Esposto in 104 procure

Boom di certificati di malattia, il Codacons: "Ritirarli tutti e verificare"

Dopo l'introduzione del Green pass sul lavoro sono aumentati di colpo. E il sospetto dell'associazione dei consumatori è che in molti casi sia una "strategia".

Boom di certificati di malattia, il Codacons: "Ritirarli tutti e verificare"
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Uno dei casi più discussi negli ultimi giorni è stato l'incremento dei certificati di malattia più o meno in tutta Italia dopo l'introduzione dell'obbligo di Green pass sul lavoro. E il Codacons ha deciso di intervenire, presentando un esposto a 104 Procure sparse in tutta Italia.

Certificati di malattia e Green pass: esposto del Codacons

I numeri, in effetti, non mentono. Nel giorno dell'entrata in vigore del certificato verde i certificati di malattia hanno raggiunto quota 93.322 contro i 76.836 del precedente venerdì con una crescita del +21,4%. Lunedì 18 ottobre i certificati per malattia sono arrivati a 152.780, con un incremento del 14,6% rispetto alla settimana precedente. E via via si è proceduto di questo passo per tutta la settimana. Solo un caso? Tra coloro che sono dubbiosi c'è anche il Codacons, che ha presentato vari esposti in tutto il Paese.

Le parole delle federazioni dei medici

Le varie federazioni dei medici hanno più volte ribadito la correttezza dell'operato dei propri afferenti, lanciando però nel contempo anche un appello agli stessi dottori: no ai certificati al telefono. Ma ci sono patologie che non si possono "verificare", come hanno spiegato gli stessi medici. Per fare un esempio, se un paziente racconta di avere un forte mal di testa, che non gli permette di andare al lavoro, è difficile per il professionista certificare o meno che dica la verità. E proprio qui sta il sospetto del Codacons:

"La crescita dei certificati si è registrata in pochissimi giorni e proprio in concomitanza con l’avvio delle disposizioni relative al Green pass sul lavoro. Il sospetto è che molti lavoratori, non disponendo di Green pass e non volendo ricorrere al tampone, avrebbero scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria. Si ricorda infatti che senza green pass il lavoratore è considerato assente ingiustificato e viene sospeso dal lavoro  e che la sospensione prevedrebbe anche lo stop ai contributi assistenziali e previdenziali, con effetti su TFR, assegni familiari e altre erogazioni previste. L’assenza per malattia, al contrario, non avrebbe alcuna ricaduta sullo stipendio e tutto il resto”.

“Il codice penale punisce il falso ideologico del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio realizzato in un atto pubblico, ma sanziona anche il privato che realizza la falsità in atto pubblico. Per tali motivi si chiede di procedere al sequestro di tutte le certificazioni rilasciate in cui si attesta la malattia dei dipendenti pubblici e privati per risalire ai medici che le hanno firmate, verificando la rispondenza all’effettivo stato di malattia degli stessi e, in caso di illeciti, agire anche nei confronti dei medici autori delle certificazioni alla luce dell’art. 479 del codice penale”.

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