Riaperture

Cenare all’aperto in montagna è impossibile: Uncem si appella al governo

L’ente che unisce i comuni montani chiede al Governo Draghi di rivedere la regola sulle riaperture di bar e ristoranti solo all'esterno.

Cenare all’aperto in montagna è impossibile: Uncem si appella al governo
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Cenare all’aperto in montagna è ancora impossibile: l’Uncem piemontese chiede di rivalutare la regola per bar e ristoranti in zone montane.

Cenare all’aperto

In montagna fa troppo freddo per mangiare fuori: così baristi e ristoratori in queste zone rischiano di non ripartire. «In città ci sono i dehor in strada, al mare ci sono temperature miti, in montagna sino a fine giugno basse temperature, temporali e rovesci, minano anche le migliori intenzioni». Con queste parole, Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte, l’ente che unisce i comuni montani, chiede al Governo Draghi di rivedere la regola sulle riaperture di bar e ristoranti solo all’aperto.

Fasce altimetriche

«Serve – conferma Colombero – un correttivo alla norma, permettendo che nelle aree montane, secondo le ‘fasce altimetriche’, si possa consentire una diversa gestione dei clienti, anche all’interno dei locali. E devono essere garantiti i ristori, gli indennizzi per una situazione peculiare che ferma il lavoro e ogni buona volontà di ristoratori e bar. La settimana di pioggia dimostra quanto avevamo previsto e cioè che temperature rigide, in una primavera anomala, e maltempo, non permettono di aprire all’aperto nelle zone montane».

Il lavoro

«Il lavoro, per la montagna, insieme con i servizi e i diritti di cittadinanza, è decisivo. Ma negli ultimi mesi – conclude Colombero – , una serie di norme e decreti non hanno agevolato questo sviluppo, la possibilità di lavorare e la sopravvivenza delle imprese. La loro resistenza è alta, ma un provvedimento come quello sull’apertura dei ristoranti e dei bar con spazi all’aperto, per la montagna è un argine al lavoro».

 

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