Lutto

Borgolavezzaro ha salutato il suo "maestro"

Commozione in paese per Scalvini, generoso "tuttofare", esperto di funghi, di cucina e "di vita"

Borgolavezzaro ha salutato il suo "maestro"
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Semplicemente il “maestro”. Da giorni si susseguono sui social tantissimi messaggi di cordoglio e di affetto per il “maestro”, all’anagrafe Franco Scalvini (nella foto), di Borgolavezzaro, scomparso improvvisamente a 73 anni nei giorni scorsi.

Lo racconta NovaraOggi

Un fiume di affetto e ricordi

Una persona molto particolare che in paese era ben voluta da tutti per il suo vivere quotidianamente il paese e partecipare a molte attività. In chiesa tantissime persone gli hanno portato un ultimo saluto stringendosi in un forte abbraccio ai famigliari.

"Abito a Borgolavezzaro e sono purtroppo in pensione e mi sento un essere inutile - diceva di se' sui social nel 2020 - faccio dei lavori per amici e conoscenti come riparare biciclette, cambiare serrature... di solito quando esco di casa trovo sempre il lavoro. Anche perché lavoro a gratis! Sono altruista io sono fatto così".

E proprio sui social, che lui stesso usava volentieri, nei giorni scorsi si sono moltiplicati i ricordi.

«Una persona unica, - scrive Franco sulla pagina Facebook del paese - buona, umile, onesta, schietta e sincera, sempre disponibile ad adoperarsi per tutti, soprattutto per i più bisognosi. Ma la cosa a cui più teneva era quella di dispensare consigli ai più giovani che lui considerava come propri figli. Una grande perdita per tutti noi. Ma in me c'è la consapevolezza che nel posto dove lui è diretto hanno già preparato un grande striscione con scritto “Benvenuto maestro”».

“Maestro” è stato un soprannome dato dai cittadini, per le sue doti lavorative, artistiche e culturali, lavorava il ferro, era appassionato di funghi, coltivava tante passioni.

«Un uomo d'altri tempi e moderno allo stesso momento, con tanti amici che coccolavi con i tuoi piatti succulenti e buonissimi, con i tuoi racconti fantastici e storielle esilaranti. E quando andavi a funghi eri l'invidia del Borgo, - ha scritto invece Emanuela rivolgendosi a Scalvini - aprivi il baule della macchina e un mare di porcini facevano capolino, anche quelli erano poi per tutti gli amici, il tuo risotto con i funghi era uno spettacolo. Eri un maestro di ballo, un maestro in cucina, un maestro di vita, il ferro, il legno, qualsiasi cosa nelle tue mani si trasformava in un opera d'arte, sapevi riparare tutto e conoscevi mille trucchi, ma che a differenza dei maghi che non li svelano, tu elargivi sopratutto ai giovani perché dovevano imparare a cavarsela da soli. Il tuo ultimo pensiero prima di morire è stato quello di portare una brioche a tua moglie Giuliana per colazione».

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