«Vergogna a rubare sulla tomba di mio figlio»
BORGOMANERO - L’attenzione di chi in questi giorni visita la parte alta del cimitero capoluogo è attratta da un vistoso cartello scritto a mano da una mamma che cinque anni fa ha perso il figlio, morto dopo un lungo calvario, stroncato a soli 44 anni da una malattia rivelatasi purtroppo incurabile. “Vergogna a rubare sulla tomba di Marco. Sei un miserabile”. Parole dure che Graziella Bianchi, mamma di Marco Zampieri ha rivolto a quelle persone «senza cuore» che hanno profanato la tomba del figlio portando via un vaso di fiori. «Non è la prima volta –dice la donna – che accade. Sempre più spesso spariscono fiori, vasi e altri oggetti». L’episodio denunciato dalla signora Graziella non è comunque un fatto isolato. Dalle tombe viene portato via di tutto, tanto da costringere molti borgomaneresi a sostituire vasi o porta ceri di valore (in modo particolare quelli di rame) con altri di plastica, meno belli, ma sicuramente meno graditi ai ladri. Sulla tomba di Marco Zampieri nei mesi scorsi erano già stati rubati altri oggetti, di scarso valore economico ma indubbiamente di grandissimo valore affettivo, depositati sulla tomba non solo dalla mamma ma anche dai tanti amici che Marco aveva in giro per il mondo. Perché Marco, allievo del grande chef cusiano Claudio Zaretti, aveva lavorato negli ultimi sei anni della sua breve vita come chef a Mosca nella prestigiosa “Cantinetta Antinori”, rinomato ristorante italiano frequentato da imprenditori e politici russi tra cui il premier Vladimir Putin. L’anno di prima di morire Marco, nonostante la giovane età, era stato nominato Cavaliere del Lavoro. «Mi auguro – dice affranta la mamma – che la mia iniziativa possa servire a qualcosa, magari non a far desistere i ladri dal rubare al cimitero, ma a far sì che venga potenziato il servizio di vigilanza nel camposanto. Possibile che non si riesca mai, con le nuove tecnologie, con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza a cogliere sul fatto chi non ha neppure rispetto per i morti?».
Carlo Panizza
BORGOMANERO - L’attenzione di chi in questi giorni visita la parte alta del cimitero capoluogo è attratta da un vistoso cartello scritto a mano da una mamma che cinque anni fa ha perso il figlio, morto dopo un lungo calvario, stroncato a soli 44 anni da una malattia rivelatasi purtroppo incurabile. “Vergogna a rubare sulla tomba di Marco. Sei un miserabile”. Parole dure che Graziella Bianchi, mamma di Marco Zampieri ha rivolto a quelle persone «senza cuore» che hanno profanato la tomba del figlio portando via un vaso di fiori. «Non è la prima volta –dice la donna – che accade. Sempre più spesso spariscono fiori, vasi e altri oggetti». L’episodio denunciato dalla signora Graziella non è comunque un fatto isolato. Dalle tombe viene portato via di tutto, tanto da costringere molti borgomaneresi a sostituire vasi o porta ceri di valore (in modo particolare quelli di rame) con altri di plastica, meno belli, ma sicuramente meno graditi ai ladri. Sulla tomba di Marco Zampieri nei mesi scorsi erano già stati rubati altri oggetti, di scarso valore economico ma indubbiamente di grandissimo valore affettivo, depositati sulla tomba non solo dalla mamma ma anche dai tanti amici che Marco aveva in giro per il mondo. Perché Marco, allievo del grande chef cusiano Claudio Zaretti, aveva lavorato negli ultimi sei anni della sua breve vita come chef a Mosca nella prestigiosa “Cantinetta Antinori”, rinomato ristorante italiano frequentato da imprenditori e politici russi tra cui il premier Vladimir Putin. L’anno di prima di morire Marco, nonostante la giovane età, era stato nominato Cavaliere del Lavoro. «Mi auguro – dice affranta la mamma – che la mia iniziativa possa servire a qualcosa, magari non a far desistere i ladri dal rubare al cimitero, ma a far sì che venga potenziato il servizio di vigilanza nel camposanto. Possibile che non si riesca mai, con le nuove tecnologie, con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza a cogliere sul fatto chi non ha neppure rispetto per i morti?».
Carlo Panizza