Vicenda profughi nel Novarese: il punto della situazione
NOVARA – Tra non molto, con ogni probabilità entro la prossima settimana, verrà pubblicato il nuovo bando d’appalto rivolto alla richiesta di strutture disposte a gestire l’accoglienza di profughi, i cui arrivi continuano a registrarsi anche a Novara. Proprio ieri, venerdì 20 febbraio, in serata, era atteso l’arrivo di altri 14 migranti.
NOVARA – Tra non molto, con ogni probabilità entro la prossima settimana, verrà pubblicato il nuovo bando d’appalto rivolto alla richiesta di strutture disposte a gestire l’accoglienza di profughi, i cui arrivi continuano a registrarsi anche a Novara. Proprio ieri, venerdì 20 febbraio, in serata, era atteso l’arrivo di altri 14 migranti.
Altri ne sono giunti in settimana. Si è trattato di un gruppo di 17, di nazionalità eritrea, somala e libica. Di questi, dopo le visite mediche, 14 si sono allontanati, prendendo la volta del Nord Europa. Il precedente bando è scaduto il 31 dicembre. Da allora si è lavorato alla stesura di quello nuovo e i migranti presenti nelle strutture di Novara e provincia sono rimasti nelle loro collocazioni. Probabilmente le strutture che avevano presentato le proprie offerte a luglio riconfermeranno la disponibilità, come può anche accadere che altre realtà, associazioni, cooperative, mettano a disposizione ulteriori posti.
«Se tutto andrà bene – spiega la viceprefetto Anna Laurenza – ai primi di aprile si potrà dare il via alla nuova gara e alla contestuale individuazione delle strutture di prima accoglienza che ospiteranno i migranti in arrivo nelle nostre zone».
Ma quanti sono i profughi sinora passati da Novara, a partire dal primo gruppo giunto a fine marzo dello scorso anno? E quanti sono rimasti o, viceversa, hanno lasciato il capoluogo per altre mete, chi restando in Italia, chi, invece, recandosi in altri Paesi?
«Dal primo arrivo del 24 marzo a oggi – continua Laurenza – sono almeno 600 i profughi, per lo più tra i 20 e i 30 anni, tutti comunque molto giovani, che hanno fatto tappa a Novara. Di questi sono rimasti in città poco più di 200. Le nazionalità di provenienza principali sono Mali, Gambia, Senegal, Bangladesh e Pakistan». Scendendo maggiormente nel dettaglio (il numero è comunque molto variabile), a Novara sono ospitati intorno ai 220 migranti (l’appalto del servizio di prima accoglienza aveva messo a disposizione 206 posti letto, ma i continui arrivi hanno fatto sforare il tetto fissato). Si trovano a “Le Grandi Volte” di via Tornielli, a “L’Arena” di baluardo Massimo d’Azeglio e in alcuni appartamenti nella zona di corso Cavallotti. I migranti minori, ormai quasi tutti diventati maggiorenni (sono giunti a Novara a 16-17 anni), sono un po’ fuori provincia e altri alla Comunità per Minori Santa Lucia. Altri 24 profughi si trovano a Oleggio, in un’azienda agricola, e 14 a Dormelletto.
«Sono tutti ragazzi che stanno studiando l’italiano per meglio integrarsi», conclude Laurenza.
Sulla questione profughi nel Novarese è intervenuta la Lega Nord con una conferenza. «Abbiamo ricevuto segnalazioni da personale medico e dell’Asl – ha riferito il segretario provinciale, Luca Bona (presente anche il capogruppo a Palazzo Cabrino, Mauro Franzinelli) – di come ci sia una situazione fuori controllo e di come ci siano pressioni da parte della Prefettura per far effettuare al personale medico e dell’Asl continui esami gratuiti per i profughi, sino anche a 20-30 esami, con ore in più svolte dal personale e annessi problemi. Sappiamo, inoltre, che alcuni, fatti gli esami, spariscono dalla circolazione. Questa, per noi, è una vera e propria bomba sociale, pronta a esplodere».
Monica Curino
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola sabato 21 febbraio