Scuola: scoppia la “guerra dei 100 euro”

Scuola: scoppia  la “guerra dei 100 euro”
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NOVARA – La questione è ormai sulla bocca di tutto il mondo studentesco novarese: “il contributo volontario” che solitamente le famiglie danno in forma “volontaria” agli istituti che i figli frequentano, all’istituto “Mossotti”, a causa di una circolare della dirigente Rossella Fossati a seguito di una delibera del Consiglio d’Istituto, è diventato obbligatorio, anzi “palesemente obbligatorio”. Immediata la risposta dei ragazzi «soprattutto perchè – ci dicono – chi non pagherà sarà escluso da tutta una serie di situazioni e occasione che di fatto vanno a ledere i nostri diritti formativi”. Abbiamo interpellato la dirigente Fossati: «Vorrei innanzitutto fare chiarezza. Si tratta di un gran polverone sollevato da alcuni studenti degli ultimi anni che non hanno pagato il contributo chiesto in forma volontaria. 

NOVARA – La questione è ormai sulla bocca di tutto il mondo studentesco novarese: “il contributo volontario” che solitamente le famiglie danno in forma “volontaria” agli istituti che i figli frequentano, all’istituto “Mossotti”, a causa di una circolare della dirigente Rossella Fossati a seguito di una delibera del Consiglio d’Istituto, è diventato obbligatorio, anzi “palesemente obbligatorio”. Immediata la risposta dei ragazzi «soprattutto perchè – ci dicono – chi non pagherà sarà escluso da tutta una serie di situazioni e occasione che di fatto vanno a ledere i nostri diritti formativi”. Abbiamo interpellato la dirigente Fossati: «Vorrei innanzitutto fare chiarezza. Si tratta di un gran polverone sollevato da alcuni studenti degli ultimi anni che non hanno pagato il contributo chiesto in forma volontaria. La scelta di farlo diventare obbligatorio è stata fatta proprio per tutelare tutte quegli studenti e quelle famiglie che, invece, avevano scelto di contribuire a creare una scuola sicura e in grado di fornire un’offerta formativa di qualità, con una strumentazione avanzata e fatta di percorsi importanti. Mi spiego meglio, i 105 euro sono così suddivisi: 25 per l’assicurazione e gli altri 80 per far fronte alle numerose spese che la scuola deve sostenere, senza peraltro avere i contributi necessari da parte della Provincia. Solo per fare un esempio l’anno scorso abbiamo speso 35mila euro per la Lim e ben 9mila euro per spese idrauliche, perchè le fogne sono vecchie e intasate. Capisco che in futuro, forse nel 2017, sono previsti degli interventi, ma nel frattempo diciamo ai nostri ragazzi di non andare in bagno?». Ma i bagni sono solo un esempio: «Dovremmo parlare anche dell’erba che ormai ci invade, con gli insetti che entrano in palestra, e che non vengono a tagliare e noi spendiamo in insetticidi e quant’altro…». E tornando sul contributo conclude: «Noi siamo un istituto tecnico e come tale abbiamo la facoltà, per un decreto legge del 1924, di chiedere un contributo. Inoltre, per chi non può pagare e presenta l’Isee che lo certifica, il contributo non è previsto. Infine noi non mandiamo via nessuno dalla scuola, anche se stiamo parlando di studenti per i quali è già stato assolto l’obbligo scolastico, solamente per chi non paga il contributo c’è l’esclusione da tutte quelle attività che possono esistere solo con i contributi di coloro che hanno pagato e che spesso vengono proprio usati per dare a tutti gli studenti, anche a quelli in difficoltà economiche, le stesse possibilità formative».

Clarissa Brusati

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