A Borgomanero è scoppiato il caso "Pro loco VS Comune"
Decade il consiglio direttivo dell’associazione. I membri dimissionari: «La Festa dell’Uva era infattibile con fondi incerti, siamo bloccati dalla burocrazia» ma il Comune non ci sta e parla di "motivazioni infondate e denigratorie"
Sono stati giorni davvero tormentati quelli appena trascorsi, vissuti nel segno di un duro testa a testa tra associazione e Comune.
Il caso Pro loco
«Ci spiace comunicarvi che il consiglio direttivo della Pro loco di Borgomanero APS è decaduto [...] le nostre intenzioni non sono di certo ostacolare il comune di Borgomanero, ma purtroppo con una Festa dell'uva infattibile per la mancanza di fondi certi, tutte le attività bloccate da cantieri e molta burocrazia, hanno inciso negativamente sull'entusiasmo di noi volontari, che volentieri abbiamo sempre messo a disposizione il nostro tempo libero per la buona riuscita delle attività cittadine, ma che in queste circostanze è venuto a mancare».
Con queste parole, consegnate a un comunicato stampa rivolto alla cittadinanza, la Pro loco ha motivato la notizia della decadenza del direttivo dell’associazione in seguito alle dimissioni di quattro consiglieri avvenute nella riunione di giovedì 20 giugno.
Le dimissioni e la decadenza del direttivo
Le quattro dimissioni notificate giovedì 20 all’associazione dai consiglieri Alberto Monzani, Gianluca Schiavon, Tommaso Sabatino e Simone Sabatino sono andate ad aggiungersi a quelle del vicepresidente Davide Cerutti (rassegnate il 18 giugno) e a quelle di Mariano Manca (che invece risalgono a qualche settimana fa).
Nella stessa seduta inoltre, la presidente dell’associazione turistica, Manuela Arcone e la tesoriera Elisabetta Zampogna si sono dimesse dai propri incarichi sociali, rimanendo però in carica come consigliere.
Nel corso della stessa assemblea, tuttavia, è venuto a mancare il numero legale (la metà più uno dei consiglieri eletti nell’associazione). Ai restanti sei consiglieri (la stessa Manuela Arcone, Federico Bozzato, Francesca Colombo, Antonio Gentile, Elisabetta Zampogna e Matteo Costa) non è restato quindi altro da fare se non constatare la decadenza del direttivo. «L'attuale consiglio dimissionario – prosegue il comunicato – si impegna a proseguire i lavori di ordinaria amministrazione al fine di mantenere viva la Pro loco e di indire quando possibile una prima assemblea elettiva».
La dura risposta del Comune
L’amministrazione comunale, chiamata in causa, ha risposto con un proprio comunicato stampa definendo “infondate, pretestuose e denigratorie” le motivazioni addotte dalla Pro loco, ponendo l’accento sul supporto accordato nel tempo all’associazione «sia con riferimento agli eventi organizzati dalla stessa, sia relativamente alla copertura delle spese ordinarie e straordinarie necessarie alla gestione del Foro Boario».
La questione del Foro Boario
E proprio il tema del Foro Boario, la struttura comunale gestita dalla Pro loco, è finito nel calderone delle polemiche. Nel suo comunicato, il direttivo dell’associazione non lo nomina mai direttamente, se non nelle dichiarazioni rilasciate a titolo personale da alcuni consiglieri dimissionari, ma il passaggio sulle “attività bloccate da cantieri e da molta burocrazia” è sembrato riferito proprio alla situazione di quell’area, attualmente in parte transennata per ragioni di sicurezza.
Sulla vicenda il Giornale di Arona ha interpellato l’assessore Elisa Zanetta, con delega ai lavori pubblici, che si è detta basita di fronte ai recenti sviluppi, a fronte dell’impegno a riqualificare l’area attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento. Nel Documento unico di programmazione del Comune, approvato lo scorso dicembre dal Consiglio comunale, si parlava di valorizzare il Foro «come spazio aggregativo polifunzionale per soddisfare la forte domanda che il territorio oggi esprime di attività culturali per i giovani [...] essendosi conclusi i lavori del sottopasso ferroviario».
In riferimento ai transennamenti che impediscono la normale fruizione del Foro, Zanetta spiega: «Recentemente con gli uffici abbiamo effettuato una verifica statica sulle due pensiline, verifica che prevedeva di picchiettarle per capire se si sarebbero staccati dei pezzi, cosa che è successa, evidenziandone il cattivo stato e, quindi, la necessità di intervenire mettendo, innanzitutto, in sicurezza l’area. I lavori di restauro delle pensiline si aggirano attorno ai 150 mila euro a pensilina, spesa non irrilevante e non prevista in bilancio, ma abbiamo comunque trovato i soldi per intervenire sulla pensilina più vicina al bar. I lavori dovrebbero partire già a luglio e dureranno all’incirca 5 settimane».
Il transennamento dell’area delle pensiline non impedisce la fruizione del Foro e spiega Zanetta che prima che scoppiasse la polemica «avevamo convenuto con la Pro loco di continuare a organizzare il mercatino della “roba végia” spostandone una parte lungo l’adiacente viale Libertà. Però, dopo quanto successo non ci sono certezze».
Anche i marciapiedi del Foro sono attualmente oggetto di manutenzione. «Prima delle pensiline, su segnalazione della Pro loco, ci siamo attivati per risolvere lo stato di degrado dei marciapiedi. Si trattava in quel caso di un affidamento meno oneroso, ma comunque sottoposto ai vincoli della Sovrintendenza. Abbiamo presentato più di una decina di campioni di cemento ma ci devono autorizzare i colori». L’assessore conclude dicendo che: «Capisco che tanti non accettino le lungaggini che a volte ha la pubblica amministrazione, ma assicuro che gli uffici stanno facendo il possibile e mi spiace vederli, per questo, attaccati sui giornali».
La denuncia per la fontana divelta
Sempre nel comunicato di risposta, l’Amministrazione rende noto inoltre che «Con stupore e profondo rammarico si è venuto a conoscenza che ad opera di un componente del Consiglio della Pro loco veniva “distrutta e demolita” la fontana presente all’interno del sito, bene vincolato dalla Soprintendenza e patrimonio della Città, a cui è seguita denuncia alle Autorità competenti».
Già in questi giorni parte dell’ex direttivo della Pro loco sta tentando di ricomporre la frattura con il Comune, ma gli esiti di queste prove di dialogo non sono certi.