«Senza riscaldamento: è emergenza»

NOVARA - Non è la prima volta che ci troviamo a dover raccontare una storia di riscaldamenti spenti a causa della morosità degli utenti, però almeno in questo caso disponibilità e responsabilità da parte di tutti gli interlocutori hanno portato ad una rapida soluzione del problema e nell’arco di tre giorni l’emergenza è rientrata. Perchè di emergenza si è trattata causata dal fatto che proprio in queste ore le temperature sono spesso state sotto lo zero «e in casa con i termosifoni spenti c’erano poco meno di 5 gradi. Faceva più caldo sulle scale...». A parlare con fare concitato, mercoledì sera 11 gennaio, erano alcuni residenti del condomio di via Brofferio 9/11 nel quartiere di San Rocco, dove a fornire il gas è la ditta Duferco Energia spa con sede a Genova. «Il 10 gennaio ci hanno spento il riscaldamento perchè purtroppo il fornitore di gas ha dato l’ordine di interrompere la fornitura per fatture non pagate. Ci rendiamo conto della situazione e chi non ha pagato ne è responsabile, però come sempre accade in questi casi, anche chi è stato preciso e puntuale nei pagamenti ha dovuto subire suo malgrado, e ingiustamente, lo stesso trattamento».
Il problema nasce per il fatto che le 16 famiglie residenti (9 appartamenti sono di proprietà dell’Atc e 7 di privati) usufruiscono di un riscaldamento centralizzato e quindi indipendentemente dai singoli comportamenti se le fatture non vengono coperte il distacco è pressocchè inevitabile.
«Qui abitano bambini, anziani, disabili e malati oncologici e lasciarli al freddo, con le temperature di questi giorni, è davvero impensabile. Quando ci siamo resi conto che il riscaldamento era stato davvero staccato siamo rimasti attoniti. Abbiamo chiamato persino i Carabinieri perchè allertassero in caso di necessità la Protezione civile. Eravamo veramente spaventati soprattutto per i più piccoli e gli anziani». Purtroppo, a detta dei condomini, ci sarebbe stata una difficoltà di dialogo con il precedente amministratore condominiale e i pagamenti delle bollette si sono interrotte «perchè i contabilizzatori posizionati sui singoli termosifoni non funzionavano come avrebbero dovuto e quindi non si riusciva mai a capire chi dovesse pagare cosa». A rendere ancora più complessa la vicenda il fatto che «nel nostro condominio vi è un appartamento che è stato messo all’asta proprio perchè coloro che lo abitavano non pagavano da molto le spese condominiali, e quindi buona parte del debito è anche da attribuire a questa situazione che purtroppo temiamo non sarà risolta molto velocemente. Forse, anche in questo caso, ci si doveva muovere diversamente». Comunque, al di là delle motivazione, «alla fine abbiamo deciso di cambiare l’amministratore e proprio il giorno 10 gennaio, giorno del distacco del gas, abbiamo chiesto aiuto ad un nuovo amministratore».
A prendere in mano la situazione è stato lo studio di Anna Schiavo: «Quando sono venuti a chiederemi aiutarli sinceramente non pensavo di trovare una situazione così complessa. Mi sono subito attivata con l’amministratore precedente per cercare di avere più informazioni possibili e poi abbiamo immediatamente contattato la ditta fornitrice del servizio che in maniera molto responsabile si è resa subito disponibile a inviarci tutto il pregresso e soprattutto a trovare in tempi rapidi delle soluzioni percorribili per la riaccensione del riscaldamento». Il debito dovrebbe superare i 22 mila euro «ma vi assicuro - ci tiene a precisare Franco Pani, l’amministratore precedente - che i condomini erano perfettamente a conoscenza della situazione. A loro sono state inviate diverse missive fin dal settembre del 2014, peraltro tutte documentate e a disposizione nel mio studio, nelle quali molto bene si chiariva il rischio del possibile distacco dell’erogazione del metano. E’ vero, c’è il problema della casa all’asta, che non facilita, ma comunque tolto quell’appartamento e la serietà di quattro famiglie che sono sempre state regolari nei pagamenti, tutti gli altri residenti avrebbero dovuto fare uno sforzo in più per evitare quanto accaduto». Dopo due giorni di dialogo intenso, alla fine, nella mattinata di ieri, venerdì 13 gennaio, i termosifoni sono tornati ad essere caldi. «Ci siamo impegnati - precisano alcuni residenti - a pagare già nella giornata di lunedì i primi 3.600 euro, 240 euro a famiglia, e poi verseremo altre 5 rate da 180 euro a testa. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e anche alla società del gas che ci ha permesso di trovare un accordo in tempi così rapidi. Vigileremo noi affinchè la parola data sia rispettata»... da tutti, aggiungiamo noi.
Clarissa Brusati
NOVARA - Non è la prima volta che ci troviamo a dover raccontare una storia di riscaldamenti spenti a causa della morosità degli utenti, però almeno in questo caso disponibilità e responsabilità da parte di tutti gli interlocutori hanno portato ad una rapida soluzione del problema e nell’arco di tre giorni l’emergenza è rientrata. Perchè di emergenza si è trattata causata dal fatto che proprio in queste ore le temperature sono spesso state sotto lo zero «e in casa con i termosifoni spenti c’erano poco meno di 5 gradi. Faceva più caldo sulle scale...». A parlare con fare concitato, mercoledì sera 11 gennaio, erano alcuni residenti del condomio di via Brofferio 9/11 nel quartiere di San Rocco, dove a fornire il gas è la ditta Duferco Energia spa con sede a Genova. «Il 10 gennaio ci hanno spento il riscaldamento perchè purtroppo il fornitore di gas ha dato l’ordine di interrompere la fornitura per fatture non pagate. Ci rendiamo conto della situazione e chi non ha pagato ne è responsabile, però come sempre accade in questi casi, anche chi è stato preciso e puntuale nei pagamenti ha dovuto subire suo malgrado, e ingiustamente, lo stesso trattamento».
Il problema nasce per il fatto che le 16 famiglie residenti (9 appartamenti sono di proprietà dell’Atc e 7 di privati) usufruiscono di un riscaldamento centralizzato e quindi indipendentemente dai singoli comportamenti se le fatture non vengono coperte il distacco è pressocchè inevitabile.
«Qui abitano bambini, anziani, disabili e malati oncologici e lasciarli al freddo, con le temperature di questi giorni, è davvero impensabile. Quando ci siamo resi conto che il riscaldamento era stato davvero staccato siamo rimasti attoniti. Abbiamo chiamato persino i Carabinieri perchè allertassero in caso di necessità la Protezione civile. Eravamo veramente spaventati soprattutto per i più piccoli e gli anziani». Purtroppo, a detta dei condomini, ci sarebbe stata una difficoltà di dialogo con il precedente amministratore condominiale e i pagamenti delle bollette si sono interrotte «perchè i contabilizzatori posizionati sui singoli termosifoni non funzionavano come avrebbero dovuto e quindi non si riusciva mai a capire chi dovesse pagare cosa». A rendere ancora più complessa la vicenda il fatto che «nel nostro condominio vi è un appartamento che è stato messo all’asta proprio perchè coloro che lo abitavano non pagavano da molto le spese condominiali, e quindi buona parte del debito è anche da attribuire a questa situazione che purtroppo temiamo non sarà risolta molto velocemente. Forse, anche in questo caso, ci si doveva muovere diversamente». Comunque, al di là delle motivazione, «alla fine abbiamo deciso di cambiare l’amministratore e proprio il giorno 10 gennaio, giorno del distacco del gas, abbiamo chiesto aiuto ad un nuovo amministratore».
A prendere in mano la situazione è stato lo studio di Anna Schiavo: «Quando sono venuti a chiederemi aiutarli sinceramente non pensavo di trovare una situazione così complessa. Mi sono subito attivata con l’amministratore precedente per cercare di avere più informazioni possibili e poi abbiamo immediatamente contattato la ditta fornitrice del servizio che in maniera molto responsabile si è resa subito disponibile a inviarci tutto il pregresso e soprattutto a trovare in tempi rapidi delle soluzioni percorribili per la riaccensione del riscaldamento». Il debito dovrebbe superare i 22 mila euro «ma vi assicuro - ci tiene a precisare Franco Pani, l’amministratore precedente - che i condomini erano perfettamente a conoscenza della situazione. A loro sono state inviate diverse missive fin dal settembre del 2014, peraltro tutte documentate e a disposizione nel mio studio, nelle quali molto bene si chiariva il rischio del possibile distacco dell’erogazione del metano. E’ vero, c’è il problema della casa all’asta, che non facilita, ma comunque tolto quell’appartamento e la serietà di quattro famiglie che sono sempre state regolari nei pagamenti, tutti gli altri residenti avrebbero dovuto fare uno sforzo in più per evitare quanto accaduto». Dopo due giorni di dialogo intenso, alla fine, nella mattinata di ieri, venerdì 13 gennaio, i termosifoni sono tornati ad essere caldi. «Ci siamo impegnati - precisano alcuni residenti - a pagare già nella giornata di lunedì i primi 3.600 euro, 240 euro a famiglia, e poi verseremo altre 5 rate da 180 euro a testa. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e anche alla società del gas che ci ha permesso di trovare un accordo in tempi così rapidi. Vigileremo noi affinchè la parola data sia rispettata»... da tutti, aggiungiamo noi.
Clarissa Brusati