Il 30 settembre

Castelletto e Sesto: aperitivo in ricordo di Daf

Persona molto amata sul territorio

Castelletto e Sesto: aperitivo in ricordo di Daf
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In tanti lo ricordano come un amico, come il volontario instancabile che era presente a tutte le iniziative organizzate in paese, o più semplicemente come un uomo buono, un simbolo dell’integrazione tra culture diverse. A pochi mesi di distanza dalla scomparsa di Mamadou Diouf le comunità di Castelletto e Sesto Calende tornano a ricordarlo con un grande evento pubblico.

Il ricordo

Sabato 30 settembre, il Coordinamento del volontariato di Sesto Calende organizza alle 17 di fronte all’imbarcadero del paese lombardo un aperitivo italosenegalese.
Mamadou era conosciuto da tutti in paese con il soprannome di “Daf”. Quando è morto, a luglio, aveva solo 53 anni. Era arrivato in Italia dal Senegal nel 2000, aveva lavorato per un breve periodo come muratore e poi in una ditta meccanica fornitrice dell’attuale Leonardo (ai tempi Agusta). Nei primi anni ha vissuto a Sesto Calende, ma dopo qualche tempo si è trasferito sull’altra sponda del Ticino con la moglie Kambé Nini Sarr.

Poi sono arrivati i due amati figli, Beatrice nel 2005 e Mohamadou Ramadane nel 2014. Il 9 dicembre del 2015 arrivò finalmente il traguardo tanto atteso e per il quale aveva duramente combattuto duramente, quello del conferimento della cittadinanza italiana. «Sono arrivato qui dal Senegal con l’aereo nel 2000 - raccontò in quell’occasione - alle spalle avevo una lunga esperienza di studio che mi ha portato a laurearmi in Economia e commercio nel mio Paese d’origine. Ma una volta arrivato qui, ho scoperto che quel titolo di studio non valeva nulla in Italia. (...) Sono contentissimo di essere riuscito a ottenere la cittadinanza, è un traguardo per il quale ho lottato per anni e ora finalmente è diventato realtà. Devo dire che i castellettesi mi hanno accolto benissimo: ormai vivo in paese da anni, tutti mi conoscono e mi vogliono bene. Credo che l’integrazione sia un obiettivo e una realtà da costruire ogni giorno, anche e soprattutto trovandosi insieme e conoscendosi l’un l’altro».

E si può dire che quella per l’integrazione sia stata la battaglia personale che ha caratterizzato la sua esistenza. Per tanti anni Daf è stato la guida della comunità senegalese di Castelletto e leader di un’associazione che si batteva proprio per questi temi, Jappalante. Membro di spicco della comunità islamica, si è sempre battuto per organizzare momenti di condivisione e di apertura nei confronti delle altre realtà presenti sul territorio italiano. Significativo fu poi l’episodio in cui nel 2015 suo figlio Mohamadou, ancora neonato, interpretò Gesù bambino nella più castellettese delle tradizioni: il presepe vivente.

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