“Piazzàti ma non spiaggiati”: l’amicizia calpesta la violenza

“Piazzàti ma non spiaggiati”: l’amicizia calpesta la violenza
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NOVARA, Danze popolari sotto la guida degli animatori dell’associazione TuttAltraMusica (a condurre nei balli oltre un centinaio di persone tra bambini, ragazzi e adulti, è stato Rocco Dipoppa), tatuaggi con l’hennè, laboratori per disegnare murales e realizzare simpatici oggetti con la carta, il cabaret de “I Barlafus” e tanta musica. Tutto questo è stato, sabato pomeriggio, in via Monte San Gabriele, davanti alla sede dell’Aism, l’evento principale che ha aperto il progetto “Piazzàti ma non spiaggiati”, che si è aggiudicato il primo posto della graduatoria stilata dalla Provincia di Novara nel bando “AggregAzione giovanile”.

Un’iniziativa che ha avuto già un suo prologo con una festa all’istituto comprensivo Bottacchi. Un progetto che nasce dai giovani per i giovani e che vede come ente capofila la parrocchia di San Francesco, guidata da don Marco Rondonotti. Coinvolti nella rete anche l’istituto Bottacchi, l’Aism, il CSI (Centro sportivo italiano) Rizzottaglia, gli Scout, l’Agorà Donatello onlus, la Comunità Samuel Opera Don Guanella, le parrocchie della Sacra Famiglia e del Torrion Quartara, il comitato genitori “Noi dei quarto circolo”. All’evento di sabato hanno partecipato anche i GMI, i Giovani musulmani d’Italia, sezione di Novara.

Un progetto della durata di un anno (si concluderà a maggio 2017) e che ha avuto un finanziamento di 5mila euro dalla Provincia (sabato era presente la consigliera Laura Noro). «Da qualche tempo – hanno spiegato Chiara Ferrari e Francesca Carmine, della parrocchia di S. Francesco – avevamo l’idea di fare comunità anche fuori dall’oratorio. Un’idea di fare rete con le altre realtà della nostra zona. Un bisogno che si è accentuato dopo quanto accaduto a marzo, quando alcuni scout del Milanese furono aggrediti in quest’area da giovanissimi del luogo. Partendo da un fatto negativo, l’intento è usare quel luogo per vivere la ‘piazza’, rilanciandola e vivendola in modo meno passivo. Vogliamo dare vita a spazi dove i ragazzi siano protagonisti e restituire vita a luoghi sinora quasi dimenticati».

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola lunedì 24 ottobre

NOVARA, Danze popolari sotto la guida degli animatori dell’associazione TuttAltraMusica (a condurre nei balli oltre un centinaio di persone tra bambini, ragazzi e adulti, è stato Rocco Dipoppa), tatuaggi con l’hennè, laboratori per disegnare murales e realizzare simpatici oggetti con la carta, il cabaret de “I Barlafus” e tanta musica. Tutto questo è stato, sabato pomeriggio, in via Monte San Gabriele, davanti alla sede dell’Aism, l’evento principale che ha aperto il progetto “Piazzàti ma non spiaggiati”, che si è aggiudicato il primo posto della graduatoria stilata dalla Provincia di Novara nel bando “AggregAzione giovanile”.

Un’iniziativa che ha avuto già un suo prologo con una festa all’istituto comprensivo Bottacchi. Un progetto che nasce dai giovani per i giovani e che vede come ente capofila la parrocchia di San Francesco, guidata da don Marco Rondonotti. Coinvolti nella rete anche l’istituto Bottacchi, l’Aism, il CSI (Centro sportivo italiano) Rizzottaglia, gli Scout, l’Agorà Donatello onlus, la Comunità Samuel Opera Don Guanella, le parrocchie della Sacra Famiglia e del Torrion Quartara, il comitato genitori “Noi dei quarto circolo”. All’evento di sabato hanno partecipato anche i GMI, i Giovani musulmani d’Italia, sezione di Novara.

Un progetto della durata di un anno (si concluderà a maggio 2017) e che ha avuto un finanziamento di 5mila euro dalla Provincia (sabato era presente la consigliera Laura Noro). «Da qualche tempo – hanno spiegato Chiara Ferrari e Francesca Carmine, della parrocchia di S. Francesco – avevamo l’idea di fare comunità anche fuori dall’oratorio. Un’idea di fare rete con le altre realtà della nostra zona. Un bisogno che si è accentuato dopo quanto accaduto a marzo, quando alcuni scout del Milanese furono aggrediti in quest’area da giovanissimi del luogo. Partendo da un fatto negativo, l’intento è usare quel luogo per vivere la ‘piazza’, rilanciandola e vivendola in modo meno passivo. Vogliamo dare vita a spazi dove i ragazzi siano protagonisti e restituire vita a luoghi sinora quasi dimenticati».

mo.c.

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