Borgo Ticino: allevamento abusivo di bouledogue francesi in casa
La presunta responsabile gestiva l'attività come un allevamento di cani di razza ma senza le autorizzazioni sanitarie e legali e senza partita iva, il tutto in condizioni igienico sanitarie insufficienti.
Denuncia per maltrattamento, attività abusiva e gestione illecita di rifiuti, sequestrati 32 esemplari.
Il sequestro
I carabinieri della stazione di Borgo Ticino ed i carabinieri forestali di Lesa e Novara hanno eseguito una perquisizione domiciliare disposta dalla procura di Novara in una abitazione di Borgo Ticino ove si sospettava la presenza di un allevamento abusivo di cani di razza bouledogue francese.
La perquisizione è stata disposta a seguito di primi accertamenti che facevano supporre la presenza di un allevamento abusivo di cani in virtù dei rumori molesti e dei miasmi provenienti dall'abitazione di una famiglia del posto.
A seguito dell'accesso, effettuato anche con il supporto di veterinari dell'Asl Novara, i militari hanno riscontrato la presenza di un numero molto elevato di esemplari "fattrici" e di cuccioli detenuti in condizioni non compatibili con la loro natura: in particolare in un locale del piano seminterrato, privo di sufficiente aerazione e luce sono stati rinvenuti oltre 30 cani detenuti in piccoli recinti artigianali con lettiera costituita da fogli di giornale impregnati di feci e urine.
Le deiezioni degli animali, raccolte attraverso fogli di giornale, erano poi accumulate in scatoloni all'interno ed all'esterno della casa che venivano avviati occasionalmente a smaltimento come rifiuti domestici.
Sono stati altresì rinvenuti farmaci veterinari scaduti, vaccini veterinari e medicinali atti a stimolare la fertilità degli animali, al fine di aumentare la capacità riproduttiva delle femmine.
La presunta responsabile una donna
La presunta responsabile gestiva l'attività come un vero e proprio allevamento di cani di razza bouledogue francesi, molto richiesti dal mercato, ma senza le necessarie autorizzazioni sanitarie e legali e senza partita iva, il tutto in condizioni igienico sanitarie ritenute del tutto insufficienti dai veterinari asl.
Dal 2020 ad oggi, volume d'affari da 150mila euro
La documentazione rinvenuta ha permesso di accertare che i cuccioli, una volta pubblicizzati attraverso annunci sul web, erano venduti a prezzo compreso generalmente tra i 1500 ed i 2000 euro ciascuno, per un volume d'affari stimato, sulla base degli animali ceduti dal 2020 ad oggi, di circa 150.000 euro
Sono stati contestati i reati di esercizio abusivo di attività di impresa, frode in commercio, maltrattamento di animali e detenzione incompatibile con la loro natura, gestione illecita di rifiuti.
Gli animali venivano intestati singolarmente a vari componenti della famiglia al fine di non far insospettire i competenti uffici della asl per l'eccessivo numero di cani riferibili ad una singola persona. I vari soggetti intestatari, sentiti dai militari, non erano di in grado di riferire quali fossero i cani di cui erano proprietari, confermando la natura fittizia delle intestazioni.
Tutti gli esemplari sono stati posti in sequestro ed affidati in parte a strutture sanitarie in parte lasciati in custodia alla persona indagata in quanto la giovane età dei cuccioli, a parere del servizio veterinario, ne sconsigliava, temporaneamente, la movimentazione.
I carabinieri invitano a prestare molta attenzione agli annunci di vendita di cuccioli di razza sul web che nascondono sovente illeciti di varia natura e suggeriscono di privilegiare le adozioni nei canili municipali.
(immagine tratta dal web)