Va in pensione Giacomo Fiorello

Va in pensione Giacomo Fiorello
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NOVARA - «La mia speranza è che qualche istituzione decida di istituire una scuola per calzolai a Novara, dove poter trasmettere quanto ho imparato in questi anni di lavoro». A parlare è Giacomo Fiorello, storico calzolaio di Novara e da quasi quarant’anni presidente dell’Università dei Calzolai, che con la fine del 2014 ha chiuso definitivamente l’attività per godersi la meritata pensione.

Arrivato a Novara dalla natìa Caltagirone, dal 1959 ha un suo laboratorio in città. «Sono nato in Sicilia  il 12 giugno del 1935. Ho iniziato a lavorare a 9 anni. Al mattino andavo a scuola e al pomeriggio imparavo il mestiere in bottega.  Nel 1957 ho fatto il militare a Novara, ero bersagliere alla caserma “Passalacqua” e mi sono poi fermato».  Fiorello è anche uno dei rappresentanti comunali per Novara di Confartigianato.

NOVARA - «La mia speranza è che qualche istituzione decida di istituire una scuola per calzolai a Novara, dove poter trasmettere quanto ho imparato in questi anni di lavoro». A parlare è Giacomo Fiorello, storico calzolaio di Novara e da quasi quarant’anni presidente dell’Università dei Calzolai, che con la fine del 2014 ha chiuso definitivamente l’attività per godersi la meritata pensione.

Arrivato a Novara dalla natìa Caltagirone, dal 1959 ha un suo laboratorio in città. «Sono nato in Sicilia  il 12 giugno del 1935. Ho iniziato a lavorare a 9 anni. Al mattino andavo a scuola e al pomeriggio imparavo il mestiere in bottega.  Nel 1957 ho fatto il militare a Novara, ero bersagliere alla caserma “Passalacqua” e mi sono poi fermato».  Fiorello è anche uno dei rappresentanti comunali per Novara di Confartigianato.

Nel corso della sua lunga attività e del suo impegno come Presidente del sodalizio dei Calzolai, ha promosso iniziative e l’annuale ricorrenza delle celebrazioni dei Santi protettori della categoria, Crispino e Crispiniano, nonché ricerche e pubblicazioni.

È Cavalier Ufficiale dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana. Ora spera di poter insegnare la sua arte ai giovani: «Se il mestiere si impara da ragazzi si diventa bravi artigiani. Ma è importante sapere che non si finisce mai di imparare. Io mi considero “affamato” e “assetato” di sapere ancora oggi».

m.d.

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