con un break di 4-0 negli ultimi secondi la Coelsanus va all’intervallo sotto di sole tre lunghez

La Paffoni torna con un salutare bagno di umiltà dalla vicina trasferta di Varese. La Fulgor, troppo presuntuosa e narcisista nei suoi atteggiamenti, paga dazio al Campus, lasciando per strada i primi due punti stagionali. Fa  festa la squadra di Vescovi, che cancella lo 0 in classifica. Al Campus d’altronde sembra di essere al PalaBattisti: sono quasi 200 i tifosi rossoverdi al seguito, per la gioia del cassiere che si gode un incasso da categoria superiore. La partenza sembra far pensare ad una passeggiata: subito 5-0 e 7-2, con un Dagnello ispiratissimo. Varese fa una fatica tremenda in attacco, ma ha il merito di non farsi spazzare via, anche perché la Fulgor sbaglia troppi tiri aperti, sia sul perimetro che da sotto. Santambrogio segna dall’arco ed in penetrazione e la Robur è viva: Simoncelli prova a ricacciarla indietro, ma Castelletta risponde con la stessa moneta e così al 10’ la Paffoni guida ma Varese è in scia: 14-16. Il secondo quarto è quello dei rimpianti per i cusiani: come scritto in precedenza, Omegna si accontenta di giocare al gatto con il topo, forte di una presunta superiorità. La Fulgor amministra, il suo margine oscilla tra i 3 ed i 7 punti, ma con un break di 4-0 negli ultimi secondi la Coelsanus va all’intervallo sotto di sole tre lunghezze, 30-33.  Il secondo tempo si apre come si era chiuso il primo: difficoltà per la Paffoni, che segna con il contagocce, mentre si iscrive alla partita Federico Bolzonella, che comincia a trovare il fondo della retina. Altro parziale a favore della Robur e primo vantaggio del match, tanto che al 30’ il tabellone segna 52-47, con Corral nervoso che si prende un tecnico, se la prende con tutti e si siede in panchina. Nell’ultimo quarto ci si aspetta che da un momento all’altro la Paffoni possa trovare pareggio e sorpasso: in effetti, dopo essere sprofondata a meno 8 sulla tripla di Santambrogio al 35’, Omegna torna nuovamente sotto, sul meno uno. Ma qui arriva qualche decisione arbitrale discutibile: prima tre liberi a Bolzonella per un fallo molto dubbio di Corral, poi un altro fallo a Santambrogio inesistente, con proteste di Ghizzinardi e tecnico. Morale della favola, sei liberi in trenta secondi e Varese nuovamente a +7. Arrigoni però sale in cattedra, quasi da solo ricuce lo strappo, aiutato anche da Simoncelli. Varese sbanda e trema, anche perché a 14’’ dalla sirena Matteucci commette una clamorosa ingenuità su Simoncelli che, dopo un rimbalzo, si era proiettato in contropiede arrestandosi dall’arco per il pareggio: il fallo è evidente e significa tre liberi. L’ex Tortona però sbaglia il primo e mette gli altri due. Sul fallo sistematico Bolzonella prima e Maruca dopo non sbagliano: 72-68 per Varese  «Siamo stati poco umili: abbiamo commesso troppi errori, anche per un atteggiamento sbagliato. Una doccia fredda che mi auguro ci faccia bene: bisogna parlare di meno ed essere cattivi» le parole di coach Ghizzinardi.

d.p.

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