Trivelle, la preoccupazione della Conferenza Episcopale Piemontese

Trivelle, la preoccupazione della Conferenza Episcopale Piemontese
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C’è anche il progetto Cascina Alberto, che riguarda molti Comuni del Borgomanerese visto che si concentra in un’area che va da Romagnano Sesia a Marano Ticino, tra quelli citati dall’ultima nota della Commissione Regionale della Pastorale del Lavoro, Giustizia e Pace e Custodia del Creato della Conferenza Episcopale Piemontese. Il documento firmato dai Vescovi Piemontesi fa proprie le preoccupazioni già espresse da diversi Diocesi del Piemonte, interessate in varia misura dai permessi per la ricerca di idrocarburi.

“Desideriamo esprimere il sostegno alle iniziative locali che si oppongono ai progetti suddetti – si legge nel documento - Questi progetti, infatti, oltre al rischio per la salute degli abitanti mettono a repentaglio la bellezza dell’ambiente e snaturano con conseguenze gravi la vocazione turistica, agricola, vitivinicola dei nostri territori. Occorre un’assunzione di responsabilità ambientale, economica e sociale da parte di ogni cittadino, soprattutto da parte di chi si dice cristiano e/o ha responsabilità pubbliche nel prendere in seria considerazione tutte le possibili interazioni tra ricerche di nuove fonti di energia che prevedono modificazioni al patrimonio idrico e le ripercussioni sulla salute derivanti dal rischio di compromissione de

C’è anche il progetto Cascina Alberto, che riguarda molti Comuni del Borgomanerese visto che si concentra in un’area che va da Romagnano Sesia a Marano Ticino, tra quelli citati dall’ultima nota della Commissione Regionale della Pastorale del Lavoro, Giustizia e Pace e Custodia del Creato della Conferenza Episcopale Piemontese. Il documento firmato dai Vescovi Piemontesi fa proprie le preoccupazioni già espresse da diversi Diocesi del Piemonte, interessate in varia misura dai permessi per la ricerca di idrocarburi.

“Desideriamo esprimere il sostegno alle iniziative locali che si oppongono ai progetti suddetti – si legge nel documento - Questi progetti, infatti, oltre al rischio per la salute degli abitanti mettono a repentaglio la bellezza dell’ambiente e snaturano con conseguenze gravi la vocazione turistica, agricola, vitivinicola dei nostri territori. Occorre un’assunzione di responsabilità ambientale, economica e sociale da parte di ogni cittadino, soprattutto da parte di chi si dice cristiano e/o ha responsabilità pubbliche nel prendere in seria considerazione tutte le possibili interazioni tra ricerche di nuove fonti di energia che prevedono modificazioni al patrimonio idrico e le ripercussioni sulla salute derivanti dal rischio di compromissione delle falde acquifere. Questo non solo nel territorio in questione, ma su tutto il territorio oggetto di permessi – continua il testo - Custodire la terra, perché dia frutto senza essere sfruttata. Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato. Le parole dette da Papa Francesco alle Chiese delle Regioni dell’Abruzzo e del Molise, anch’esse in sofferenza per medesimi problemi, ci stimolano a rivolgerci con forza agli organi e a i politici competenti affinché attivino ogni sforzo e iniziativa perché nelle scelte concrete a livello economico e produttivo non si comprometta  il lavoro, il benessere e il futuro delle nostre popolazioni di oggi e di domani. Tutte queste considerazioni ci portano a chiederci se sia opportuno e, addirittura, conveniente porre in atto un progetto che, secondo le previsioni, porterebbe solo ad un modesto contributo al fabbisogno energetico e con un combustibile grezzo che richiederebbe un processo di lavorazione più dispendioso e pericoloso per l’ambiente, piuttosto di investire su fonti energetiche alternative al petrolio”.

l.pa.

 

 

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