Una cena per 300 fedeli in difficoltà al Centro culturale islamico

Una cena per 300 fedeli in difficoltà al Centro culturale islamico
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NOVARA - Una raccolta fondi per i fedeli del Centro che vivono in difficoltà, ma non solo. Anche una cena offerta in ogni sera di preghiera, dopo il tramonto, sempre a chi sta vivendo un periodo di criticità e non ha denaro per poter disporre di una cena nella propria abitazione, con i propri famigliari.

E’ quanto porta avanti, già da qualche anno, il Centro culturale islamico di via Pigafetta, realtà presieduta da Lebsir El Garras. Un momento, quindi, quello del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, non solo di preghiera e riflessione, ma anche, altrettanto importante, di aiuto e solidarietà per chi fatica, per chi non ha da mangiare e stenta a raccogliere i denari per comprare un tozzo di pane e il cibo per sé e la famiglia.

Durante il Ramadan i fedeli si devono astenere dal mangiare dall’alba al tramonto e cenano, quindi, solo dopo che il sole è tramontato, a conclusione, dunque, della preghiera. «E’ un’iniziativa – racconta El Garras, aiutato nella gestione di questa mensa serale da uno staff di una decina di persone, tra cui anche Osman Ba – che realizziamo già da qualche anno, da quando abbiamo notato come siano in crescita i nostri amici in difficoltà. La crisi ha colpito duramente tutti, senza eccezioni, e andare avanti è sempre più difficile. Ecco perché abbiamo posto proprio all’entrate del nostro centro una cassetta per la raccolta fondi. Qui, chi volesse, può collocare denaro per i nostri fedeli meno fortunati. Da noi arrivano per la preghiera, forniamo a tutti un po’ d’acqua e di datteri. A seguire, in diversi orari, una al tardo pomeriggio, una alle 21,30 e un’altra poco prima di mezzanotte, c’è la preghiera. Chiuso il momento di preghiera, ecco che arriva la cena. La allestiamo nei nostri spazi, che sono fortunatamente molto ampli, riuscendo a offrirla a tutti quei frequentatori che vivono in grande difficoltà».

Ma quanti sono i pasti distribuiti ogni giorno? «In media – risponde El Garras - sono 280-300 le persone che si fermano a cenare qui da noi. Ed è un dato che ci fa capire come la crisi non sia ancora passata. Vediamo, infatti, un aumento significativo già rispetto allo scorso anno, quando i commensali, mediamente, erano 120».

mo.c.

 

Per saperne di più, leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola sabato 4 luglio


NOVARA - Una raccolta fondi per i fedeli del Centro che vivono in difficoltà, ma non solo. Anche una cena offerta in ogni sera di preghiera, dopo il tramonto, sempre a chi sta vivendo un periodo di criticità e non ha denaro per poter disporre di una cena nella propria abitazione, con i propri famigliari.

E’ quanto porta avanti, già da qualche anno, il Centro culturale islamico di via Pigafetta, realtà presieduta da Lebsir El Garras. Un momento, quindi, quello del Ramadan, il mese sacro per i musulmani, non solo di preghiera e riflessione, ma anche, altrettanto importante, di aiuto e solidarietà per chi fatica, per chi non ha da mangiare e stenta a raccogliere i denari per comprare un tozzo di pane e il cibo per sé e la famiglia.

Durante il Ramadan i fedeli si devono astenere dal mangiare dall’alba al tramonto e cenano, quindi, solo dopo che il sole è tramontato, a conclusione, dunque, della preghiera. «E’ un’iniziativa – racconta El Garras, aiutato nella gestione di questa mensa serale da uno staff di una decina di persone, tra cui anche Osman Ba – che realizziamo già da qualche anno, da quando abbiamo notato come siano in crescita i nostri amici in difficoltà. La crisi ha colpito duramente tutti, senza eccezioni, e andare avanti è sempre più difficile. Ecco perché abbiamo posto proprio all’entrate del nostro centro una cassetta per la raccolta fondi. Qui, chi volesse, può collocare denaro per i nostri fedeli meno fortunati. Da noi arrivano per la preghiera, forniamo a tutti un po’ d’acqua e di datteri. A seguire, in diversi orari, una al tardo pomeriggio, una alle 21,30 e un’altra poco prima di mezzanotte, c’è la preghiera. Chiuso il momento di preghiera, ecco che arriva la cena. La allestiamo nei nostri spazi, che sono fortunatamente molto ampli, riuscendo a offrirla a tutti quei frequentatori che vivono in grande difficoltà».

Ma quanti sono i pasti distribuiti ogni giorno? «In media – risponde El Garras - sono 280-300 le persone che si fermano a cenare qui da noi. Ed è un dato che ci fa capire come la crisi non sia ancora passata. Vediamo, infatti, un aumento significativo già rispetto allo scorso anno, quando i commensali, mediamente, erano 120».

mo.c.

 

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