«Resistenza oggi è accesso alla conoscenza»

«Resistenza oggi è accesso alla conoscenza»
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NOVARA - Questa volta l’invito a fermarsi e riflettere viene dalla stampa uscita 70 anni fa. Con la mostra bibliografica “I giornali della Resistenza e della Liberazione. Spunti di riflessione” allestita fino al 2 maggio al primo piano della Biblioteca Negroni di Novara. Un’occasione per analizzare il passato e offrire una chiave di lettura contemporanea grazie all’iniziativa curata dal gruppo di volontari che garantiscono l’apertura della Sezione Novarese: l’esposizione nasce dall’impegno di Giuseppina Cantoia, Anna Denes e Anna Prandina che in questo modo vogliono «valorizzare il patrimonio della Biblioteca nella ricorrenza del 25 aprile. Viene proposta una scelta di articoli tratti dai periodici antifascisti locali, della città e del territorio, per stimolare la riflessione su un periodo fondante la nostra democrazia e per invitare a un approfondimento: in rassegna i principali avvenimenti dal 25 luglio 1943 ai giorni dell’aprile 1945 che hanno visto la caccia delle truppe naziste dal Nord Italia. Completano i pannelli le riproduzioni di alcune monografie sui temi resistenziali presenti nel patrimonio della “Negroni”, esposte proprio per stimolare ulteriormente la curiosità». I fatti del 1943 sono narrati attraverso le pagine de “L’Azione”, con le dimissioni di Mussolini e i primi atti del nuovo governo, l’armistizio con gli Alleati, e de “L’Italia libera”. Dal quadro nazionale a quello novarese con l’ingresso del nuovo pastore della Diocesi, monsignor Giacomo Leone Ossola. «Una finestra che vuole sottolineare il ruolo importante svolto da monsignor Ossola». Non poteva mancare una sezione dedicata alla Repubblica dell’Ossola, «quell’esperienza di governo autonomo che registrò il coinvolgimento di tutte le forze antifasciste, quasi una “prova generale” del futuro Stato italiano. Una pagina di storia non troppo conosciuta ma che invece merita di essere di diventare occasione di riflessione. Viene raccontato un episodio che vide le formazioni partigiane salvare il tunnel del Sempione: il piano di vandalismi e sabotaggi studiato da Kesselring prevede la distruzione di infrastrutture, stabilimenti industriali, impianti idroelettrici. A marzo del ’45 giunge a Varzo una grande quantità di esplosivo destinato a minare il portale sud della galleria. Il piano viene sventato dai partigiani ossolani della 83ª Comolli: l’esplosivo viene incendiato dopo averlo tolto dal deposito. Nessuna vittima». Cambia anche il panorama della stampa. Dalla Stella Alpina alle testate clandestine ai giornali murali. L’Azione interrompe la pubblicazione nella seconda metà del 1944. Dopo il 26 aprile 1945 riprendono a uscire le principali testate cittadine. In vetrina il Corriere di Novara con il numero del 1° maggio 1945, “Il Trionfo della Libertà sulla Dittatura”. Ci sono “Il Lavoratore” e “La Lotta” a dare voce alla fine della guerra. Uno specchio sulla temperie culturale e politica dell’epoca. Il percorso arriva al 1946, concludendosi con un veloce sguardo sul dopoguerra: «Si avvicinano importanti scadenze, riprende la quotidianità con problemi economici pressanti. Una tappa fondamentale è il referendum, del 2 giugno 1946. Per la prima volta le donne possono esercitare il diritto di voto». Sul materiale esposto stanno lavorando tre terze medie, due della “Duca d’Aosta” e una del “San Lorenzo”: «I ragazzi consultano le fonti e si confrontano con testimonianze importanti attraverso l’analisi dei giornali locali. Un lavoro iniziato con la Prima Guerra e poi continuato con la Seconda. È un laboratorio aperto sulla storia e lo sviluppo della città». Di qui la proposta di una mostra che «punta sulla Resistenza perché Resistenza vuol dire permettere un approccio alla conoscenza consapevole che non c’è più. Studiare è approfondire la capacità di formulare un pensiero critico. Ecco gli spunti di riflessioni offerti. La Resistenza oggi è accesso alla conoscenza».

Eleonora Groppetti

NOVARA - Questa volta l’invito a fermarsi e riflettere viene dalla stampa uscita 70 anni fa. Con la mostra bibliografica “I giornali della Resistenza e della Liberazione. Spunti di riflessione” allestita fino al 2 maggio al primo piano della Biblioteca Negroni di Novara. Un’occasione per analizzare il passato e offrire una chiave di lettura contemporanea grazie all’iniziativa curata dal gruppo di volontari che garantiscono l’apertura della Sezione Novarese: l’esposizione nasce dall’impegno di Giuseppina Cantoia, Anna Denes e Anna Prandina che in questo modo vogliono «valorizzare il patrimonio della Biblioteca nella ricorrenza del 25 aprile. Viene proposta una scelta di articoli tratti dai periodici antifascisti locali, della città e del territorio, per stimolare la riflessione su un periodo fondante la nostra democrazia e per invitare a un approfondimento: in rassegna i principali avvenimenti dal 25 luglio 1943 ai giorni dell’aprile 1945 che hanno visto la caccia delle truppe naziste dal Nord Italia. Completano i pannelli le riproduzioni di alcune monografie sui temi resistenziali presenti nel patrimonio della “Negroni”, esposte proprio per stimolare ulteriormente la curiosità». I fatti del 1943 sono narrati attraverso le pagine de “L’Azione”, con le dimissioni di Mussolini e i primi atti del nuovo governo, l’armistizio con gli Alleati, e de “L’Italia libera”. Dal quadro nazionale a quello novarese con l’ingresso del nuovo pastore della Diocesi, monsignor Giacomo Leone Ossola. «Una finestra che vuole sottolineare il ruolo importante svolto da monsignor Ossola». Non poteva mancare una sezione dedicata alla Repubblica dell’Ossola, «quell’esperienza di governo autonomo che registrò il coinvolgimento di tutte le forze antifasciste, quasi una “prova generale” del futuro Stato italiano. Una pagina di storia non troppo conosciuta ma che invece merita di essere di diventare occasione di riflessione. Viene raccontato un episodio che vide le formazioni partigiane salvare il tunnel del Sempione: il piano di vandalismi e sabotaggi studiato da Kesselring prevede la distruzione di infrastrutture, stabilimenti industriali, impianti idroelettrici. A marzo del ’45 giunge a Varzo una grande quantità di esplosivo destinato a minare il portale sud della galleria. Il piano viene sventato dai partigiani ossolani della 83ª Comolli: l’esplosivo viene incendiato dopo averlo tolto dal deposito. Nessuna vittima». Cambia anche il panorama della stampa. Dalla Stella Alpina alle testate clandestine ai giornali murali. L’Azione interrompe la pubblicazione nella seconda metà del 1944. Dopo il 26 aprile 1945 riprendono a uscire le principali testate cittadine. In vetrina il Corriere di Novara con il numero del 1° maggio 1945, “Il Trionfo della Libertà sulla Dittatura”. Ci sono “Il Lavoratore” e “La Lotta” a dare voce alla fine della guerra. Uno specchio sulla temperie culturale e politica dell’epoca. Il percorso arriva al 1946, concludendosi con un veloce sguardo sul dopoguerra: «Si avvicinano importanti scadenze, riprende la quotidianità con problemi economici pressanti. Una tappa fondamentale è il referendum, del 2 giugno 1946. Per la prima volta le donne possono esercitare il diritto di voto». Sul materiale esposto stanno lavorando tre terze medie, due della “Duca d’Aosta” e una del “San Lorenzo”: «I ragazzi consultano le fonti e si confrontano con testimonianze importanti attraverso l’analisi dei giornali locali. Un lavoro iniziato con la Prima Guerra e poi continuato con la Seconda. È un laboratorio aperto sulla storia e lo sviluppo della città». Di qui la proposta di una mostra che «punta sulla Resistenza perché Resistenza vuol dire permettere un approccio alla conoscenza consapevole che non c’è più. Studiare è approfondire la capacità di formulare un pensiero critico. Ecco gli spunti di riflessioni offerti. La Resistenza oggi è accesso alla conoscenza».

Eleonora Groppetti

 

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