Un galliatese vegetariano alla conquista dell'Aconcagua

Un galliatese vegetariano alla conquista dell'Aconcagua
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Rispetto, questa la parola chiave che racchiude tutto il senso dell’impresa che il galliatese Diego Camma si appresta ad affrontare scalando l’Aconcagua, la vetta che con i suoi 6962 metri è la più alta del Sud America. “Rispetto per gli altri esseri umani, per l’ambiente, per gli animali – spiega l’alpinista – E’ questo il messaggio che vogliamo trasmettere con questa esperienza. Si può vivere bene in salute e anche scalare una delle montagne più alte del mondo senza sofferenza altrui, senza uccidere altri esseri viventi”. Già perché Diego Camma da alcuni anni è diventato vegetariano. “E’ la cosa migliore sia per i nostri amici animali che così non devono più morire per sfamarci sia per la nostra salute”. La sensibilizzazione sui temi ambientali e sul rispetto degli animali è anche al centro dell’attività dell’associazione che Diego, insieme a Roberta Giubertoni, ha fondato un anno fa: si chiama Kaalanhi ed è un acronimo formato dalle prime lettere delle vette più alte del globo.

“Da anni ci occupiamo di tenere pulita la pista ciclabile che si trova vicino a casa nostra nel Parco del Ticino – dicono – se si tratta di piccoli rifiuti lo raccogliamo noi, altrimenti chiediamo l’intervento della nettezza urbana. Accogliamo a casa nostra diversi cani e gatti e abbiamo creato un giardino botanico di 3.000 m2 aperto a tutti con 300 specie autoctone che vale la pena siano conservate”. Diego e Roberta partiranno per Buenos Aires il 19 novembre e dopo vari passaggi di avvicinamento, la salita alla vetta dovrebbe avvenire il 2 dicembre (faranno rientro in Italia il 13 dicembre). “Questa spedizione è la prima iniziativa importante della nostra associazione, anche mio papà ne faceva parte ed è mancato da poco – raccontano ancora – Questo ha rallentato un po’ la preparazione che portiamo avanti da un anno e mezzo ma ora abbiamo recuperato bene e dedicheremo a lui questa scalata. Successivamente contiamo di realizzare eventi sul territorio”.

Ma come è nata la passione di Diego per l’alpinismo? “Ho iniziato a camminare in montagna per caso, e mi è piaciuto molto. Dagli anni ’90 ho fatto diverse scalate importanti, sulle Alpi in primis e poi sono stato nel 1999 sul Kilimangiaro in Africa (5.895 metri, ndr), ho tentato la scalata dell’Aconcagua nel 2003 e poi nel 2010 l’Elbrus nel Caucaso (5.642 metri, ndr). Sono stato in Nepal due volte ma ho dovuto rinunciare a salire fino alla vetta dello Yala Peak perché ho avuto il mal di montagna, per fortuna senza gravi conseguenze. Mi piacerebbe riuscire a scalare le vette più alte di ogni continente”.

Il mal di montagna è uno degli ostacoli che più fanno paura anche agli alpinisti più esperti: “Si tratta di un problema legato al non acclimatamento all’altitudine e può colpire chiunque, anche i più preparati. Certo si possono adottare comportamenti per prevenirlo come salire gradualmente, effettuare scalate a quote più basse prima di affrontare quote più alte, salire e poi scendere un pezzettino e poi risalire il giorno successivo. Anche essere in forma fisica migliore protegge dal mal di montagna”.

Diego si sta preparando sostanzialmente andando a correre un giorno sì e uno no, anche compatibilmente con il suo lavoro alle Poste di Galliate. E poi alcune uscite in val Formazza e in val Borgna. “Essere vegetariano ha migliorato del doppio le mie prestazioni, oggi a 55 anni corro 20 km senza alcun problema, non ho fatto alcun altro cambiamento nella mia vita quindi…”

L’avvicinamento alla vetta prevede diverse tappe, in totale Diego percorrerà 50 km in tre giorni. “Da Punta de Vacas comincerà il trekking vero e proprio con sosta ai campi base a diverse altezze, l’ultimo tratto avrà pendenze tra i 40 e i 60°. Roberta mi accompagnerà fino a un certo punto poi sarò in solitaria ma potremo comunicare con le ricetrasmittenti essenzialmente per le previsioni meteorologiche. Impiegherò circa 18 ore a fare l’ultimo pezzo tra salita e discesa. Si tratta di una spedizione a impatto zero perché naturalmente io non lascerò nulla sulla montagna nemmeno i bisogni fisiologici”. Lo sponsor Firma Italia ha fornito cibo disidratato, inoltre gli scalatori si sono equipaggiati di barrette proteiche e integratori salini da sciogliere nell’acqua. Proprio riguardo all’acqua, la si ricava in questi contesti sciogliendo il ghiaccio o la neve, operazione non proprio facile quando ci si trova a una temperatura che può arrivare a -30°. Per affrontare questo freddo eccezionale Diego Camma avrà fino a 5 strati di vestiario soprattutto alle estremità, più esposte al rischio congelamento. L’alpinista scatterà anche fotografie per documentare il suo viaggio.

Ma non ci sono solo gli aspetti tecnici, moltissima parte dell’impresa è fatta di emozioni. “Emozioni molto forti – racconta Camma e mentre parla gli si inumidiscono gli occhi – è molto faticoso e anche pericoloso quando si arriva a certi livelli ma quando vedi che la vetta è vicina, ti arriva una forza enorme. So che piangerò quando arriverò in cima”.
Per ulteriori informazioni sulla spedizione e sulle attività dell’associazione si può scrivere all’indirizzo mail kaalanhi@libero.it.

Valentina Sarmenghi 

Rispetto, questa la parola chiave che racchiude tutto il senso dell’impresa che il galliatese Diego Camma si appresta ad affrontare scalando l’Aconcagua, la vetta che con i suoi 6962 metri è la più alta del Sud America. “Rispetto per gli altri esseri umani, per l’ambiente, per gli animali – spiega l’alpinista – E’ questo il messaggio che vogliamo trasmettere con questa esperienza. Si può vivere bene in salute e anche scalare una delle montagne più alte del mondo senza sofferenza altrui, senza uccidere altri esseri viventi”. Già perché Diego Camma da alcuni anni è diventato vegetariano. “E’ la cosa migliore sia per i nostri amici animali che così non devono più morire per sfamarci sia per la nostra salute”. La sensibilizzazione sui temi ambientali e sul rispetto degli animali è anche al centro dell’attività dell’associazione che Diego, insieme a Roberta Giubertoni, ha fondato un anno fa: si chiama Kaalanhi ed è un acronimo formato dalle prime lettere delle vette più alte del globo.

“Da anni ci occupiamo di tenere pulita la pista ciclabile che si trova vicino a casa nostra nel Parco del Ticino – dicono – se si tratta di piccoli rifiuti lo raccogliamo noi, altrimenti chiediamo l’intervento della nettezza urbana. Accogliamo a casa nostra diversi cani e gatti e abbiamo creato un giardino botanico di 3.000 m2 aperto a tutti con 300 specie autoctone che vale la pena siano conservate”. Diego e Roberta partiranno per Buenos Aires il 19 novembre e dopo vari passaggi di avvicinamento, la salita alla vetta dovrebbe avvenire il 2 dicembre (faranno rientro in Italia il 13 dicembre). “Questa spedizione è la prima iniziativa importante della nostra associazione, anche mio papà ne faceva parte ed è mancato da poco – raccontano ancora – Questo ha rallentato un po’ la preparazione che portiamo avanti da un anno e mezzo ma ora abbiamo recuperato bene e dedicheremo a lui questa scalata. Successivamente contiamo di realizzare eventi sul territorio”.

Ma come è nata la passione di Diego per l’alpinismo? “Ho iniziato a camminare in montagna per caso, e mi è piaciuto molto. Dagli anni ’90 ho fatto diverse scalate importanti, sulle Alpi in primis e poi sono stato nel 1999 sul Kilimangiaro in Africa (5.895 metri, ndr), ho tentato la scalata dell’Aconcagua nel 2003 e poi nel 2010 l’Elbrus nel Caucaso (5.642 metri, ndr). Sono stato in Nepal due volte ma ho dovuto rinunciare a salire fino alla vetta dello Yala Peak perché ho avuto il mal di montagna, per fortuna senza gravi conseguenze. Mi piacerebbe riuscire a scalare le vette più alte di ogni continente”.

Il mal di montagna è uno degli ostacoli che più fanno paura anche agli alpinisti più esperti: “Si tratta di un problema legato al non acclimatamento all’altitudine e può colpire chiunque, anche i più preparati. Certo si possono adottare comportamenti per prevenirlo come salire gradualmente, effettuare scalate a quote più basse prima di affrontare quote più alte, salire e poi scendere un pezzettino e poi risalire il giorno successivo. Anche essere in forma fisica migliore protegge dal mal di montagna”.

Diego si sta preparando sostanzialmente andando a correre un giorno sì e uno no, anche compatibilmente con il suo lavoro alle Poste di Galliate. E poi alcune uscite in val Formazza e in val Borgna. “Essere vegetariano ha migliorato del doppio le mie prestazioni, oggi a 55 anni corro 20 km senza alcun problema, non ho fatto alcun altro cambiamento nella mia vita quindi…”

L’avvicinamento alla vetta prevede diverse tappe, in totale Diego percorrerà 50 km in tre giorni. “Da Punta de Vacas comincerà il trekking vero e proprio con sosta ai campi base a diverse altezze, l’ultimo tratto avrà pendenze tra i 40 e i 60°. Roberta mi accompagnerà fino a un certo punto poi sarò in solitaria ma potremo comunicare con le ricetrasmittenti essenzialmente per le previsioni meteorologiche. Impiegherò circa 18 ore a fare l’ultimo pezzo tra salita e discesa. Si tratta di una spedizione a impatto zero perché naturalmente io non lascerò nulla sulla montagna nemmeno i bisogni fisiologici”. Lo sponsor Firma Italia ha fornito cibo disidratato, inoltre gli scalatori si sono equipaggiati di barrette proteiche e integratori salini da sciogliere nell’acqua. Proprio riguardo all’acqua, la si ricava in questi contesti sciogliendo il ghiaccio o la neve, operazione non proprio facile quando ci si trova a una temperatura che può arrivare a -30°. Per affrontare questo freddo eccezionale Diego Camma avrà fino a 5 strati di vestiario soprattutto alle estremità, più esposte al rischio congelamento. L’alpinista scatterà anche fotografie per documentare il suo viaggio.

Ma non ci sono solo gli aspetti tecnici, moltissima parte dell’impresa è fatta di emozioni. “Emozioni molto forti – racconta Camma e mentre parla gli si inumidiscono gli occhi – è molto faticoso e anche pericoloso quando si arriva a certi livelli ma quando vedi che la vetta è vicina, ti arriva una forza enorme. So che piangerò quando arriverò in cima”.
Per ulteriori informazioni sulla spedizione e sulle attività dell’associazione si può scrivere all’indirizzo mail kaalanhi@libero.it.

Valentina Sarmenghi

 

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