Storia curiosa

Arrestato il gatto No Tav: il Tribunale vieta la visita del veterinario

L'attivista Dana Lauriola, proprietaria del micione Tigro, era finita in galera per una manifestazione senza scontri né feriti.

Arrestato il gatto No Tav: il Tribunale vieta la visita del veterinario
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Arrestato il gatto No Tav: potrebbe essere questo il risibile sunto della vicenda che vede protagonista Dana Lauriola, nota esponente del movimento ambientalista valsusino, e il suo vecchio gatto Tigro. Cos'è successo: il felino è vecchio (15 anni) e si è recentemente ammalato, la Lauriola è sottoposta a regime di sorveglianza per alcune intemperanze durante le manifestazioni (cfr. più sotto) e deve chiedere il permesso al Tribunale per ricevere chicchessia. Anche un veterinario che, in questo caso, dovrebbe curare il suo micione. Ma il magistrato di sorveglianza ha negato questa possibilità, "arrestando" di fatto anche il gatto oltre alla sua padrona. Una vicenda tutta all'italiana che fa persino un po' sorridere se non ci fosse da indignarsi.

Il post su Facebook

Così la Lauriola, di Brusasco, su Facebook (il post ha già ottenuto oltre 500 like e ben 300 condivisioni):

"Il Tribunale di Sorveglianza boccia la mia richiesta di far entrare in casa il veterinario di Tigro (...). La richiesta è stata fatta perché il mio amico peloso non sta molto bene. Il magistrato (sempre lei) afferma che posso trovarmi un veterinario a Torino, e portarcelo (il veterinario ovviamente è valsusino e gentilmente sarebbe sceso in città per visitare il suo paziente). Ora che mi è ben chiaro, alla luce degli ultimi mesi, quale sia stato l'accanimento a me riservato in quanto pericolosa No Tav, non riesco a concepire come tale atteggiamento possa venir applicato anche ad un animale domestico. Un gatto, per di più anziano (...), che quindi di reati contro l'ordine e la sicurezza difficilmente ne commetterà. Il veterinario di valle farà i dovuti passaggi di consegne con un nuovo veterinario, ma resta il fatto che per Tigro sarebbe stata l'opzione migliore continuare ad essere curato da chi (lo) conosce (...). Vivo un forte senso di impotenza di fronte a queste ingiustizie, che si accumulano senza possibilità di ricorso".

Dana è il volto forse più famoso della protesta No Tav in Val di Susa, senza nulla togliere alle altre centinaia di manifestanti: è diventata un simbolo alla pari di Giovanna Saraceno.

Perché fu arrestata

La sua storia parla di un attivismo convinto e appassionato, culminato a volte in gesti eclatanti per sostenere le proprie convinzioni. Fu arrestata a causa di un'azione dimostrativa conclusasi senza scontri né feriti. Nel 2012 sull’autostrada Torino-Bardonecchia all’altezza del casello di Avigliana, con altri 300 No Tav protestava contro la costruzione della linea ferroviaria di alta velocità. Nel corso dell’azione, durata in tutto circa 20 minuti, una decina di attivisti bloccarono l’accesso con il nastro adesivo ad alcuni tornelli del casello consentendo il passaggio gratuito alle auto. Contemporaneamente, Dana usava il megafono per spiegare le ragioni della manifestazione ai passanti. Poi le manette (a posteriori, prelevata a casa sua) e la detenzione in carcere alle "Vallette". Il suo caso fu affrontato anche da Amnesty International che ancor oggi mantiene sul relativo post la frase: "Esprimere dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere".

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