"Platini? Un fuoriclasse, ma i suoi calzettoni calati non li sopportavo" (fotogallery)

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ORTA SAN GIULIO - Giovanni Trapattoni, ex calciatore del Milan e della Nazionale italiana e quindi Commissario tecnico dell’Italia e dell’Irlanda è stato accolto martedì sera all’Hotel San Rocco di Orta San Giulio con un’ovazione da parte dei soci e degli ospiti del locale Rotary Club . Per una serata il “Trap” è stato l’eccezionale testimonial della campagna “End Polio Now” in occasione della Giornata Mondiale della Polio sostenuta a livello internazionale dal Rotary Club che assieme ad altri importanti partners ha contribuito a ridurre del 99,9% i casi di polio in tutto il mondo. Accolto dal presidente del club Mario Sgrò, dal responsabile distrettuale della Commissione Polio Plus Andrea Lucchini e dal Sindaco di Orta Giorgio Angeleri, Trapattoni, accompagnato dalla moglie, è stato protagonista nella stessa serata anche di un faccia a faccia con il giornalista Paolo Brusorio che lo ha sottoposto ad una raffica di domande. Alle quali Trapattoni ha risposto svelando anche alcuni aneddoti della sua lunga carriera calcistica. Ricordando il Milan dei suoi tempi Trapattoni con un certo rammarico ha tra l’altro detto: “In quegli anni la società aveva a cuore anche la crescita personale dei propri atleti ed affiancava agli allenamenti della squadra dei veri e propri momenti di formazione, sia con professionisti e psicologi ma anche con visite alle bellezze architettoniche e culturali della città”. E che dire invece della Juventus dell’avvocat

ORTA SAN GIULIO - Giovanni Trapattoni, ex calciatore del Milan e della Nazionale italiana e quindi Commissario tecnico dell’Italia e dell’Irlanda è stato accolto martedì sera all’Hotel San Rocco di Orta San Giulio con un’ovazione da parte dei soci e degli ospiti del locale Rotary Club . Per una serata il “Trap” è stato l’eccezionale testimonial della campagna “End Polio Now” in occasione della Giornata Mondiale della Polio sostenuta a livello internazionale dal Rotary Club che assieme ad altri importanti partners ha contribuito a ridurre del 99,9% i casi di polio in tutto il mondo. Accolto dal presidente del club Mario Sgrò, dal responsabile distrettuale della Commissione Polio Plus Andrea Lucchini e dal Sindaco di Orta Giorgio Angeleri, Trapattoni, accompagnato dalla moglie, è stato protagonista nella stessa serata anche di un faccia a faccia con il giornalista Paolo Brusorio che lo ha sottoposto ad una raffica di domande. Alle quali Trapattoni ha risposto svelando anche alcuni aneddoti della sua lunga carriera calcistica. Ricordando il Milan dei suoi tempi Trapattoni con un certo rammarico ha tra l’altro detto: “In quegli anni la società aveva a cuore anche la crescita personale dei propri atleti ed affiancava agli allenamenti della squadra dei veri e propri momenti di formazione, sia con professionisti e psicologi ma anche con visite alle bellezze architettoniche e culturali della città”. E che dire invece della Juventus dell’avvocato Gianni Agnelli e di Giampiero Boniperti ? “Il primo – ha risposto – mi chiamava tutte le mattine alle 5,30 e mia moglie mi diceva di non rispondere perché era troppo presto. Potete immaginare perché non potevo farlo. Quando diceva poi “abbiamo vinto ma non mi sono divertito” era un messaggio chiaro e sapevi come e dove lavorare per migliorare. Oppure “ho operai da licenziare, non posso acquistare giocatori” comprendevi la visione dell’imprenditore e del tifoso”. Alla domanda se fosse più facile allenare un fluoriclasse o un giocatore qualunque, Trapattoni ha detto: “Michel Platini, un genio, un talento puro, a volte indisciplinato, non sopportavo i suoi calzettoni sempre calati. Come rispondere? Negli anni mi sono appassionato all’arte pittorica. Perdonatemi il paragone ma è come esaltarsi di fronte ad un quadro. Due, tre pennellate d’artista emozionano, così fanno le azioni in campo dei fuoriclasse, risolvono le partite e mandano in delirio le folle”. Trapattoni si è anche soffermato a parlare del calcio giovanile rispondendo alla domanda: “Si fa abbastanza per aiutare i giovani a fare sport e non a diventare campioni?”. “ Qualche anno fa – ha risposto – c’era un certo rapporto umano e famigliare e quello che poteva essere il rispetto dei genitori e delle persone anziane non c’è più. C’è un mondo che cammina molto veloce e quindi pur essendoci educazione e rispetto si è portati a desiderare tutto e subito. Alla mia età posso non comprendere appieno, condivido la modernità e lo stare al passo con i tempi ma le esagerazioni sono fuori luogo”. Nelle foto, alcuni momenti della piacevole serata conviviale con il “Trap”.

Carlo Panizza

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