Sparito nel nulla, resta fitto il mistero

Sparito nel nulla, resta fitto il mistero
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Venticinque anni dopo la misteriosa scomparsa di Davide Cervia (nella foto), l’esperto in guerre elettroniche la cui famiglia è originaria di Borgomanero, il caso è tornato alla ribalta qualche giorno fa. Esattamente domenica 14 giugno quando in piazza San Pietro a Roma alcune persone che avevano partecipato alla marcia “Dove sei ?” dedicata alle persone scomparse hanno srotolato uno striscione con il nome di Davide Cervia. All’Angelus Papa Francesco si è rivolto ai famigliari del giovane borgomanerese e a quelli di altre persone “sparite nel nulla” come Emanuela Orlandi e Roberta Ragusa assicurando “la sua personale preghiera”. Davide Cervia, da quanto è emerso dalle indagini, venne rapito il 12 settembre 1990 da un commando a Velletri in provincia di Roma, dove l’uomo viveva con la moglie Marisa Gentile e con i figli Erika e Daniele.  Il caso , archiviato dalla Procura della Repubblica di Roma il 5 aprile 2000, che confermò la tesi del rapimento a opera di ignoti, è stato riaperto l’11 giugno dello scorso anno.  Della vicenda, fitta di misteri, depistaggi, misteriosi silenzi e anche fatti inquietanti come l’attentato compiuto ai danni dell’abitazione romana dei Cervia nell’autunno del 2012, si è interessata ripetutamente la trasmissione “Chi l’ha visto ?”. Nel 2013 Giovanni Cossu, ex istruttore militare di Davide, in diretta televisiva confermò la tesi del rapimento legata all’attività svolta dal rapito. La moglie e i figli avevano ripercorso di fronte alle telecamere la storia del congiunto che, nel 1978 dopo aver conseguito il diploma di perito elettronico, si era arruolato a 19 anni in Marina  frequentando il corso per ETE/GE (tecnici elettronici/guerra elettronica) a Taranto dove fu l’unico a conseguire tutti i brevetti previsti per i tecnici elettronici: ECM (contromisure elettroniche disturbo emissioni radio altrui), ESM (ricerca segnali comunicazioni radar) e ECCM (disattivazioni disturbo nemico). Trasferito nel 1980 a La Spezia, curò il montaggio di apparecchiature segretissime del sistema “Albatros” sulla nave Maestrale gioiello della flotta militare italiana, frequentando anche dei corsi di perfezionamento presso due importanti aziende belliche, la Sma di Firenze e la Selenia di Roma, diventando lui stesso istruttore e uno dei massimi specialisti in sistemi d’arma elettronici: tra i primi dieci in Europa e il migliore in Italia. Si congedò alla fine del 1983 e trovò lavoro come tecnico alla Enerctecnel di Ariccia. La sera del 12 settembre 1990 mentre stava rincasando con la sua Wolksvagen Golf bianca fu bloccato da un commando che lo costrinse a salire su un’auto di colore verde scuro. Da allora non se ne è saputo più nulla. Sulla vicenda sono state avanzate diverse ipotesi. Molte delle piste, alcune seguite anche dagli inquirenti italiani, porta a Paesi quali Iraq, Libia, Iran e Arabia Saudita e anche in Russia. Al “caso” Cervia nel 2014 è stato dedicato anche un film, “Fuoco amico – La storia di Davide Cervia” per la regia di Francesco Del Grosso.

Carlo Panizza

Venticinque anni dopo la misteriosa scomparsa di Davide Cervia (nella foto), l’esperto in guerre elettroniche la cui famiglia è originaria di Borgomanero, il caso è tornato alla ribalta qualche giorno fa. Esattamente domenica 14 giugno quando in piazza San Pietro a Roma alcune persone che avevano partecipato alla marcia “Dove sei ?” dedicata alle persone scomparse hanno srotolato uno striscione con il nome di Davide Cervia. All’Angelus Papa Francesco si è rivolto ai famigliari del giovane borgomanerese e a quelli di altre persone “sparite nel nulla” come Emanuela Orlandi e Roberta Ragusa assicurando “la sua personale preghiera”. Davide Cervia, da quanto è emerso dalle indagini, venne rapito il 12 settembre 1990 da un commando a Velletri in provincia di Roma, dove l’uomo viveva con la moglie Marisa Gentile e con i figli Erika e Daniele.  Il caso , archiviato dalla Procura della Repubblica di Roma il 5 aprile 2000, che confermò la tesi del rapimento a opera di ignoti, è stato riaperto l’11 giugno dello scorso anno.  Della vicenda, fitta di misteri, depistaggi, misteriosi silenzi e anche fatti inquietanti come l’attentato compiuto ai danni dell’abitazione romana dei Cervia nell’autunno del 2012, si è interessata ripetutamente la trasmissione “Chi l’ha visto ?”. Nel 2013 Giovanni Cossu, ex istruttore militare di Davide, in diretta televisiva confermò la tesi del rapimento legata all’attività svolta dal rapito. La moglie e i figli avevano ripercorso di fronte alle telecamere la storia del congiunto che, nel 1978 dopo aver conseguito il diploma di perito elettronico, si era arruolato a 19 anni in Marina  frequentando il corso per ETE/GE (tecnici elettronici/guerra elettronica) a Taranto dove fu l’unico a conseguire tutti i brevetti previsti per i tecnici elettronici: ECM (contromisure elettroniche disturbo emissioni radio altrui), ESM (ricerca segnali comunicazioni radar) e ECCM (disattivazioni disturbo nemico). Trasferito nel 1980 a La Spezia, curò il montaggio di apparecchiature segretissime del sistema “Albatros” sulla nave Maestrale gioiello della flotta militare italiana, frequentando anche dei corsi di perfezionamento presso due importanti aziende belliche, la Sma di Firenze e la Selenia di Roma, diventando lui stesso istruttore e uno dei massimi specialisti in sistemi d’arma elettronici: tra i primi dieci in Europa e il migliore in Italia. Si congedò alla fine del 1983 e trovò lavoro come tecnico alla Enerctecnel di Ariccia. La sera del 12 settembre 1990 mentre stava rincasando con la sua Wolksvagen Golf bianca fu bloccato da un commando che lo costrinse a salire su un’auto di colore verde scuro. Da allora non se ne è saputo più nulla. Sulla vicenda sono state avanzate diverse ipotesi. Molte delle piste, alcune seguite anche dagli inquirenti italiani, porta a Paesi quali Iraq, Libia, Iran e Arabia Saudita e anche in Russia. Al “caso” Cervia nel 2014 è stato dedicato anche un film, “Fuoco amico – La storia di Davide Cervia” per la regia di Francesco Del Grosso.

Carlo Panizza

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