Sound innovativo e strumenti costruiti a mano, il trio Digital Primitives ad Ameno
AMENO – A prima vista (o sarebbe meglio dire a primo suono) sono una contraddizione, come il loro nome Digital Primitives. Sound innovativo ma strumenti costruiti a mano per il trio Digital Primitives che tra pochi giorni sarà ospite della rassegna invernale di Amenoblues.
Il trio si esibirà per la rassegna Winter Blues martedì 21 febbraio alle 21.15 presso il Museo Tornielli. Si tratta di un atteso ritorno per Amenoblues dove già in passato i Digital Primitives (Cooper-Moore, Assif Tsahar e Chad Taylor) si erano esibiti, fondendo un innovativo sound jazz con il blues, il funk e il folk, passando anche per contaminazioni della musica nativa africana. Il loro nome riassume il loro progetto musicale: hanno radici antiche che si fondono con la musica moderna, sono ricercatori di suoni nuovi ma ancorati alle tradizioni del passato. Ma la loro vera particolarità sono gli strumenti inusuali con cui si esibiscono, tra cui il twinger didley bow (una sorta di basso-tubo elettrificato ad una corda) e il mouth-bow (un artigianale violino ad una corda che tiene tra la bocca e la mano e ha l’effetto di uno strumento berber
AMENO – A prima vista (o sarebbe meglio dire a primo suono) sono una contraddizione, come il loro nome Digital Primitives. Sound innovativo ma strumenti costruiti a mano per il trio Digital Primitives che tra pochi giorni sarà ospite della rassegna invernale di Amenoblues.
Il trio si esibirà per la rassegna Winter Blues martedì 21 febbraio alle 21.15 presso il Museo Tornielli. Si tratta di un atteso ritorno per Amenoblues dove già in passato i Digital Primitives (Cooper-Moore, Assif Tsahar e Chad Taylor) si erano esibiti, fondendo un innovativo sound jazz con il blues, il funk e il folk, passando anche per contaminazioni della musica nativa africana. Il loro nome riassume il loro progetto musicale: hanno radici antiche che si fondono con la musica moderna, sono ricercatori di suoni nuovi ma ancorati alle tradizioni del passato. Ma la loro vera particolarità sono gli strumenti inusuali con cui si esibiscono, tra cui il twinger didley bow (una sorta di basso-tubo elettrificato ad una corda) e il mouth-bow (un artigianale violino ad una corda che tiene tra la bocca e la mano e ha l’effetto di uno strumento berbero), l’ambyra, un piccolo aggeggio dello Zimbabwe con lamelle di ferro incastonate su una tavoletta di legno che libera dolci note a metà strada tra lo xilofono e l’arpa.
Il biglietto d’ingresso costa 10 euro (under 14 gratuito).
l.pa.