Lago Maggiore

Arona, divieto di balneazione a Punta Vevera: "I cartelli non bastano"

La posizione di Legambiente: "Non si può minimizzare, dovrebbe essere specificato che il motivo è anche l'inquinamento e l’area dovrebbe essere transennata"

Arona, divieto di balneazione a Punta Vevera: "I cartelli non bastano"
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L’abitudine di bagnarsi nelle acque del lago Maggiore nei punti di approdo aronesi - anche in quelli proibiti per motivi ambientali o di sicurezza - continua a far discutere, come spesso accade in questo periodo dell’anno.

Arona, divieto di balneazione a Punta Vevera: parla Legambiente

Questa volta sulla vicenda è intervenuto anche il circolo locale di Legambiente, Gli Amici del lago.

«La notizia che diverse persone si immergono alla foce del Vevera – scrivono dall’associazione ambientalista - anche solo per attraversare il letto del torrente - nonostante i cartelli di divieto, non ci sorprende e avevamo già segnalato questa eventualità all’amministrazione comunale, alla quale abbiamo comunicato una situazione particolarmente critica di forte inquinamento emersa dalle analisi svolte dal laboratorio Arpa di Novara, nell’ambito della campagna Goletta dei Laghi. I divieti di balneazione non riguardano solo i rischi alla sicurezza dovuti ai fondali irregolari, ma anche e soprattutto l’inquinamento microbiologico, poiché i parametri riscontrati, in particolare gli Escherichia Coli, sono risultati oltre il doppio dei limiti consentiti».

"I cartelli non bastano"

Quindi per Legambiente la situazione è allarmante essenzialmente per una questione di salute delle persone. «Ricordiamo che il Sindaco - scrivono da Legambiente - è l’autorità sanitaria locale cui compete l'emanazione di tutti i provvedimenti in materia di igiene e sanità pubblica. Comprendiamo che questa situazione cronica di forte inquinamento – ormai da decenni salvo i dati positivi dello scorso anno - non è funzionale alla narrazione autoreferenziale dell’amministrazione e per la promozione turistica della città, ma non si può fare finta di nulla minimizzando i rischi. Considerato che la foce del Vevera è tra due spiagge balneabili (spiaggia del Lido e spiaggia di Punta Vevera) e quindi è un’area molto frequentata, non sono sufficienti dei generici cartelli di divieto di balneazione. A nostro avviso dovrebbe essere specificata la non balneabilità anche per motivi di inquinamento e l’area dovrebbe essere transennata, come è già avvenuto in passato e soprattutto andrebbe verificato il rispetto dei divieti da parte della polizia municipale. Il lodevole impegno con indicazioni e azioni di persuasione da parte dei bagnini delle vicine spiagge non sono sufficientemente efficaci e non hanno l’autorità e gli strumenti sanzionatori necessari per far rispettare i divieti».

I monitoraggi delle acque

Nel frattempo, gli ultimi monitoraggi di Arpa Piemonte sulle spiagge aronesi sono stati effettuati il 15 luglio e sono ottimi sia per il Lido che per la spiaggia Vevera e buoni per la Nautica-Rocchette. I rilievi precedenti, quelli del 3 luglio, sempre effettuati da Arpa, fotografavano invece una situazione di “forte inquinamento”. Il prossimo controllo è previsto invece verso la metà di agosto.

«Per il torrente Vevera - concludono da Legambiente - consigliamo all’Amministrazione di chiedere ad Arpa Piemonte – in aggiunta ai monitoraggi periodici previsti delle aree balneabili – 2 o 3 campionamenti specifici straordinari sul torrente Vevera, così da capire se la criticità è rientrata oppure se rimane. Al fine di fornire una corretta informazione sulla situazione ed eventualmente affrontarla in trasparenza. I punti da campionare a nostro avviso sarebbero: il ponte di viale Baracca, il ponte di corso Europa, la foce del torrente a lago (circa 5-10 metri prima della confluenza delle acque nel lago)».

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