Comitato Malpensa sulle rilevazioni dei rumori: "Dopo 25 anni è tutto da rifare?"
Per il presidente del Comitato siamo fermi allo “stadio zero”
Sul fronte della rilevazione del rumore provocato dall’aeroporto di Malpensa, dopo 25 anni di discussioni e documenti approvati dalle amministrazioni locali e regionali, potrebbe essere tutto da rifare. E’ questo il responso contenuto nell’ultimo comunicato diffuso dal Comitato dei cittadini di Varallo Pombia per l’aeroporto di Malpensa.
I fatti
Il presidente Ferruccio Gallanti ne è convinto: nell’incertezza generale che circonda tutto ciò che riguarda il futuro dello scalo aeroportuale è in atto un’operazione che porterà logicamente a ritardare la messa a punto delle misure di compensazione e contenimento del rumore nei Comuni che si trovano nello spazio sottostante l’aeroporto, sia in Lombardia che al di là del Ticino, in Piemonte.
L’argomentazione portata da Gallanti a sostegno della sua tesi parte dall’analisi delle carte pubblicate da uno dei Comuni più importanti del cosiddetto “sedime aeroportuale”, quello di Lonate Pozzolo. «Con i precedenti comunicati - scrivono dal Comitato - abbiamo cercato di richiamare gli enti locali del territorio coinvolti ad un gesto di responsabilità, un impegno che avrebbe dovuto risultare inevitabile: riconoscere la precaria realtà determinatasi negli ultimi 25 anni.
Al momento non abbiamo avuto alcuna risposta o atto concreto da parte loro. Nel “documento di piano” del Comune di Lonate Pozzolo denominato “Variante generale Pgt versione: ottobre 2022” (il Piano di Governo del territorio, ndr) si legge: “Un elemento che esercita sulla città di Lonate Pozzolo un rilevante influsso è senza dubbio l’aeroporto di Malpensa, che, collocato immediatamente a nord ovest del confine comunale, proietta sulla parte sud-occidentale del territorio di Lonate Pozzolo le curve isofoniche (e ovviamente il rumore che esse rappresentano)”. Anche il documento “Accordo di chiusura dell’“Accordo di Programma Quadro in materia di trasporti Aeroporto intercontinentale di Malpensa 2000” richiamando “Interventi di mitigazione d’impatto ambientale e di delocalizzazione degli insediamenti residenziali ricompresi nell’ambito territoriale prioritario del Piano Territoriale d’Area Malpensa, ed in particolare, in prima istanza, siti nel territorio dei comuni di Somma Lombardo, Lonate Pozzolo e Ferno, adiacenti al sedime aeroportuale” rivela palesi incongruità rispetto alla zonizzazione 2023.
Nelle 19 pagine del documento “L’esperienza della delocalizzazione degli insediamenti residenziali a Malpensa“ del 16 novembre 2005 ”sono riportate le “curve di isofoniche di riferimento”, vale a dire la “zonizzazione LVA di Malpensa” (LVA sta per “livello di valutazione del rumore aeroportuale, ndr) recepita dai Piani di Governo del Territorio-PGT dei nove Comuni del CUV. Anche nel documento “Malpensa: risultati della sperimentazione di materiali isolanti innovativi e costi di demolizione - Il processo di delocalizzazione” di Sandra Zappella del 20.02.2018 (Regione Lombardia) il riferimento alla medesima “zonizzazione LVA”, risulta del tutto fuorviante e non coerente della realtà operativa, e cioè: il categorico utilizzo alternato delle piste avrebbe potuto costituirsi come interrogativo. Il ruolo della Regione Lombardia, delle amministrazioni comunali e dell’ARPA regionale è risultato rilevante, se non primario, e comunque decisivo».
Per il presidente del Comitato siamo quindi fermi allo “stadio zero”. «Tutte le note soprastanti - continua il comunicato - confermano, dopo 25 anni dall’avvento di Malpensa 2000, dai masterplan relativi, come la recente zonizzazione LVA (aprile 2023), dovrà sovrapporsi a quella descritta dalla documentazione della Regione Lombardia e dai PGT-Piano di Governo del Territorio dei Comuni interessati: la situazione è allo stadio zero. Tutto da rifare? Dal Masterplan, al PGT dei singoli Comuni e al Piano d’area di Malpensa? Sono state comparate due zonizzazioni LVA, due realtà operative differenziate, entrambe inadeguate a inquadrare: la prima la delocalizzazione e l'ipotetica bonifica acustica; la seconda a disegnare il Malpensa Masterplan 2035, nelle prospettive Safety&Risk e Ambientali, così come nella formulazione degli scenari di traffico conseguenti. Quali conseguenze sulla pianificazione del territorio e di Malpensa? Il PGT dei rispettivi Comuni del CUV e non, hanno incorporato una Zonizzazione LVA non coerente con le operazioni di volo. (...) L’interrogativo di quanti sono i reali kmq delle zone A, B e C e il numero dei cittadini coinvolti va riproposto e ad esso gli Enti locali coinvolti devono dare risposta documentale. La Zonizzazione LVA votata dalla Commissione Aeroportuale lo scorso 17 aprile 2023, al momento, è solo un grafico con curve isofoniche, le zone LVA A, B e C; tutto il resto è ignoto.
Tra errori, equivoci e database di input AEDT (la sigla che indica uno strumento di valutazione ambientale degli aeroporti, ndr) opachi, la Commissione Aeroportuale ha deliberato un confronto con una precedente zonizzazione storica strampalata. (...) Tutto sbagliato e tutto da rifare? Purtroppo, è così. Ma si sapeva e/o è stato ignorato? Dopo 25 anni di Malpensa 2000, questa evidenza elementare non potrà che essere confermata. Ad una delocalizzazione eseguita, una bonifica acustica, probabilmente, mai attivata, la zonizzazione LVA dovrà essere rielaborata. Questa volta l'operazione dovrà essere trasparente e condivisa».