Ricordati i tredici Martiri di Vignale

Ricordati i tredici Martiri di Vignale
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NOVARA - Sono passati 73 anni ormai. Con il trascorrere del tempo stanno sempre più venendo meno le testimonianze dirette, ma non la memoria. Quella deve rimanere e continuare nel tempo. L’estate del 1944, l’ultima di guerra, venne caratterizzata anche nel nostro territorio dalla recrudescenza della lotta partigiana e, sull’altro fronte, da continui episodi di rappresaglia portati dai nazi-fascisti. Episodi che coinvolsero sempre più in modo maggiore civili innocenti. O forse “colpevoli” unicamente di aver compiuto una scelta: non collaborare, non servire gli occupanti e i loro ultimi servitori. Come scelsero di fare Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancini, Secondo Passera ed Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Denti, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini. 
Sono i “Tredici Martiri” di Vignale, ricordati ancora una volta con una breve ma significativa cerimonia nella mattinata di ieri sui luoghi dell’eccidio, nei pressi del ponte di corso Risorgimento e di quello vicino della ferrovia con la deposizione di corone di fiori ai due monumenti che ricordano l’episodio. Giovani che non si erano presentati alla chiamata sotto le armi di Salò, è stato ricordato, e che per questo motivo furono incarcerati e poi ingannevolmente “sacrificati” con il pretesto di colpire chi aveva compiuto un presunto attentato ai danni dei tedeschi.
Non moltissima gente è purtroppo presente alla cerimonia, come sempre organizzata dal Comune di Novara con l’Anpa e l’Assoarma. Ma chi ha voluto esserci, come in occasioni passate, considera il suo intervento molto più di un dovere. E, come è stato sottolineato negli interventi del viceprefetto Anna Laurenza e dell’assessore comunale Federico Perugini, che ha portato il saluto dell’Amministrazione cittadina tenendo anche l’orazione ufficiale (erano presenti anche l’assessore Augusto Ferrari in rappresentanza della Regione Piemonte e la consigliera provinciale Emanuela Allegra), «chi è venuto oggi lo ha fatto di sua spontanea volontà, non è stato costretto come allora», quando gli abitanti della frazione novarese furono costretti ad assistere all’eccidio sotto le minacce dei militi della temibile “squadraccia repubblichina”.
Luca Mattioli

NOVARA - Sono passati 73 anni ormai. Con il trascorrere del tempo stanno sempre più venendo meno le testimonianze dirette, ma non la memoria. Quella deve rimanere e continuare nel tempo. L’estate del 1944, l’ultima di guerra, venne caratterizzata anche nel nostro territorio dalla recrudescenza della lotta partigiana e, sull’altro fronte, da continui episodi di rappresaglia portati dai nazi-fascisti. Episodi che coinvolsero sempre più in modo maggiore civili innocenti. O forse “colpevoli” unicamente di aver compiuto una scelta: non collaborare, non servire gli occupanti e i loro ultimi servitori. Come scelsero di fare Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancini, Secondo Passera ed Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Denti, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini. 
Sono i “Tredici Martiri” di Vignale, ricordati ancora una volta con una breve ma significativa cerimonia nella mattinata di ieri sui luoghi dell’eccidio, nei pressi del ponte di corso Risorgimento e di quello vicino della ferrovia con la deposizione di corone di fiori ai due monumenti che ricordano l’episodio. Giovani che non si erano presentati alla chiamata sotto le armi di Salò, è stato ricordato, e che per questo motivo furono incarcerati e poi ingannevolmente “sacrificati” con il pretesto di colpire chi aveva compiuto un presunto attentato ai danni dei tedeschi.
Non moltissima gente è purtroppo presente alla cerimonia, come sempre organizzata dal Comune di Novara con l’Anpa e l’Assoarma. Ma chi ha voluto esserci, come in occasioni passate, considera il suo intervento molto più di un dovere. E, come è stato sottolineato negli interventi del viceprefetto Anna Laurenza e dell’assessore comunale Federico Perugini, che ha portato il saluto dell’Amministrazione cittadina tenendo anche l’orazione ufficiale (erano presenti anche l’assessore Augusto Ferrari in rappresentanza della Regione Piemonte e la consigliera provinciale Emanuela Allegra), «chi è venuto oggi lo ha fatto di sua spontanea volontà, non è stato costretto come allora», quando gli abitanti della frazione novarese furono costretti ad assistere all’eccidio sotto le minacce dei militi della temibile “squadraccia repubblichina”.
Luca Mattioli

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