Embargo in Russia dei prodotti europei: l'appello di Coldiretti Novara e Vco
Baudo e Salvadori: "Il settore agroalimentare non può continuare ad essere merce di scambio nei contenziosi politici ed economici".
L'invasione russa dell'Ucraina continua ad avere ripercussioni su diversi settori economici e produttivi dell'Europa: Coldiretti Novara e Vco chiede che il settore agroalimentare non sia merce di scambio nei contenziosi politici ed economici tra gli Stati come l'embargo in Russia dei prodotti europei imposto da Putin come vendetta delle sanzioni per la guerra.
Embargo in Russia dei prodotti europei, l'appello di Coldiretti Novara e Vco
La guerra alle porte dell'Europa che da febbraio sta creando non poche preoccupazioni, con l'escalation delle ultime settimane, sta determinando anche tutta una serie di conseguenze nei settori produttivi ed economici occidentali. A farlo presente è la voce del presidente e del direttore di Coldiretti Novara e Vco, Sara Baudo e Luciano Salvadori. La Russia è infatti un importante sbocco commerciale anche per le aziende agricole, ma dal 2014 (anno in cui gli scontri tra Russia e l'Ucraina iniziarono per i famosi territori contesi tra le due realtà), la situazione è difficoltosa. Il decreto emanato nel 2014 da Vladimir Putin come conseguenza delle sanzioni occidentali per l'invasione della Crimea vieta infatti l'importazione di prodotti agricoli dall'Occidente.
L'intervento di Baudo e Salvadori
L'embargo con la Russia, che era un importante destinazione commerciale per le nostre produzioni, ha provocato già pesanti ripercussioni dal 2014 ad oggi- affermano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Luciano Salvadori - Il settore agroalimentare non può continuare ad essere merce di scambio nei contenziosi politici ed economici anche in considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul tessuto imprenditoriale del nostro territorio. Oltretutto, al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia, si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Motivo per cui è in difficoltà anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, paga la mancanza degli ingredienti principali.