Il comunicato del Nursind Novara si apre con una riflessione su quanto accaduto all’istituto San Raffaele di Milano, dove il 5 e 6 dicembre si è assistito a un caos organizzativo inaccettabile: personale reclutato da cooperative, privo di adeguata formazione e conoscenza dei farmaci, è stato inserito in reparti di Medicina Intensiva, mettendo a rischio la salute dei pazienti. Questo disservizio è il risultato di un esodo di 16 infermieri, che hanno lasciato il reparto in blocco, inclusa la loro coordinatrice.
Situazione all’AOU Maggiore della Carità
La situazione non è migliore all’AOU Maggiore della Carità di Novara, dove dal 1 dicembre si è registrato un significativo abbandono di personale: ben 7 infermieri hanno scelto di dimettersi nel giro di poco tempo, un ritmo che equivale a quasi un’uscita ogni due giorni.
Le determinazioni dirigenziali evidenziano che l’emorragia coinvolge soprattutto i giovani infermieri, nati nel 2001 e 1999, che dovrebbero rappresentare il futuro della professione. Invece, questi professionisti scelgono di lasciare l’ospedale per approdare in strutture private, attratti da stipendi più elevati, o in altre aziende pubbliche, come la vicina ASL di Novara, che offre migliori prospettive professionali, ad esempio nel settore delle cure primarie.
Il Nursind denuncia da tempo la grave carenza di personale nel pronto soccorso del Maggiore, dove dalla scorsa estate mancano almeno 7 unità. Il personale rimasto è costretto a rinunciare a congedi, ferie e permessi, aggravando ulteriormente la situazione.
In aggiunta, molti infermieri più giovani, con 10-15 anni di servizio, non vedono riconosciute le loro progressioni economiche. Attualmente, sono 321 gli infermieri e le ostetriche D0, che non hanno mai ricevuto alcun incremento salariale nonostante anni di lavoro.
Le condizioni di lavoro in questa azienda ospedaliera rendono difficile attrarre e mantenere personale. Il personale infermieristico accumula migliaia di ore di straordinario non retribuito e non esistono piani per compensare questi sforzi. Inoltre, la mancanza di misure di welfare aziendale, presenti in altre ASL, contribuisce a creare un ambiente di lavoro insostenibile.
Questi fattori rappresentano una tempesta perfetta per l’AOU Maggiore della Carità, che rischia di vedere un ulteriore aumento del numero di infermieri che decidono di lasciare. Le condizioni lavorative continuano a deteriorarsi, e un management attento dovrebbe implementare misure correttive per affrontare problemi strutturali. In Italia, un infermiere guadagna meno di un lavoratore nel settore logistico, mentre le aggressioni aumentano e i turni diventano sempre più pesanti. Le carriere specialistiche e le forme di valorizzazione professionale sono praticamente assenti, e chi denuncia le criticità viene spesso accusato di allarmismo ingiustificato.