Sovracomunale Avis, preoccupante flessione di donazioni

Sovracomunale Avis, preoccupante flessione di donazioni
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BORGOMANERO - C’è una grave crisi di sangue e di plasma con una contrazione delle donazioni del 12 per cento rispetto ad un anno fa. A lanciare l’allarme è Franco Cerutti, presidente della Sovracomunale Avis di Borgomanero, organismo da cui dipendono le sezioni e i gruppi operanti nei Comuni dell’ex Usl 54. Lo ha fatto attraverso l’ultimo numero del “Notiziario ai soci” in corso di spedizione. «Dalle analisi svolte –spiega Cerutti –è emerso che a diminuire è sia il numero dei donatori sia il numero delle donazioni per donatore e quindi il grado di fidelizzazione degli associati». Ma quali sono le cause di questa preoccupante flessione nel 2016 dopo un anno, il 2015, che aveva ben fatto sperare per il futuro con una crescita delle donazioni di sangue passate da 4.822 (dato 2014) a 4842? «Le cause – spiegano alla Sovracomunale–  sono molteplici. Pesano sul calo delle donazioni le nuove norme che decretano tutte le possibili cause di esclusione o sospensione dalla donazione. Per i nuovi criteri di esclusione entrati in vigore a gennaio abbiamo perso 30 donatori. La maggior facilità di spostamento di ciascuno di noi in ogni parte del mondo implica a seconda dell’area visitata una sospensione dalla donazione dai 3 ai 6-12 mesi e questo incide e limita la possibilità di donare pur essendo in buona salute. Vi sono inoltre serie difficoltà a reclutare nuovi donatori e garantire il ricambio generazionale degli stessi. Infatti – prosegue Cerutti – se da un lato gli anziani sono in aumento e necessitano di cure che comportano spesso terapie trasfusionali, dall’altro i prossimi anni vedranno una riduzione della popolazione compresa tra 30 e 55 anni, quella cioè che fornisce il maggior contributo in termini di sangue donato. Nel prossimo futuro insomma il costante calo demografico rappresenterà un fattore a pesare in modo determinante anche sul sistema trasfusionale per quanto riguarda sia il fabbisogno di sangue, sia il reperimento dei donatori. Alt

BORGOMANERO - C’è una grave crisi di sangue e di plasma con una contrazione delle donazioni del 12 per cento rispetto ad un anno fa. A lanciare l’allarme è Franco Cerutti, presidente della Sovracomunale Avis di Borgomanero, organismo da cui dipendono le sezioni e i gruppi operanti nei Comuni dell’ex Usl 54. Lo ha fatto attraverso l’ultimo numero del “Notiziario ai soci” in corso di spedizione. «Dalle analisi svolte –spiega Cerutti –è emerso che a diminuire è sia il numero dei donatori sia il numero delle donazioni per donatore e quindi il grado di fidelizzazione degli associati». Ma quali sono le cause di questa preoccupante flessione nel 2016 dopo un anno, il 2015, che aveva ben fatto sperare per il futuro con una crescita delle donazioni di sangue passate da 4.822 (dato 2014) a 4842? «Le cause – spiegano alla Sovracomunale–  sono molteplici. Pesano sul calo delle donazioni le nuove norme che decretano tutte le possibili cause di esclusione o sospensione dalla donazione. Per i nuovi criteri di esclusione entrati in vigore a gennaio abbiamo perso 30 donatori. La maggior facilità di spostamento di ciascuno di noi in ogni parte del mondo implica a seconda dell’area visitata una sospensione dalla donazione dai 3 ai 6-12 mesi e questo incide e limita la possibilità di donare pur essendo in buona salute. Vi sono inoltre serie difficoltà a reclutare nuovi donatori e garantire il ricambio generazionale degli stessi. Infatti – prosegue Cerutti – se da un lato gli anziani sono in aumento e necessitano di cure che comportano spesso terapie trasfusionali, dall’altro i prossimi anni vedranno una riduzione della popolazione compresa tra 30 e 55 anni, quella cioè che fornisce il maggior contributo in termini di sangue donato. Nel prossimo futuro insomma il costante calo demografico rappresenterà un fattore a pesare in modo determinante anche sul sistema trasfusionale per quanto riguarda sia il fabbisogno di sangue, sia il reperimento dei donatori. Altra causa – conclude Cerutti – è la non favorevole situazione economica. Con la crisi infatti le aziende si mostrano meno disponibili a permettere ai propri dipendenti di assentarsi per andare a donare». Che fare allora per fare fronte a questa “emorragia” di donatori e donazioni? «Stiamo pensando – spiega Cerutti – ad un adeguato piano di comunicazione per raggiungere e sensibilizzare i nuovi donatori. Crediamo fondamentale uno specifico programma sulla donazione del sangue come strumento di promozione della salute dei cittadini, attuato con il coinvolgimento degli operatori e delle strutture della rete delle cure primarie, dei distretti sanitarie ,degli ambiti sociali. A tal proposito il nostro Notiziario, già da questo numero verrà distribuito negli ambulatori di medicina di base e nei saloni dei parrucchieri».

c. p.

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