Riforma della scuola, studenti in piazza anche a Novara
NOVARA - Nella giornata in cui il Governo Renzi ha presentato il disegno di legge per tradurre in normativa le linee guida riguardanti il progetto “La buona scuola”, tanti studenti sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso e la loro preoccupazione nei confronti di questo provvedimento, sostenendo contemporaneamente la “Lip” (che prevede invece una riforma contenuta in un disegno di legge di iniziativa popolare) e le proposte dell’“Altrascuola”. Giovedì mattina lo hanno fatto anche a Novara, partecipando a un corteo che, formatos
NOVARA - Nella giornata in cui il Governo Renzi ha presentato il disegno di legge per tradurre in normativa le linee guida riguardanti il progetto “La buona scuola”, tanti studenti sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso e la loro preoccupazione nei confronti di questo provvedimento, sostenendo contemporaneamente la “Lip” (che prevede invece una riforma contenuta in un disegno di legge di iniziativa popolare) e le proposte dell’“Altrascuola”. Giovedì mattina lo hanno fatto anche a Novara, partecipando a un corteo che, formatosi in piazza Garibaldi, è poi sfilato lungo i baluardi Partigiani e La Marmora, proseguendo poi per corso Mazzini, via Dominioni e via Rosselli, per concludersi in piazza Gramsci, dove alcuni dei partecipanti hanno avuto modo di prendere la parola. Decisamente importante (per una realtà come quella novarese) anche lo schieramento delle Forze dell’ordine, ma a differenza di altre località, dove si sono registrati anche momenti di tensione, tutto si è svolto nella massima tranquillità, anche perché i partecipanti, almeno nelle fasi iniziali della manifestazione, erano circa duecento. “Scuola pubblica!” è stato lo slogan più gettonato, anche se non sono mancati grida ostili nei confronti del presidente del Consiglio e, verso la fine, quando gli studenti hanno sfilato sotto il Municipio, del sindaco Andrea Ballaré.
«Abbiamo voluto dare voce alla nostra protesta - hanno poi detto i responsabili della manifestazione - indicando dei percorsi programmatici da seguire. Il nostro dissenso nei confronti delle iniziative del Governo per la scuola e con il “job act” proseguirà sino a quando queste controriforme non saranno cancellate, così come le “legge Fornero”».
Una scuola pubblica, libera, laica è stata la richiesta degli studenti, così come il sostegno nei confronti della “Lip”, «che da ormai sei anni giace in Parlamento e nessuno ha mai avuto il coraggio di volerla discutere». La “Legge di iniziativa popolare per una buona scuola per la Repubblica” (questa la definizione completa di “Lip”) «garantisce una scuola accessibile a tutti, combatte il fenomeno della dispersione scolastica che nel nostro Paese è superiore al 20%, con punte anche superiori al 30% nell’Italia meridionale». La richiesta avanzata è in sostanza quella di una sorta di “New deal” scolastico, che sia in grado di risolvere anche problemi paralleli e non menoi preoccupanti come quelli riguardanti il sistema dei trasporti e il caro-libri, toccando anche la riforma dei “cicli scolastici”, «che così non funziona, cominciando con la scuola media», indicato come «un vero e proprio anello debole», ma soprattutto garantendo un libro accesso a tutti, superando infine «il dualismo scuola-lavoro che altro no fa che produrre manodopera a bassissimo costo per le imprese. Vogliamo una scuola che offra tante possibilità di scelta, a misura di studente, possibilmente che non ci crolli in testa e, magari, anche senza una copertura in amianto».
Luca Mattioli