29 punti vendita in Italia

Gli americani volevano invaderci con la pizza all'ananas... Fallita la catena Domino's

Ben 4 locali chiusi nel torinese.

Gli americani volevano invaderci con la pizza all'ananas... Fallita la catena Domino's
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Pizza all'americana? No, grazie! Potremmo riassumere così la vicenda delle nota catena di pizzeria Domino's Pizza, che ha chiuso le serrante per sempre dei 29 punti vendita presenti sia in Piemonte che nelle altre regioni italiane.

Nel corso dell'ultimo anno e mezzo, segnato dalla pandemia, i suoi fattorini con il motorino elettrico di colore azzurro hanno girato in tutta la provincia di Torino per consegnare pizze a domicilio. 

Il fallimento

Quando venne aperto nel 2015 il primo punto vendita c'era l'idea di aprire circa 900 punti vendita entro il 2030 ma, nel tempo, il grande sogno di Davide Canavesio, docente universitario nonché componente del Cda della Fondazione CRT, si è arenato.

Il coronavirus anziché essere un trampolino di lancio per questa attività (principalmente basata sul trasporto a domicilio), è stata una grande mannaia caduta dal cielo che ha portato con sé un calo degli ordini e quindi dei fatturati, ostacolati dalla fortissima concorrenza di altre pizzerie che sono sul mercato e soddisfano il palato di molti italiani con pizze di gran qualità da moltissimi decenni.

Dalle notizie emerse, la società della "pizza all'ananas" aveva 10,6 milioni di euro di debiti alla fine del 2020. Una bella cifra che nel tempo si è ampliata ed è stato sempre più difficile sostenere, da parte dei proprietari.

Una settimana fa, quindi, il tribunale di Milano ha avviato l’istanza per la conferma di misure protettive presentata lo scorso aprile da EPizza s.p.a., master franchise per l’Italia di Domino’s .

Nell'ambito della procedura concorsuale, spiega il Financial Times, è stata concessa una protezione giudiziaria di 90 giorni dai suoi creditori, che ha impedito loro di chiedere rimborsi o sequestrare i beni aziendali, scaduta il mese scorso.

Un piccolo spiraglio

E' notizia di ieri, che alcuni punti vendita della catena in diverse città potrebbero riaprire con un altro marchio. Un piccolo spiraglio per i tanti dipendenti che sono rimasti senza lavoro dopo la chiusura delle pizzerie e lo stop quindi alle consegne a domicilio.

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