“Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni insidiosi che colpiscono i nostri giovani": la dedica a Carolina Picchio
La giovane oleggese fu la prima vittima del cyberbullismo
“Voglio ricordare ancora una volta l'impegno di papà Paolo Picchio, sua figlia Carolina è stata la prima vittima del cyberbullismo. La sua è una battaglia per difendere i nostri ragazzi, i nostri figli, perché lui lo ripete dovunque va: ‘Le parole fanno più male delle botte. Se hanno colpito mia figlia, così forte e vincente, tutti sono a rischio!’”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha voluto celebrare ieri la Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo.
Cyberbullismo
A partire dal 2018 il Piemonte si è dotato della legge regionale denominata “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”.
“Il bullismo è violenza psicologica, è libertà senza obblighi e doveri, è isolamento. In quest’ottica la scuola e in generale il mondo degli adulti, deve svolgere un ruolo di cerniera. Quella cyber, poi, è una forma di bullismo particolarmente insidiosa e sempre più diffusa tra i ragazzi, frequentatori assidui delle piattaforme social” ha aggiunto Allasia.
Bambini, ragazzi giovani e meno giovani rischiano ogni giorno di essere vittime di messaggi violenti e volgari fino a diventare oggetto di insulti, inganni, esclusione e sfociare addirittura nella persecuzione.
“Questa Giornata deve servire per riflettere sul fenomeno del cyberbullismo e del bullismo, domandandoci quali siano le ulteriori strategie da mettere in atto affinché tutti i ragazzi, più o meno piccoli, possano sempre più riconoscere i pericoli della rete e combatterli” ha concluso.
Carolina Picchio
Aveva solo 14 anni l'oleggese Carolina Picchio quando, la notte del 5 gennaio 2013 si lanciò dalla finestra di casa sua esasperata dagli atti persecutori messi in campo nei suoi confronti da cinque bulli.
La ragazza aveva scritto un messaggio: “Le parole fanno più male delle botte, cavolo se fanno male”.