Il caso

Astensione dalle udienze della Camera Penale di Novara contro il Pacchetto Sicurezza

Gli avvocati non si presenteranno alle udienze del 4, 5 e 6 novembre

Astensione dalle udienze della Camera Penale di Novara contro il Pacchetto Sicurezza
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La Camera Penale di Novara aderisce alla protesta proclamata dall'Unione delle Camere Penali Italiane contro il Pacchetto Sicurezza e annuncia l'astensione dalle udienze per il 4, 5 e 6 novembre.

Astensione per 3 giorni dalle udienze

L'obiettivo della protesta proclamata dall'Unione delle Camere Penali Italiane, di cui fa parte anche la Camera Penale di Novara, è quello di protestare contro le norme contenute nel cosiddetto Pacchetto Sicurezza. "Il 4, 5 e 6 novembre - scrivono dalla Camera Penale di Novara - siamo nuovamente chiamati all'astensione dalle udienze proclamata dalla Giunta dell'Unione delle Camere Penali italiane. Ancora? Ma quante ne abbiamo fatte? Ma servirà davvero a qualcosa? Io non so se ci sarà una tangibile utilità pratica della nostra protesta, ma questa volta come non mai il valore simbolico e politico in senso alto dell'iniziativa richiede una massiccia e convinta adesione".

La protesta riguarda il Pacchetto Sicurezza

"Le norme del cosiddetto Pacchetto Sicurezza (DDL AC 1660-A) approvate in prima lettura alla Camera dei Deputati e ora all'esame del Senato - prosegue il comunicato - muovono da promesse ideologiche di stampo pan-penalistico in totale contrasto con i principi di diritto penale liberale che sin dalla sua origine ispirano le Camere Penali".

I punti contestati del Disegno di Legge

"Dobbiamo gridare con ogni strumento il nostro dissenso totale - scrive il presidente della Camera Penale, Federico Celano - rispetto alla criminalizzazione del dissenso (la resistenza passiva del nuovo articolo 415 bis CP, le norme relative ai cosiddetti blocchi stradali), rispetto alla insensibilità verso le detenute madri, rispetto alla compressione del diritto degli stranieri extracomunitari privi di permesso di soggiorno, rispetto alla sola idea di forme di castrazione chimica nel nostro ordinamento. Insomma, dobbiamo dire forte e chiaro che il disegno securitario e autoritario che permea queste norme ci preoccupa come operatori del diritto e anche come cittadini".

 

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