ANGSA e associazione Enrico Micheli

A Novara la “casa per l’autismo” ora è realtà

Sarà inaugurata l’11 aprile in corso Risorgimento: un progetto per dimostrare che i ragazzi autistici sono una risorsa per il territorio

A Novara la “casa per l’autismo” ora è realtà
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Oggi, 2 aprile, Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo, ci sembra il momento migliore per presentare l'imminente apertura di “Ambaradaut - Una Casa per l’Autismo”, il nuovo centro di corso Risorgimento fortemente voluto da Angsa Novara Vercelli Odv e Associazione per l’Autismo Enrico Micheli per migliorare la qualità di vita dei ragazzi e delle loro famiglie.

Casa per l'autismo: si inaugura l'11 aprile

La nuova struttura - che sarà inaugurata l’11 aprile in occasione della Giornata Mondiale dell'autismo - risponde alla necessità di far acquisire sempre maggiori competenze e autonomia ai ragazzi autistici che si stanno avvicinando all’età adulta, anche per coloro con un elevato bisogno di supporto.

«La casa - ricordano Priscila Beyersdorf Pasino, presidente Angsa Novara-Vercelli, e Francesca Debernardi, presidente Associazione per l’Autismo Enrico Micheli - sarà uno spazio dedicato oltre che ai ragazzi, anche alle nostre famiglie, dove potersi incontrare, socializzare, organizzare momenti di festeggiamento in occasione di compleanni e altre ricorrenze e tanto altro, con l’obiettivo che questo luogo sia davvero occasione, oltre che di crescita, anche di socialità e convivialità. Inoltre, durante questo percorso di crescita e sviluppo, grazie al centro diurno semiresidenziale Il Veliero ed al Cad “Atypicad” le famiglie potranno continuare a stare vicino ai propri ragazzi, con giovamento per tutti, mentre questi ultimi seguiranno un progetto che li coinvolge positivamente nell’acquisizione di nuove abilità prelavorative, nello sviluppo della propria autonomia e anche con attenzione verso la comunità».

Saranno infatti attivati dei servizi di prossimità a cura dei ragazzi a favore dei residenti, come ad esempio la portineria sociale. «Ciò - sottolineano Beyersdorf Pasino e Debernardis - rappresenta un cambio di prospettiva epocale: il ragazzo autistico non è più solo un individuo di cui farsi carico, ma una vera e propria risorsa per il territorio. I nostri ragazzi lo hanno già dimostrato con numerosi progetti in cui si sono messi al servizio della comunità, tra cui il progetto regionale FIS Formazione in Situazione, che li ha visti coinvolti lavorativamente nelle strutture alberghiere e ristorative del territorio, ma anche le attività svolte ad esempio con Barilla, con il servizio reso nello spaccio e la mensa aziendale, e il progetto Book Box con la riqualificazione e catalogazione di migliaia di libri, così restituiti alla lettura.».

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