Condannati all'ergastolo

Delitto piccolo Leo: i legali della difesa presentano ricorso

Sul corpicino il medico legale aveva riscontrato ecchimosi e lesioni un po’ ovunque

Delitto piccolo Leo: i legali della difesa presentano ricorso
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Delitto del piccolo Leonardo: l’ultima parola spetta alla Cassazione. “Rivedere” la sentenza o no? Nel settembre del 2022, così come aveva chiesto la procura generale, la Corte di Appello di Torino aveva confermato l’ergastolo per Gaia Russo e Nicolas Musi, entrambi accusati dell’omicidio del piccolo Leonardo, di appena 20 mesi, avvenuto il 23 maggio 2019 in via Trieste a Novara.

Il ricorso

Nei giorni scorsi i legali difensori hanno presentato ricorso ai giudici del terzo grado. Prossimamente ci sarà, dunque, il pronunciamento a quel punto definitivo. Di recente, invece, si erano apprese le motivazioni dei giudici torinesi, secondo cui Russo avrebbe sostanzialmente “tollerato” le violenze perpetrate dal compagno Musi (l’esecutore materiale) nei confronti del figlioletto e lo avrebbe progressivamente trascurato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella mattina di tre anni fa Leonardo sarebbe stato picchiato a morte da Musi, nella casa di Novara, il tutto con la madre che non avrebbe fatto nulla per opporsi. Una “violenza inaudita, non degna di un essere umano”, aveva sostenuto l’allora procuratore di Novara, Marilinda Mineccia, oggi in pensione. L’autopsia aveva poi stabilito che a provocare la morte del bambino era stato un violento colpo inferto all’addome, con conseguente emorragia al fegato: il decesso era sopraggiunto in meno di mezz’ora.

Sul corpicino il medico legale aveva riscontrato ecchimosi e lesioni un po’ ovunque: sul capo, sul torace, sulla schiena e persino sui genitali. Lesioni che risalivano sì alla mattina stessa del delitto, nell’ambito però di un quadro di maltrattamenti che sarebbero stati anche pregressi. Nell’estate del 2022 il sostituto procuratore Paolo Fiore, dopo aver ascoltato in aula Gaia Russo in lacrime, non aveva cambiato idea e il 28 settembre 2022 la Corte torinese aveva confermato la condanna già pronunciata a Novara nel marzo 2021. Musi sarebbe l’esecutore materiale, mentre Russo non avrebbe fatto nulla per impedire la tragedia e il massacro, anzi l’incuria nei confronti del piccolo sarebbe via via aumentata, sfociando in comportamenti violenti.

Russo, che attualmente si trova ospite in una comunità protetta agli arresti domiciliari, avrebbe subìto secondo i suoi legali violenze psicologiche. Musi, dal canto suo, ha sempre dichiarato che al momento della morte del piccolo si trovava in un’altra stanza, pur ammettendo alcune percosse. Entrambi, tramite i loro avvocati, si giocano ora l’ultima carta, quella del ricorso in Corte di Cassazione. “Rivedere” la sentenza o no?

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