Ex villaggio Tav: anche le ultime famiglie rimaste ora se ne devono andare
L'assessore: "Quella soluzione abitativa ormai non è più idonea, ci sono stati due incendi e il rischio è altissimo"
Il cantiere del Pinqua, il progetto finanziato con i fondi del Pnrr che prevede la realizzazione di un nuovo quartiere residenziale di edilizia popolare nell’area dell’ex villaggio Tav, dovrebbe aprirsi entro fine anno. Ma a breve anche gli ultimi moduli abitativi dovranno essere abbandonati.
Lo racconta il Corriere di Novara in edicola da oggi, giovedì 3 agosto 2023.
Il termine era il 31 luglio
Il Comune ha già inviato le lettere alle ultime famiglie rimaste in quelle che erano le “casette” costruite per i lavoratori impegnati nella costruzione della linea ferroviaria ad Alta velocità. La data doveva essere quella del 31 luglio, ma - come sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Teresa Armienti - «non si tratta di una scadenza perentoria. La lettera, peraltro non la prima, è stata inviata per sollecitare ulteriormente gli ultimi nuclei a lasciare quella soluzione abitativa che ormai non è più idonea».
E le ragioni, più che le tempistiche legate alla futura cantierizzazione, sono soprattutto di sicurezza: «Abbiamo già avuto due incendi e il rischio è altissimo, a causa dell’utilizzo di elettrodomestici non a norma e del sovraccarico elettrico - dice Armienti - Nessuno di noi vuole buttare la gente in mezzo alla strada, ma qui si tratta di una questione di incolumità. Ci sono bambini, non possiamo metterli in pericolo».
Trovate "soluzioni alternative"
Ormai la maggior parte dei moduli sono stati svuotati: quasi tutti gli occupanti hanno trovato soluzioni alternative. «Per chi non era in grado di farlo, il Comune ha offerto quella che purtroppo è l’unica strada possibile: l’accoglienza dei bambini e delle mamme in spazi in co-housing messi a disposizione da alcune associazioni, il dormitorio per gli uomini».
Una proposta, però, che ai diretti interessati proprio non piace. Così come non piace alle opposizioni. Che in un comunicato congiunto - a firma di Piergiacomo Baroni (Insieme Per Novara), Nicola Fonzo (Partito Democratico), Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) e Francesca Ricca (Gruppo Misto) - stigmatizzano duramente la soluzione.