Soluzione vicina per il cantiere abbandonato di via Pianca, al centro sinora di una situazione di degrado

Soluzione vicina per il cantiere abbandonato di via Pianca, al centro sinora di una situazione di degrado
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NOVARA - Tra poco meno di un mese potrà trovare probabilmente soluzione una vicenda che, a S. Agabio, in via Pianca, nella zona posta dietro al supermercato Tigros, tiene ormai banco da oltre un decennio.

In quest’area si trova uno stabile in costruzione che, per varie vicissitudini, è rimasto a metà. Una volta abbandonato è diventato un ricettacolo di immondizia e un riparo per senzatetto. Diversi anche gli incendi che, con frequenza, si sono verificati. La recinzione del cantiere risulta distrutta in più punti. Sono di questi giorni una serie di proteste giunte in redazione dai residenti nella zona, preoccupati di questo spazio senza controllo, «dove – hanno riferito – fa paura passare». «Da settimane ogni sera – racconta una lettrice - si sentono schiamazzi di persone che si sono sistemate clandestinamente nell’immobile, che mai sarà sistemato», conclude scoraggiata, ricordando anche come una soluzione sia attesa da molto tempo.

La novità, però, riguarda proprio questo aspetto: la possibilità che nell’immobile possano ripartire i lavori e la zona abbandonare il degrado di questi anni. A darne notizia è l’assessore alle Politiche abitative, Sara Paladini, che, in questi anni, ha seguito la vicenda insieme ai colleghi Marco Bozzola (all’Urbanistica) e Nicola Fonzo (ai Lavori pubblici). Molto attento alla problematica anche il consigliere comunale Roberto D’Intino, residente a pochi passi dal cantiere.

«Per via Pianca – spiega Paladini – è giunta un’offerta da parte di una cooperativa in proprietà indivisa che si occupa di proprietà immobiliari. Una proposta ritenuta valida dal Ministero. Dal momento, però, che in questa articolata vicenda c’è anche il fallimento della cooperativa che si occupava della costruzione, ora c’è una procedura di evidenza pubblica che scadrà il 21 maggio. Se non giungeranno altre proposte, la cooperativa potrà prendere in mano l’immobile, avere la proprietà del bene» e, quindi, procedere a utilizzarlo, a sistemarlo, probabilmente con il riavvio dei lavori.

Monica Curino


NOVARA - Tra poco meno di un mese potrà trovare probabilmente soluzione una vicenda che, a S. Agabio, in via Pianca, nella zona posta dietro al supermercato Tigros, tiene ormai banco da oltre un decennio.

In quest’area si trova uno stabile in costruzione che, per varie vicissitudini, è rimasto a metà. Una volta abbandonato è diventato un ricettacolo di immondizia e un riparo per senzatetto. Diversi anche gli incendi che, con frequenza, si sono verificati. La recinzione del cantiere risulta distrutta in più punti. Sono di questi giorni una serie di proteste giunte in redazione dai residenti nella zona, preoccupati di questo spazio senza controllo, «dove – hanno riferito – fa paura passare». «Da settimane ogni sera – racconta una lettrice - si sentono schiamazzi di persone che si sono sistemate clandestinamente nell’immobile, che mai sarà sistemato», conclude scoraggiata, ricordando anche come una soluzione sia attesa da molto tempo.

La novità, però, riguarda proprio questo aspetto: la possibilità che nell’immobile possano ripartire i lavori e la zona abbandonare il degrado di questi anni. A darne notizia è l’assessore alle Politiche abitative, Sara Paladini, che, in questi anni, ha seguito la vicenda insieme ai colleghi Marco Bozzola (all’Urbanistica) e Nicola Fonzo (ai Lavori pubblici). Molto attento alla problematica anche il consigliere comunale Roberto D’Intino, residente a pochi passi dal cantiere.

«Per via Pianca – spiega Paladini – è giunta un’offerta da parte di una cooperativa in proprietà indivisa che si occupa di proprietà immobiliari. Una proposta ritenuta valida dal Ministero. Dal momento, però, che in questa articolata vicenda c’è anche il fallimento della cooperativa che si occupava della costruzione, ora c’è una procedura di evidenza pubblica che scadrà il 21 maggio. Se non giungeranno altre proposte, la cooperativa potrà prendere in mano l’immobile, avere la proprietà del bene» e, quindi, procedere a utilizzarlo, a sistemarlo, probabilmente con il riavvio dei lavori.

Monica Curino

Per saperne di più, leggi l’articolo sul Corriere di Novara di sabato 25 aprile

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