Tragedia Mottarone

Confermata l'ordinanza di arresto per il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg

La tesi difensiva del nonno è che non sapeva di commettere un reato a portarlo via dall’Italia.

Confermata l'ordinanza di arresto per il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg
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Nuovo capitolo sulla contesa del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone: il Tribunale del Riesame ha confermato l'ordinanza di arresto internazionale per il nonno Shmuel Peleg.

Eitan, il Tribunale del Riesame conferma ordinanza di arresto per nonno Shmuel Peleg

Respinto il ricorso dal Tribunale del Riesame di Milano. Ricorso presentato dai legali di Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan contro l’ordinanza di arresto emessa dal giudice per le indagini preliminari di Pavia. L'uomo è accusato di aver rapito il nipote lo scorso 11 settembre dal Pavese dove risiedeva con zia Aya, tutrice del piccolo, e di averlo portato in Israele.

Gli avvocati di Peleg avevano chiesto al Riesame di rivalutare l'ordinanza, ma i giudici hanno deciso di confermare la misura prevista. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni.

Arresto internazionale

L’ordinanza di arresto internazionale, al momento non è stata eseguita: il 58enne si trova a Tel Aviv dove ha intrapreso una battaglia legale per tenere con sé il piccolo di sei anni. 

Dopo il clamoroso "rapimento" del piccolo, il Tribunale internazionale dei diritti dei minori ha dato ragione alla zia affidataria Aya. Samuel Peleg, responsabile secondo l'accusa del reato di "sottrazione di minore" ha voluto spiegare le proprie ragioni. E lo ha fatto pubblicamente in un intervento in televisione alla trasmissione "Non è l'arena" condotta da Massimo Giletti.

"Non ho fatto una cosa illegale"

La sua tesi, per il momento è che non sapeva di commettere un reato portandolo via dall’Italia.

"Non sono d'accordo che ho fatto una cosa illegale. Io rispetto la legge, educo i miei figli a rispettare la legge. Tutto quello che ho fatto è alla luce del sole. Non sapevo che ci fosse un divieto di espatrio. L'ho saputo per la prima volta in Israele durante il processo. Ho fatto le cose in modo legale. Se avessi saputo che c'era qualcosa di illegale, non l'avrei fatto. Aya non mi ha mai aggiornato e io ho pensato che non c'era bisogno di aggiornare lei. Io penso che un giorno Eitan saprà che ho cercato di salvarlo".

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