Quando con l’aceto si studiava la radioattività
Un secolo e mezzo di aceto. L'ha ripercorso Cesare Ponti, presidente della Ponti Spa, intervenuto al Club Unione alla conviviale del Lions Club Novara Host presieduto da Gianfranco Quaglia. Ponti, già presidente dell'Associazione Industriali di Novara,dell'Associazione Europea di categoria delle conserve alimentari, della Banca Popolare di Intra, dell'Associa
Un secolo e mezzo di aceto. L'ha ripercorso Cesare Ponti, presidente della Ponti Spa, intervenuto al Club Unione alla conviviale del Lions Club Novara Host presieduto da Gianfranco Quaglia. Ponti, già presidente dell'Associazione Industriali di Novara,dell'Associazione Europea di categoria delle conserve alimentari, della Banca Popolare di Intra, dell'Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, attuale vicepresidente di Federalimentari e presidente della Fondazione Comunità del Novarese Onlus, ha descritto dalle origini la storia dell'impresa iniziata ufficialmente dal bisnonno Giovanni Ponti (noto con il soprannome dialettale di “Giuanin d'laasei”, cioè “Giovanni dell'aceto”) nel 1867. Tuttavia, il cammino potrebbe anche essere iniziato prima: «Esiste un documento storico secondo cui nel 1470 il Ducato di Milano acquistava il vino vespolina a Ghemme - ha spiegato Cesare Ponti, la cui famiglia è originaria di Sizzano- Secondo alcune ricerche di Sergio Monferini la famiglia Ponti acquistava e vendeva vigneti già nel 1600. A fine 1700, due fratelli Ponti si divisero le proprietà perché uno di loro si sarebbe fatto sacerdote. Nei document irelativi al matrimonio di mio nonno, Antonio Ponti, era indicata la professione di “produttore di aceto”. Girava con il calesse e due botti, una di vino e una di aceto. Mio padre Guido fece la scuola enologica ad Alba e nel 1948 acquistò la cantina di Ghemme». Cesare Ponti, classe 1940, è entrato in azienda nel 1965: «Con mio fratello Franco, più giovane di due anni. L'aceto era un prodotto molto povero, c'erano anche i problemi della concorrenza e della sofisticazione. La vita, però, al 50% è fortuna: un professore di Monaco si mise a studiare la radioattività prendendo proprio l'aceto come elemento di confronto. Il metodo C14 fu utilizzato per analizzare i prodotti di aceto. L'unico apparecchio in Italia era alla Montedison a Novara. Mettemmo a punto un sistema anti-sofisticazione ed acquisimmo diverse aziende piccole o medie, dando vita ad una rete di produzione in tutta Italia ed abbassando la voce di costo legata ai trasporti per mantenere un prezzo finale omogeneo in tutto il Paese. Alla sede di Ghemme abbiamo aggiunto lo stabilimento di Dossion di Casier (Treviso) e di Anagni (Frosinone)». Un'altra leva di successo fu il lancio di “Peperlizia”: «Il peperone in agrodolce è un prodotto di nicchia, con la nostra ricetta rimane croccante anche dopo 3 anni ed è più digeribile - ha proseguito Cesare Ponti - Capimmo l'importanza di valorizzare il prodotto italiano, come anche la cipolla borretana, abbinato all'innovazione». Un peso determinante per il successo di Ponti l'ha avuto anche la pubblicità: «Mediaset dava la possibilità di pagarla in base ai risultati ottenuti, ce la siamo ripagata riuscendo a trasmettere al consumatore i concetti di tradizione, credibilità, qualità,trasparenza. La stessa correttezza c'è con i dipendenti, con i quali abbiamo stipulato un contratto di lavoro legato anche al valore aggiunto. Abbiamo da sempre rapporti solidi con il territorio, l'azienda non è mai stata solo nostra». Nel 1991 l'ingresso in un'altra nicchia, quella dell'aceto balsamico con l'acquisizione dello stabilimento di Modenaceti Srl a Vignola (Modena), poi sono arrivate le confezioni di verdure («utilizziamo quasi esclusivamente prodotto italiano», ha precisato Ponti), e l'aceto di mele («abbiamo occupato tutti i settori merceologici con un prodotto più confacente ai nuovi gusti, meno acido e con proprietà benefiche»). E' del 2008 l'acquisizione dell'azienda Achillea di Paesana(Cn) per la produzione di aceto di vino biologico: «La crisi? L'abbiamo notata nel mercato delle conserve. A livello generale qualche segnale di ripresa c'è, possono essere importanti gli aiuti del Governo con la decontribuzione sulla produttività. Si dice che l'Italia avrebbe abbattuto il rapporto debito pubblico/Pil per la prima volta dopo anni: sarebbe un segnale positivo». Le redini dell'azienda sono ormai prossime a passare alla quinta generazione di Ponti, con nuove sfide da affrontare e traguardi da inseguire: «Il lavoro è cambiato: una volta era più manuale, adesso siamo quasi diventati imbottigliatori - ha osservato Ponti - In passato si agiva in silenzio,ora si fanno i bilanci sociali. Le nuove leve, per far crescere ancora l'azienda,dovranno concentrarsi sull'export (il fatturato all'estero è oggi pari al 25% del totale, con la distribuzione in 70 Paesi). Dal canto mio, mi reputo fortunato ad essere nato e vissuto in un piccolo paese comunità e di aver vissuto il mondo delle associazioni, punto di riferimento per le relazioni con gli altri».
Filippo Bezio