A un mese dall'apertura il dormitorio di Olengo ospita 45 persone
A Villa Segù sono state ricavate 15 stanze: «L’inizio è stato difficile, ora la situazione si è stabilizzata. Nessun problema coi residenti»
Nei giorni scorsi, il 28 febbraio, la convocazione “in loco” della VII commissione consiliare (presieduta da Maria Cristina Stangalini) ha consentito ai consiglieri comunali di toccare con mano le condizioni del “nuovo” dormitorio, dopo il trasferimento avvenuto nel giorno di San Gaudenzio in tutta fretta per consentire lo sgombero dell’area di via Alberto da Giussano e l’avvio del cantiere per la sua riqualificazione.
C'era anche il Corriere di Novara.
Un inizio non semplice
L’inizio è stato decisamente un po’ in salita. Lo spostamento dall’ex Villaggio Tav a Villa Segù di Olengo non è stato accolto dagli ospiti del dormitorio pubblico con grande entusiasmo.
«I primi giorni sono stati davvero difficili - ha detto Manuele La Porta della cooperativa “ Bucaneve” che gestisce la struttura per conto del Comune - Arrivare dai container della Tav, dove potevano entrare e uscire 24 ore su 24, in un posto con delle regole e degli orari non è stato un passaggio semplice e abbiamo avuto anche qualche momento piuttosto critico. Ma ora le cose si sono assestate e tutti hanno capito come funziona».
Primo "esame" superato
E, nonostante le perplessità iniziali fossero tante (non solo negli ospiti), alla fine tutti i presenti alla commissione hanno convenuto che quella trovata a Villa Segù è una soluzione «più che dignitosa», per usare le parole di Gaetano Picozzi (Lega). «Sono sincero - ha ammesso Rossano Pirovano (Pd) - Quel che ho visto è meglio di quanto mi aspettassi».
I prossimi interventi
Al momento, la “trasformazione” di Villa Segù non è ancora definitivamente conclusa. Mancano, come ha ricordato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Armienti, alcuni interventi. Come la conclusione dei lavori per la realizzazione (ex novo) dei bagni pubblici e della lavanderia (che sarà attrezzata anche di una lavatrice e asciugatrice utilizzabile dagli ospiti per la propria biancheria), e - non appena il cantiere sarà concluso - la sistemazione nell’area verde di alcune cucce dove potranno trovare ricovero i cani dei senzatetto.
All’interno della Villa, su due piani, sono state realizzate complessivamente 15 stanze, da due o tre letti (due delle quali riservate alle ospiti di sesso femminile), insieme a diversi bagni. In quello che era lo spazio dei laboratori, ora si trovano i locali per l’emergenza freddo, più “spartani”, attrezzati solo con letti e seggiole e, ovviamente, bagni e docce.
«A breve saranno pronti anche una sala comune, con televisore e divani, e uno spazio attrezzato all’aperto. Sono convinta - ha detto Armienti - che sia stato fatto un buon lavoro e ora, dopo le difficoltà iniziali, tutto sta funzionando bene e anche gli spostamenti in autobus, che potevano rappresentare un ostacolo, sono ormai una routine».
Nessun problema con i residenti
Quanto ai timori dei residenti di Olengo, sembrano essersi smorzati: «Ho parlato più volte con alcuni di loro ma non mi è stato evidenziato alcun problema di convivenza. Anche il vicino Circolo li accoglie volentieri e rappresenta un’occasione di socializzazione» ha concluso l'assessore.
Gli ospiti
Ad oggi gli ospiti del dormitorio sono 45, 14 dei quali per l’emergenza freddo. «Gli utenti del dormitorio - ha detto la dirigente del Settore politiche sociali del Comune, Patrizia Spina - a parte qualcuno che non ha accettato di venire a Olengo, sono sempre gli stessi, persone che conosciamo da tempo. Si tratta per lo più di uomini, il 70% dei quali stranieri, con un’età media abbastanza alta, oltre i 60 anni.
Qualcuno di loro, 6 o 7, lavora ma ancora non ha la possibilità di “affrancarsi” perché non riesce a stipulare un contratto d’affitto. Abbiamo due educatori che lavorano con loro cercando di studiare per ciascuno progetti di accompagnamento. Alcuni hanno anche delle patologie e, in qualche caso, hanno accettato il ricovero in Rsa».
"Fondamentali regole e orari"
Proprio su questo aspetto si sono concentrati diversi degli interventi dei commissari, in particolare di Piergiacomo Baroni (Insieme per Novara) e Pirovano: «E’ giusto che ora la struttura abbia degli orari e delle regole da rispettare (l’ingresso può avvenire tra le 19 e le 22 e l’uscita tassativamente entro le 9, ndr), ma pensiamo proprio a quelle persone che magari hanno problemi fisici e fanno fatica a trascorrere la giornata a zonzo per la città. Perché non cercare anche di ricavare degli spazi per un piccolo “centro diurno”?».
Ipotesi che l’assessore Armienti non ha scartato: «Non abbiamo nessuna preclusione. L’importante è che, a differenza di quanto avveniva all’ex Tav, restino delle regole. Con i tempi necessari e individuando le risorse, potremo senz’altro pensare a qualcosa di più: i presupposti per fare un buon lavoro ci sono».