Emanuel, scomparso da un mese: la madre riconosce la sua voce al telefono di una sconosciuta
Il ragazzo assomigliava al figlio.
«Per noi è uno strazio continuo, fino a quando c’erano le squadre di Vigili del fuoco e carabinieri qui intorno eravamo sicuri che lo stavano cercando, mentre ora siamo consapevoli che sarà solo un colpo di fortuna a farcelo ritrovare».
A parlare è Maria Teresa, la madre di Emanuel Marino, il giovane di 31 anni scomparso esattamente un mese fa dalla sua abitazione di Buttigliera d’Asti.
Le ricerche interrotte
Per lui, come racconta la Nuova Provincia,si sono mobilitati per due settimane i Vigili del Fuoco di Asti e i carabinieri della Compagnia di Villanova in ricerche continue coadiuvati da volontari della Protezione Civile con ausilio di cani da ricerca, droni, elicotteri.
Poi la decisione della Prefettura di interrompere le ricerche in modalità intensiva, mantenendo però alta l’allerta per la sua scomparsa. Intanto a casa di Emanuel continuano ad arrivare segnalazioni e telefonate.
Gli avvistamenti
Vastissima è stata l’eco della sua scomparsa e la famiglia, con un gruppo di amici, ha diffuso a tappeto l’appello sia sui social che sul territorio con l’apposizione di centinaia di manifesti con la sua foto e la sua descrizione. I primi giorni della sua scomparsa era stato avvistato nei pressi di Castelnuovo Don Bosco, poi a Poirino e, infine, a Torino. Ma mai nessuna conferma della sua presenza o anche solo del suo passaggio.
«Le ultime due segnalazioni risalgono a questo week end – dice la madre – Una persona l’ha visto vicino alla rotonda del Penny di Chieri; sono stati visionati i video di sorveglianza del distributore ma non si trattava di lui. E una donna mi ha mandato una foto di un ragazzo che assomigliava molto a Emanuel, che si trovava a Castelnuovo Don Bosco, ma anche in questo caso non era mio figlio».
La telefonata
Qualche giorno fa è però arrivata anche una segnalazione molto strana.
«Mi ha chiamata una signora da Torinodicendo che davanti aveva un ragazzo molto somigliante ad Emanuel. Mi ha chiesto se volevo parlargli, me lo ha passato al telefono e io gli ho chiesto “Sei Emanuel? Sono mamma, sei tu?”. Lui ha risposto di no, ma io ho riconosciuto la sua voce. Si è accesa una speranza, ho chiesto alla signora di fotografarlo, di chiamare i carabinieri e di trattenerlo con una scusa. Ma lei non ha voluto farlo e quando i carabinieri li abbiamo chiamati noi fornendo il suo numero di telefono, tempo che arrivassero, il giovane si era dileguato».