Era un 77enne

Svelato il mistero (grottesco) del cadavere abbandonato sulla panchina

Svelato il mistero (grottesco) del cadavere abbandonato sulla panchina
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Svelato il mistero (grottesco) del corpo abbandonato di Salvatore Casu, 77enne latitante di Baldissero.

Svelato il mistero (grottesco) del corpo abbandonato del latitante di Baldissero

La polizia è riuscita a risolvere il mistero del corpo senza vita di Salvatore Casu (77enne latitante di Baldissero) abbandonato nella notte fra martedì 3 e mercoledì 4 dicembre a su una panchina davanti all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

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I fatti

Casu, come confermato dall’autopsia, è morto per cause naturali, probabilmente a casa dell’amico dal quale si era rifugiato per sfuggire alla cattura e al carcere. Così il proprietario di casa e l’amico-complice con il quale era stato condannato per il reato lo hanno caricato in macchina e hanno abbandonato il suo corpo sulla panchina.

La condanna per rapina

Nel 2012 Salvatore Casu e l’amico di vecchia data Rocco Galluzzo, 62 anni, si ubriacano durante una sera in compagnia e decidono di rapinare un passante. Lo avvicinano in macchina con una scusa e lo derubano di 10 euro poi scappano via. Vengono condannati in primo grado, appello e cassazione a un anno e sei mesi di reclusione. Su di loro pesa l’aggravante del fatto che l’uomo, 75enne, nel tentativo di fermare i due rapinatori si fosse aggrappato alla portiera procurandosi una ferita ad un piede.

La fuga

Per evitare il carcere Casu e Galluzzo si erano rifugiati a casa di un amico, Erasmo Silletti, 72 anni, beneficiario del reddito di cittadinanza e conosciuto in zona per essere proprietario di una Hyundai coupè gialla.

Incastrati dall’auto

Gli inquirenti sono riusciti a chiudere il cerchio proprio grazie alla testimonianza di un passante che avrebbe notato una Hyundai coupè gialla, un’auto non proprio comune. Grazie alla telefonata fatta da Galluzzo ad una vecchia fiamma, e ad una “soffiata” gli agenti della sezione investigativa del commissariato San Paolo, coordinati dal pm Ciro Santoriello, sono riusciti a risalire ai due amici e all’appartamento di via Cruto, di proprietà di Silletti dove si nascondevano.

Presi con “l’inganno”

Gli agenti per riuscire a stanarli hanno finto un incendio nel palazzo e hanno raggiunto l’appartamento con un cestello dei vigili del fuoco. I due sono così usciti e sono stati arrestati.

Rimane un giallo da chiarire

Rimane però un giallo da chiarire: ovvero chi sia stato a prelevare 600 euro con il bancomat di Casu la mattina del 3 dicembre. Secondo gli inquirenti che hanno visionato le immagini delle telecamere, non si sarebbe trattato della vittima.

 

 

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