Chiude presidio di Libera Arona: "Ci siamo sciolti"
Era intitolato a Cristina Mazzotti, la prima giovanissima vittima della stagione dei sequestri organizzati dalla criminalità organizzata tra gli anni Settanta e Ottanta
La notizia è dei giorni scorsi ed è una di quelle novità che non possono che generare dispiacere in tutti i cittadini del territorio.
Chiude presidio di Libera Arona
Il presidio aronese dell’associazione che a livello nazionale lotta per una società libera da mafie, corruzione e ogni forma d'illegalità, nacque ad Arona a marzo del 2018. In quel momento il gruppo era composto essenzialmente da volontari molto giovani, in media attorno ai 20-21 anni. Alla fondazione il sodalizio contava circa una trentina di iscritti e aveva già un suo gruppo scolastico stabile all’Istituto Fermi. Fin da subito, i volontari del presidio decisero di intitolare la nuova realtà alla memoria di Cristina Mazzotti, la prima giovanissima vittima della stagione dei sequestri organizzati dalla criminalità organizzata tra gli anni Settanta e Ottanta.
Era il 1975 quando la ragazza, allora poco più che 20enne, fu rapita da alcuni criminali i cui nomi sono in qualche modo associabili alla ‘ndrangheta. Cristina fu segregata per settimane in uno scantinato di un’abitazione di Castelletto Ticino, in via Aronco. Fu pesantemente drogata e risvegliata ogni volta con forti dosi di eccitanti, fino a quando il suo fisico collassò. I suoi sequestratori abbandonarono il suo corpo senza vita a Galliate. E proprio ora che un filone del processo sulla morte di Cristina è stato ripreso in mano dalla Procura, sul fronte simbolico si registra la fine del presidio antimafia a lei dedicato ad Arona.
«Lo sapevamo fin dall’inizio - prosegue il post scritto dai volontari di Libera - Arona è stato ed è tuttora un territorio ostico da presidiare. Nonostante i tentativi, non siamo riusciti a rinnovare le energie e gli strumenti per poter continuare a fornire al presidio l'impegno e le attenzioni che si merita.
Nel corso di questi anni abbiamo contribuito al bene comune del nostro territorio diffondendo gli ideali che caratterizzano le attività di Libera: memoria, giustizia sociale, legalità e responsabilità collettiva.
Seppur doloroso, sciogliere un presidio non significa fermare un impegno, bensì significa seminare speranza altrove. Per questo giriamo una nuova pagina con la consapevolezza che il cammino fatto insieme non sarebbe stato lo stesso senza la storia che ci ha guidati per tutti questi anni: quella di Cristina.
A soli 18 anni, ci ha lasciato un’eredità potente: il dovere di trasformare il dolore in impegno, il silenzio in voce, l’ingiustizia in lotta per la verità. Ricordarla per noi non è solo un atto di memoria, ma una promessa. Abbiamo camminato insieme, costruito la consapevolezza che il nostro territorio ha bisogno di essere presidiato da associazioni, luoghi e persone che condividano l’idea di sviluppare una comunità più giusta, trasparente e attiva. Il nostro impegno non si spegne, ma si trasforma. Passiamo il nostro testimone al presidio scolastico “Maglione” del liceo aronese Enrico Fermi e al coordinamento di Novara, che ci hanno accompagnati e con grande passione portano avanti questi ideali. Ogni azione, ogni parola, ogni progetto continua a tessere una rete di comunità che non si arrende. Grazie a chi ha creduto in questo percorso, a chi ci ha sostenuto e a chi continuerà a portare avanti i valori di Libera, ovunque si trovi. Noi lo faremo».
Sulla questione si è espresso anche il coreferente del presidio provinciale di Libera, Ryan Coretta. «Chiaramente dispiace sentire dello scioglimento del presidio di Arona - dice Coretta - ma per il rapporto tra l’associazione e Arona questo potrebbe non essere un addio, ma solo un arrivederci. Il presidio aronese si scioglie perché, come in tutte le organizzazioni, quando le singole persone prendono strade diverse, che magari portano lontano da dove tutto è partito, non ci sono più le forze per portare avanti un progetto. A coloro che hanno fatto parte del presidio aronese dobbiamo dire un grande grazie. Si è chiuso un capitolo molto appassionante di questa storia, ma abbiamo la speranza che in futuro qualcuno possa riaprirne un altro. Se ad Arona ci fossero persone interessate a prendere in mano questo progetto saremmo felici di parlarci e di sostenerli per far rinascere il presidio».