Arbitro vittima di insulti razzisti: è stato uno degli "angeli del Covid" in prima linea
L'uomo, operatore della Casa di riposo di Re, nel 2020 con i colleghi aveva optato per la quarantena volontaria accanto agli anziani
Nelle ultime ora sta creando giustamente molto scalpore e indignazione la notizia di quanto accaduto domenica 4 giugno a Omegna nel corso della gara di playoff Vco di terza categoria fra il Cireggio ed il Maggiora Calcio.
Nella foto Celestin Leopold Ntsama in un'immagine pubblicata sulla pagina social dell'Rsa Cuore Immacolato di Maria di Re.
Il fatto
Era il 22′ del secondo tempo quando dagli spalti è arrivato un insulto razzista indirizzato all’arbitro Celestin Leopold Ntsama. A quel punto il direttore di gara senza esitazioni ha interrotto la partita, mandando le due squadre negli spogliatoi.
Le scuse del Maggiora calcio
A proferire l'orrendo insulto pare essere stato un tifoso del Maggiora Calcio. La società non ha esitato a scusarsi e prendere le distanze da questo comportamento tramite un breve comunicato:
"A seguito dei fatti avvenuti nella giornata odierna durante la partita di Playoff Provinciali sul campo di Cireggio, che vede un nostro tifoso utilizzare espressioni razziste contro il direttore di gara, la società ASD Maggiora Calcio si dissocia completamente e condanna fermamente questi comportamenti. La Dirigenza ed i tesserati tutti si scusano per l’accaduto, consci del fatto che questi episodi non dovrebbero mai accadere, soprattutto su un campo di calcio".
Oss alla casa di riposo di Re
Il giovane uomo vittima dell'episodio verificatosi a Omegna, oltre ad essere appassionato di calcio e dedicarsi all'arbitraggio già da diversi anni, svolge un lavoro prezioso per la comunità, lavoro che si è rivelato per lui e tanti suoi colleghi una vera e propria vocazione in occasione della recente pandemia di Covid.
Ntsam è infatti coordinatore Oss presso la casa di riposo di Re dedicata al Cuore Immacolato di Maria (nel Vco), struttura di proprietà del gruppo religioso «Silenziosi operai della croce», e nell'aprile del 2020, in piena emergenza sanitaria, insieme ad altri colleghi aveva scelto la quarantena volontaria sul posto di lavoro, finendo meritatamente sulle pagine dei giornali locali.
Una scelta difficile, fatto in un momento davvero critico, mettendo da parte le proprie vite e separandosi dalla famiglia per tutelare il più possibile gli anziani della struttura e al contempo i propri parenti.
Spiace molto che ora, a distanza di qualche anno, l'operatore socio sanitario sia tornato sotto i riflettori ma stavolta suo malgrado e per un motivo tanto spiacevole.