Se è un airone a fare il cane da guardia
BORGOLAVEZZARO - Un airone da giardino (e anche da guardia). C’è chi sceglie un cane, un gatto, un pesciolino rosso. Giambattista Mortarino, capogruppo ambiente di Burchvif, ha scelto un airone. A dire la verità, però, non è stato lui a scegliere. E’ stato Ita, un esemplare adulto di airone cenerino, a scegliere Giambattista e ad eleggere il cortile di casa come sua dimora permanente. Mortarino è diventato suo amico e Ita gli fa i complimenti, gli da i bacetti, lo difende se altre persone si avvicinano.
Lo spirito di sopravvivenza deve aver fatto il suo corso. Ita infatti è stato trovato da piccino con un’ala rotta, la scorsa primavera, all’istituto tecnico agrario Bonfantini . «Ecco il perché del nome Ita, acronimo di Istituto Tecnico Agrario. Ita è stato trovato sotto i nidi della garzaia che si trova nell'istituto e mi è stato portato ancora pullo», ricorda Giambattista. Lo ha curato e lui è guarito senza riprendere, tuttavia, la piena funzionalità alare. «Questa sua menomazione, che non gli consente di volare – spiega Mortarino – lo renderebbe vulnerabile in ambiente naturale e facile preda. Non è più in grado di vivere libero in campagna, tra le nostre risaie. Per questo si è adattato a vivere qui e me lo ha manifestato chiaramente».
Non è la prima volta che Mortarino ha a che fare con loro così da vicino e ha imparato a interpretarne un pochino il comportamento che invece può risultare strano ai non addetti ai lavori. «Aironi feriti, recuperati anche nelle isole di natura “Burchvif” nel corso di trent’anni di attività, ne abbiamo trovati diversi, li abbiamo curati, nutriti e poi liberati una volta guariti. Con Ita è stato diverso. Sapevo che non avrebbe più abbandonato l’orizzonte del mio cortile di casa, viste le sue condizioni. Ma da lì ad immaginare che avrebbe instaurato un rapporto così particolare con me e la mia famiglia ce ne passa. Qui infatti vive anche Sibla, un altro airone che però viene solo nel terreno sul retro della casa a nutrirsi nei mesi invernali. Sibla ha conservato la sua indole selvatica anche se, puntuale come un orologio, si presenta alla vasca per la sua porzione giornaliera di pesciolini freschi per poi volarsene via e tornare al pasto successivo. Gli aironi per natura sono molto sospettosi verso gli umani. Ita, una volta guarito al meglio, pur con la sua ala “cadente” ha iniziato a vivere qui, a mangiare i pesci che gli fornivo, a zampettare nel prato. Con il passare delle settimane abbiamo consolidato un buon rapporto quotidiano e mi sono accorto che lui ha iniziato ad accorciare le distanze con me fino a cercare un contatto. All’inizio è stato difficile interpretare i suoi versi e i suoi vocalizzi a becco spalancato, i suoi inchini, i suoi saluti poi, piano piano, ho imparato a riconoscerne, almeno in parte, il significato. Ora riconosco i versi che fa quando chiede da mangiare, quando mi saluta al rientro a casa: attraversa il cortile e mi corre incontro per darmi il ben tornato».
Mortarino gli lancia un ramoscello e lui saltella a prenderlo e glielo riporta, come fanno i cani. Quando gli dice che è ora dello spuntino lui raggiunge la porta del ripostiglio in attesa dei pesciolini. Se Mortarino si accuccia, portandosi alla sua altezza, scatta il bacio, una “delicata beccatina” sulla faccia, tra guancia e mento.
Ita ha famigliarizzato anche con le galline ornamentali che circolano libere in cortile: «Ha instaurato un buon rapporto con loro quando era piccolino; quando al termine della cova nascono i pulcini lui li assiste e li protegge, li incoraggia a prendere conoscenza del giardino».
C’è solo una piccola nota dolente in questa bella favola che racconta un’originale amicizia tra uomo e natura selvaggia. «Ita mi difende. All’inizio lo faceva anche nei confronti dei miei famigliari, adesso solo quando vengono a trovarci amici, altri parenti, o persone che varcano saltuariamente la soglia del portone. Per lui sono sconosciuti, potenziali nemici. Allora reagisce: gli corre incontro minaccioso, modula dei versi ben differenti da quelli complimentosi, spiega le ali per quanto gli è possibile e becca. Non ferisce ma la sensazione è di un bel pizzicotto», ammette divertito Mortarino mentre i vicini di casa, alla finestra, osservano ammirati il piccolo mondo di “un airone da giardino”.
Arianna Martelli
BORGOLAVEZZARO - Un airone da giardino (e anche da guardia). C’è chi sceglie un cane, un gatto, un pesciolino rosso. Giambattista Mortarino, capogruppo ambiente di Burchvif, ha scelto un airone. A dire la verità, però, non è stato lui a scegliere. E’ stato Ita, un esemplare adulto di airone cenerino, a scegliere Giambattista e ad eleggere il cortile di casa come sua dimora permanente. Mortarino è diventato suo amico e Ita gli fa i complimenti, gli da i bacetti, lo difende se altre persone si avvicinano.
Lo spirito di sopravvivenza deve aver fatto il suo corso. Ita infatti è stato trovato da piccino con un’ala rotta, la scorsa primavera, all’istituto tecnico agrario Bonfantini . «Ecco il perché del nome Ita, acronimo di Istituto Tecnico Agrario. Ita è stato trovato sotto i nidi della garzaia che si trova nell'istituto e mi è stato portato ancora pullo», ricorda Giambattista. Lo ha curato e lui è guarito senza riprendere, tuttavia, la piena funzionalità alare. «Questa sua menomazione, che non gli consente di volare – spiega Mortarino – lo renderebbe vulnerabile in ambiente naturale e facile preda. Non è più in grado di vivere libero in campagna, tra le nostre risaie. Per questo si è adattato a vivere qui e me lo ha manifestato chiaramente».
Non è la prima volta che Mortarino ha a che fare con loro così da vicino e ha imparato a interpretarne un pochino il comportamento che invece può risultare strano ai non addetti ai lavori. «Aironi feriti, recuperati anche nelle isole di natura “Burchvif” nel corso di trent’anni di attività, ne abbiamo trovati diversi, li abbiamo curati, nutriti e poi liberati una volta guariti. Con Ita è stato diverso. Sapevo che non avrebbe più abbandonato l’orizzonte del mio cortile di casa, viste le sue condizioni. Ma da lì ad immaginare che avrebbe instaurato un rapporto così particolare con me e la mia famiglia ce ne passa. Qui infatti vive anche Sibla, un altro airone che però viene solo nel terreno sul retro della casa a nutrirsi nei mesi invernali. Sibla ha conservato la sua indole selvatica anche se, puntuale come un orologio, si presenta alla vasca per la sua porzione giornaliera di pesciolini freschi per poi volarsene via e tornare al pasto successivo. Gli aironi per natura sono molto sospettosi verso gli umani. Ita, una volta guarito al meglio, pur con la sua ala “cadente” ha iniziato a vivere qui, a mangiare i pesci che gli fornivo, a zampettare nel prato. Con il passare delle settimane abbiamo consolidato un buon rapporto quotidiano e mi sono accorto che lui ha iniziato ad accorciare le distanze con me fino a cercare un contatto. All’inizio è stato difficile interpretare i suoi versi e i suoi vocalizzi a becco spalancato, i suoi inchini, i suoi saluti poi, piano piano, ho imparato a riconoscerne, almeno in parte, il significato. Ora riconosco i versi che fa quando chiede da mangiare, quando mi saluta al rientro a casa: attraversa il cortile e mi corre incontro per darmi il ben tornato».
Mortarino gli lancia un ramoscello e lui saltella a prenderlo e glielo riporta, come fanno i cani. Quando gli dice che è ora dello spuntino lui raggiunge la porta del ripostiglio in attesa dei pesciolini. Se Mortarino si accuccia, portandosi alla sua altezza, scatta il bacio, una “delicata beccatina” sulla faccia, tra guancia e mento.
Ita ha famigliarizzato anche con le galline ornamentali che circolano libere in cortile: «Ha instaurato un buon rapporto con loro quando era piccolino; quando al termine della cova nascono i pulcini lui li assiste e li protegge, li incoraggia a prendere conoscenza del giardino».
C’è solo una piccola nota dolente in questa bella favola che racconta un’originale amicizia tra uomo e natura selvaggia. «Ita mi difende. All’inizio lo faceva anche nei confronti dei miei famigliari, adesso solo quando vengono a trovarci amici, altri parenti, o persone che varcano saltuariamente la soglia del portone. Per lui sono sconosciuti, potenziali nemici. Allora reagisce: gli corre incontro minaccioso, modula dei versi ben differenti da quelli complimentosi, spiega le ali per quanto gli è possibile e becca. Non ferisce ma la sensazione è di un bel pizzicotto», ammette divertito Mortarino mentre i vicini di casa, alla finestra, osservano ammirati il piccolo mondo di “un airone da giardino”.
Arianna Martelli