Processo Bloodsucker, parlano i due carabinieri alla sbarra

Processo Bloodsucker, parlano i due carabinieri alla sbarra
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NOVARA - Nuova udienza, mercoledì in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese), indagine che – nel 2014 – aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si sviluppava poi in molte altre regioni d’Italia. Vittime c’erano state in Piemonte, Lazio, Lombardia e Veneto. Alla sbarra, in questa fase della vicenda giudiziaria, ci sono sette persone, tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non h

NOVARA - Nuova udienza, mercoledì in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese), indagine che – nel 2014 – aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si sviluppava poi in molte altre regioni d’Italia. Vittime c’erano state in Piemonte, Lazio, Lombardia e Veneto. Alla sbarra, in questa fase della vicenda giudiziaria, ci sono sette persone, tutti coloro che sono stati rinviati a giudizio e non hanno scelto riti alternativi durante l’udienza preliminare. Ieri in aula sono stati ascoltati, tra gli altri, due degli imputati, due carabinieri, finiti nella vicenda per un verbale modificato e accusati quindi di falso (questa la sola accusa che pende sui due). Per l’accusa avrebbero annullato una multa per sorpasso azzardato a un dipendente, un autista, della famiglia Di Giovanni in un controllo del 2010. «Contesto categoricamente quest’accusa – ha riferito uno dei due – Sono uno che incentiva le contravvenzioni, che dice di colpire quando gli automobilisti non rispettano le regole. No – ha poi risposto ad alcune domande – non ho mai ricevuto richieste dai Di Giovanni per annullare delle multe». Ha negato gli addebiti anche il collega. Prossima udienza il 29 marzo.

mo.c.

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