Un’amicizia che dura da trent’anni

Un’amicizia che dura da trent’anni
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SAINT MARCEL - Un’amicizia sempre più solida. Tre giorni ricchi di momenti intensi, e anche di commozione, quelli che la delegazione romentinese ha vissuto a Saint Marcel. Dal 1° al 3 maggio la trasferta in Francia per festeggiare i 30 anni del gemellaggio. Settanta le persone (molte ospiti in famiglia) che, guidate dal sindaco Alessio Biondo, da numerosi amministratori e tanti giovani, hanno vissuto una tappa importante nel cammino avviato nel lontano 1985 quando prima a Romentino, era il 3 marzo, e poi in Francia, il 14 aprile, i due Comuni strinsero il patto di amicizia, firmando la carta nelle due lingue. Sabato scorso, in una parentesi di sole che ha spezzato il grigiore della pioggia, la sfilata per le vie del paese: tanti gli abitanti di Saint Marcel e i rappresentanti delle associazioni che hanno voluto unirsi agli amici di Romentino per la passerella lungo le strade addobbate dal tricolore italiano e da quello francese. Il corteo è confluito in place Romentino dove campeggia la Mondina donata dal nostro Comune per il 20°. In un’atmosfera di grande festa, incorniciata dai balli tipici del territorio, le parole delle autorità hanno risuonato alte e forti per dare nuova linfa al gemellaggio e disegnare un futuro sempre più vivo, alla presenza di tante persone che hanno contribuito a far crescere il gemellaggio. «Un giorno speciale per tutti noi – così il sindaco Alessio Biondo -, per un sogno di follia che i donatori di sangue trent'anni fa hanno realizzato costruendo l’Europa. Nel centenario di quella guerra che fu chiamata inutile strage pensare che tante persone siano qui a celebrare l’amicizia tra due popoli è un sogno che ci riempie di gioia. Voglio ringraziare i sindaci, tra cui Cornelio Rosati presente oggi come dieci anni fa, i presidenti dei Comitato e tutti coloro che hanno innaffiato le radici del gemellaggio. Chi ha lavorato ci insegna che la speranza e la follia di un progetto incredibile si possono realizzare. Che l’Europa assomigli al nostro gemellaggio». Una grande «emozione» per Raymond Burdin, collega di Saint Marcel: «Il cammino da allora si è arricchito di amici, di scambi, di umanità. La vostra presenza è la testimonianza della vera amicizia. Siamo riconoscenti verso chi ha costruito e trasformato il gemellaggio e che oggi non c’è più: Jean Folleat e Marcel Demont, Giovanni Ferrari, Vito Nessa e Nunzio Ventura. È stato un azzardo, una follia ma gli incontri più belli nascono spontaneamente su sentimenti reciproci, non pianificati. I sindaci hanno dato il via a un’amicizia che il tempo ha rinforzato. La carta del gemellaggio è stata mantenuta viva dagli scambi tra le associazioni: oggi ci sono i ciclisti, i podisti, il judo, il gruppo folk, i vigili del fuoco, il calcio, i donatori di sangue, i gruppi del Carnevale e l’Union Musicale. Grazie a Jean Marc Hutter e Paolo Monfroglio, presidenti dei Comitati fondatori. Grazie al giornalista Jean Luc Cottier, sempre pronto a fare da interprete, e al nostro storico Jackys Lahye. Difficile quantificare ricordi e amicizie. In un’era in cui gli scambi sono più facili grazie a internet noi continuiamo a credere nei legami veri tra i popoli, studiando forme per dare nuovi stimoli al gemellaggio». Francette Corneloup, presidente del Comitato Gemellaggio, ha guardato al passato per rileggere «trent’anni di scambi sul piano umano, associativo, culturale e turistico: un album da completare ma già ricco di fotografie. Tanti anniversari e nuovi incontri che sono momenti di gioia e di festa per celebrare una solida amicizia costruita, per rendere il gemellaggio sempre più vivo. Ormai siete divenuti i nostri fratelli d’Italia. E sulla base della nostra amicizia dobbiamo guardare a un nuovo orizzonte per aiutare i giovani affinché si incontrino per costruire insieme il loro futuro. Per una visione di Europa che susciti entusiasmi. Il prossimo passo sarà lo scambio tra le nostre scuole. Ecco il messaggio forte che viene dal nostro gemellaggio». È «commosso» Paolo Monfroglio, presidente del Comitato Gemellaggio di Romentino, «nel vedere una piazza gremita, centinaia di persone che credono ancora nella nostra idea e nel nostro progetto. Anche se tanti amici non ci sono più il loro grande esempio ci indica la strada per continuare. Ci sono tanti giovani presenti e questo fa piacere: se l’Europa fatica a ritrovarsi i piccoli legami tra comunità come le nostre portano quel legame su cui si fonda l’Unione Europea». Sebastien Martin, presidente del Grand Chalon e vice presidente del Consiglio del Dipartimento, si fa portavoce dell’orgoglio per l’amicizia che unisce i due paesi: «Abbiamo bisogno di segni, l’Europa si costruisce associando i popoli di ogni Paese, collaborando insieme». È quanto stanno facendo Romentino e Saint Marcel. Da 30 anni. Come ci hanno ricordato l’Inno d’Italia, la Marsigliese e l’Inno europeo suonati dall’Union Musicale.

Eleonora Groppetti

SAINT MARCEL - Un’amicizia sempre più solida. Tre giorni ricchi di momenti intensi, e anche di commozione, quelli che la delegazione romentinese ha vissuto a Saint Marcel. Dal 1° al 3 maggio la trasferta in Francia per festeggiare i 30 anni del gemellaggio. Settanta le persone (molte ospiti in famiglia) che, guidate dal sindaco Alessio Biondo, da numerosi amministratori e tanti giovani, hanno vissuto una tappa importante nel cammino avviato nel lontano 1985 quando prima a Romentino, era il 3 marzo, e poi in Francia, il 14 aprile, i due Comuni strinsero il patto di amicizia, firmando la carta nelle due lingue. Sabato scorso, in una parentesi di sole che ha spezzato il grigiore della pioggia, la sfilata per le vie del paese: tanti gli abitanti di Saint Marcel e i rappresentanti delle associazioni che hanno voluto unirsi agli amici di Romentino per la passerella lungo le strade addobbate dal tricolore italiano e da quello francese. Il corteo è confluito in place Romentino dove campeggia la Mondina donata dal nostro Comune per il 20°. In un’atmosfera di grande festa, incorniciata dai balli tipici del territorio, le parole delle autorità hanno risuonato alte e forti per dare nuova linfa al gemellaggio e disegnare un futuro sempre più vivo, alla presenza di tante persone che hanno contribuito a far crescere il gemellaggio. «Un giorno speciale per tutti noi – così il sindaco Alessio Biondo -, per un sogno di follia che i donatori di sangue trent'anni fa hanno realizzato costruendo l’Europa. Nel centenario di quella guerra che fu chiamata inutile strage pensare che tante persone siano qui a celebrare l’amicizia tra due popoli è un sogno che ci riempie di gioia. Voglio ringraziare i sindaci, tra cui Cornelio Rosati presente oggi come dieci anni fa, i presidenti dei Comitato e tutti coloro che hanno innaffiato le radici del gemellaggio. Chi ha lavorato ci insegna che la speranza e la follia di un progetto incredibile si possono realizzare. Che l’Europa assomigli al nostro gemellaggio». Una grande «emozione» per Raymond Burdin, collega di Saint Marcel: «Il cammino da allora si è arricchito di amici, di scambi, di umanità. La vostra presenza è la testimonianza della vera amicizia. Siamo riconoscenti verso chi ha costruito e trasformato il gemellaggio e che oggi non c’è più: Jean Folleat e Marcel Demont, Giovanni Ferrari, Vito Nessa e Nunzio Ventura. È stato un azzardo, una follia ma gli incontri più belli nascono spontaneamente su sentimenti reciproci, non pianificati. I sindaci hanno dato il via a un’amicizia che il tempo ha rinforzato. La carta del gemellaggio è stata mantenuta viva dagli scambi tra le associazioni: oggi ci sono i ciclisti, i podisti, il judo, il gruppo folk, i vigili del fuoco, il calcio, i donatori di sangue, i gruppi del Carnevale e l’Union Musicale. Grazie a Jean Marc Hutter e Paolo Monfroglio, presidenti dei Comitati fondatori. Grazie al giornalista Jean Luc Cottier, sempre pronto a fare da interprete, e al nostro storico Jackys Lahye. Difficile quantificare ricordi e amicizie. In un’era in cui gli scambi sono più facili grazie a internet noi continuiamo a credere nei legami veri tra i popoli, studiando forme per dare nuovi stimoli al gemellaggio». Francette Corneloup, presidente del Comitato Gemellaggio, ha guardato al passato per rileggere «trent’anni di scambi sul piano umano, associativo, culturale e turistico: un album da completare ma già ricco di fotografie. Tanti anniversari e nuovi incontri che sono momenti di gioia e di festa per celebrare una solida amicizia costruita, per rendere il gemellaggio sempre più vivo. Ormai siete divenuti i nostri fratelli d’Italia. E sulla base della nostra amicizia dobbiamo guardare a un nuovo orizzonte per aiutare i giovani affinché si incontrino per costruire insieme il loro futuro. Per una visione di Europa che susciti entusiasmi. Il prossimo passo sarà lo scambio tra le nostre scuole. Ecco il messaggio forte che viene dal nostro gemellaggio». È «commosso» Paolo Monfroglio, presidente del Comitato Gemellaggio di Romentino, «nel vedere una piazza gremita, centinaia di persone che credono ancora nella nostra idea e nel nostro progetto. Anche se tanti amici non ci sono più il loro grande esempio ci indica la strada per continuare. Ci sono tanti giovani presenti e questo fa piacere: se l’Europa fatica a ritrovarsi i piccoli legami tra comunità come le nostre portano quel legame su cui si fonda l’Unione Europea». Sebastien Martin, presidente del Grand Chalon e vice presidente del Consiglio del Dipartimento, si fa portavoce dell’orgoglio per l’amicizia che unisce i due paesi: «Abbiamo bisogno di segni, l’Europa si costruisce associando i popoli di ogni Paese, collaborando insieme». È quanto stanno facendo Romentino e Saint Marcel. Da 30 anni. Come ci hanno ricordato l’Inno d’Italia, la Marsigliese e l’Inno europeo suonati dall’Union Musicale.

Eleonora Groppetti

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